Critica Sociale - anno XXX - n. 3 - 1-15 febbraio 1920

CnITICA ·SOCIALE 47 menti e l'Homme Libre li pubb.U.c,a: « Voyez· l,a Vraie /talie. C'est de son ~ropr,e aveu un, organ de liaison intellectuelle entre I I-talie et les autres pa-ys.... Par malheur, cette publi-cation ressemble tr9p ·,aùx mai– sons de la Péninsule. Bianche à l'extérieur et dé– corée d'intentiomi louables, elle' s>avèr,e, a l'intérieur, feti<le... Et puisque nous avons compa,ré cette revue à une maison ajoutons· que les .latrines. y sont vaste– IÌlent repré~entée~ ». Alla quale rottura di legami e di condobti intellettuali con fuga ed, esalazioni di gas fetidi di latrine, il buon Soffici non re.agisce se non con un delicato .accenno alle eventuali cimici dei mi- , gliori h6tels parigini:.· del -resto egli, che non fu .mai il più temperato dicitore del mond.o, conserva qui la più gr,an moderazione e prende in santa ed esempla,rè- p.azienza l'oltr,aggio gallico. . · Ma il direttore P.apini, altro che moderazione e pa- zienza! ' .... cade, invoca pietà, prega soccorso, per soffrir si giace e per morire chiude gli occhi .... · Forse io esagero: sentiamo proprio lui giustificare 'il ,collaboratore Soffici, un des plus chaleureux amis· de la France, Dice Paoini: « Il e. toujour,s aimé la France; il l'.aime toufours ». « C'est justement son · profond amour ,pour la France qµi l'a pous-sé à écri– re des paro1es, qui ont été mal comprises au delà des Alpes ». E ,aggiunge, •umili.andosi e quasi chiedendo almeno un sospiro: « Nous n'avons pas demandé un mot de ,reconnaiss:ance.,.. ,nous deman.don.s seulei:nen:t un minimum 'd'inteHigence, un minimum de confian– ce et de Ioyauté ». E _.seguita accorato, sommesso e supplice implorando: « Nous serons amplement ré– compenséès de notre dévouement et de notre éffor.t si nos amis fra,nçais èonsentiront à s'efforcer de nous mieux comprendre, d'étudier notre pays avec cet~e ·générosité ,d'esprit qui était aulrefois assez répandue en France ». Già: vedi Proudhon («Voi crede'te al civismo intelligente. dei pug.nali siciliani, dei çoJ.telli trasteverini, dellè bombe orsiniane, delle baionette garibaldine!») o vedete, .nel libro di un de' vos,lri padri, una certa formo.Ja giuridica che dovette essere autrefois assez répan'due en FT'ance: « ,,, uno avvo– cato normando insegnò foro •che lei dices,si ,che io, avessi usato. seco a,J modo italiano; qual modo s'in– tendeva. contro natura, cioè in soddomia ..,. Allora il detto giudice si volse a Caterina e :Je disse: Caterina, di' tutto quel che t'è occor,so d'.avere a fare con Ben– venuto. La Caterina d~sse, che io avevo usato seco ·al modo della Italia.... A questo io dissi, che quello non era il modo ita)i,a,no, anzi che doveva essere il modo fra,nzese », con quel che segue e precede, chè · l'artista fiorentino del '500 era men riguardoso nelle ritorsioni e ,meno francofilo e sentimenbaJe di questo suo' lC'>Iltano nepote. Il quale prim:a di finire ·ha un'al– tra melanconioa aspirazione· melodrammatica_: « Nous avons la certitude ,que, si J)es Français arrivent à nous mieux connaitre, ils seront forcés de nous aimer ». Mi viene in mente (e scusate in tanta francofil'ia il ricordo teutonico), Nietzsche contro Wagner e Par-' sifal:· · · · ' lst das noch deutsch? Aus deu,tschem Herzen kam dies schwiile Kreis·chen? Und, deutschen [,eibs ist dies Sich-selbst-Zerfleischen? È questo ancora tedesco? da cuore tedesco è venuto questo strillare affannoso? ed è proprio: di un corpo tedesco questo macerarsi? E quest'altro è fio.t•enti-nò e Papini.ano? è dell'asciutta e maschia e fiera sere– nità Pa:piniana quest'umida untuosa umiltà espressi– va, questo sospirare sommesso e poi quest'implora,re lamentoso, questo spassionarsi di vergir~e adolescente per la vedova allegra e poi questo piagnucolare ·nella ripulsa, questa remissivi-tà nell'oUraggio, questo amo– re dopo le corn_a? Messieurs,· vous vous obliez ! E a proposito di questo tanto abusato verbo amàre, si può davvero amare. questa o que1la nazione? Io credo che,. s-alvo la repubblica di San M_arino, si possano più facilmente od~!-' tutte - pef ·comprenderle poi in un ,superiore sentimento 1i umana commiserazione · - tante· sono .Je orribilità che l'una ha commesse contro l'altra e l'altra contro l'una:, ,trasmettendosi per ·turno, ·a traverso i secoli, la fi.accò-ladella pre- · · Bianco potenz,à, 4en~ rapina e della distrùzione. Ammetto bene, per altro,, che amch,i' si po,i;sano amare per i beni che han dàto alla vita umana: ma, allora bisogna amarle tutte, 'senza esclusivismi, perchè tutte del bene ne han fatto e ne fanno, anche le più umili. ·La Serbia, per esempio, ,se non altro, produce dei bel)issimi maiali. Oro che siamo fatti accorti della preziosità delle matèrie prime, chi vorrà sostenere che µn hel maiale nòn valga quanto e più di tutto un mu~chio _di·prodotti letterari o di tutto un fascio di sedicenti leggi, scientifiche o di strampalerie filo– sofiche ? E chi può dire in quale e quanta luce intel– lettuale piena d'amore, in quali canti, leggi e si.sterni si possa ·convertire una btstecca di maiale passata per lo -stomaco di un letterato o d'uno scienziato o· d'un filosofo? L'ultimo a darmi tor,to. su questo punto sarà Papini; autor~ del celebre articolo diti– rambico intitolato: . « viva il maiale!». · . Con tutto .ciò .J'amore esclusivo e ,parziale a que.sta o qu_ella nazione esiste allo stàto di frase o di enfasi: . e ,s,uona non di mdo nelle booche. casciate, melate e dolc_iate' di magnati. diploinàtici e di patri.oli pluto– hati che viaggiano in treni di lusso e investono i capitali ali 'estero. Ma, a sentirla così insistentemente risonare .sotto la penna dì ques,ti artisti ·fiorentini, mo\tçi più ricchj d,'tngegno che I di beni mondani (e, ' s<legnosi dei mezzi vHi con cui si acquistan_o), non po,sso far a' meno di ricordare q1.1ei' loro allegri an– tenati, Bruno e Buffalmacco, · cjuaind·o:mocontavam,o·a Maes,lro Simone come essi., andavano in cors{J «per ciò eh~ Buffalmàcco le più delle volte vi f.a venir per sè la reina di Franci.a, et io per, me quella d'Inghil– te~ra, le quali son due P,ur ~e più belle donne del mon<lo.». E, poichè io sono per molti titoli pros_simo parente di Maestro Simone, spero che e-ssi' non mi gettev.anno nella fossa male odorosa, se mi' permetto, di desiderare che, desistano dal volere per forza che· a•I d'i là delle Alpi ci conoscano e ci amino, Tanto, è tempo perso e fati-ç,agettata. Non è riuscita tant'altra brav,a ·gente prima .di loro: non riusciranno essi. Il puro spirito ·non può nuHa c:ontro i grossi interessi ·del giorno. L'avvicinamento dell'Ita.lia e della Fron– .eia e di tutti if!Sieme' gli àltri popoli avverrà a suo tempo - ma no:Q per ,for,,,a ed oper,a ,di artisti e· di intellettuali, ,come -si legge n~l c.apitolo che segue. ' * , ', Si, l'abbraccio fraterno dei, popo.Ji sar.à opera di m~sse, queùe che furono finora• materia servile della &toria: e non di élites, Per queste .l'ora d_elt;ramonto è. su?nia~. Siamo forse -all1'q;ltimoa.tto ,del ,crepuscolo degh Dei, ed è per veniTe un tempo nel quale noi, più o meno intel1Iettuaili, rn;m j::onteremo più nulla o 'tor– ner,emo, ,come al tempo dellia, plutocrazia Romana, dei .liberti;· o, ,come ,sotto i duchi deHa Rinascenza dei . cavalla.ri se n,oo for:se-d'ei giullari. Un mio .gr.à-nde',a:mi– co ha p.otuho giorni -sono interrog1are deliootamente un Russo ,scienzi,ato coltis,simo,, fu.oru,scito Tecenterirnnte •daHa ·su,a patria. « l11Governo mi .trattava be.ne .- e·gli ha risposto ,gravemente ,uscendo d.a,l suo riserbo :aibF · tuale -- perchè io sono tecnico: e come a tale, mi .era concessa una distinzione alimentare che consiste in un· uovo. aJ.mese». Il qu.a,le uo•vo·m.ensile,· ai miei · occhi,. è simboltco da quanto la falce e il martello, che l'altro dì gettammo nell'urna. E poichè amo·r' fati è il segno della nostra nobiltà· e il coadimentò spirituale all'uovo. mensile, aggiungeremo che ciò .che è n.ecess,ario è anche giusto, G:i~sto, perchè al genel'e umano noi si ;i.mo stati for,se più co:lamitosi che be– nefici, Molti di noi sono -stati in ogni tempo furie e . faci di· guerra: Nelle no&tre officine abbiamo allestito ideologie funeste e ga.s asfi,sswnti. . • Verrà dunque, o già è venlito, il proletariato, Per .. ora i suoi rappresentanti (sia detto ·rispettosamente) dispet-dono troppe energie in invettive, urli e divin-, col.amen-ti epilettoidi parlamentari: gioco illusorio e monotono e troppo facile, tanto che <; 1 è stato un uo– mo,. !'on. Imbriani, che ha potuto s-ostenerlo per molti anni da solo o quasi. M-a presto es,si·compren– deranno che c'è un lavoro ben più a,rduo-da compiere f-uori, ed è l'avvi-cinamento e l'intesa delle masse pToletarie <lei vari paesi . .J.'applicaziorre integrale del– la formula. m.arxi,stica: davora,tori di tutti i ·paesi, unitevi!». Sì, ·unitevi dav.vero, lavoratori di tutti i paesi. AbbFaC?Iatevi e confondetevi. Tenete ,le vostre 1.

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