Critica Sociale - anno XXX - n. 1 - 1-15 gennaio 1920

. \ CRITlCA SOC,IALE. 15 sere in guerra, mentre l'animo cova l'odio per cò– loro che l'hanno provocata o accettata, o che. la fan– no durare ; mente l'ufficiale che, per non apparire . inabile nel governo degli uomini, li dà- tuttora· di– sposti a rinnovare per Ja ventesima volta l'attacco contro posizioni inespugnabili ; • mente il generale. di fronte al Comando Suprem9; accettando, per non e 0 ssere s-Uurato, di diriger e le operazioni più as-surde e micidiuli; mente il giornalis.ta. priv11egiato, che scrive i suoi resoconti <Jttii;nis·hiciòalla sede ··di un .comodo Comando; ment•·il fornitore, che invi-a ul fronte indumenti inadatti e non resistenti, proiettili che non esplodono ; mente la nobildonl).a ·che' dà. l'oro· alla patria, ma in compenso si copre di gemme e di pietre preziose, o che spesso non si prodiga nelle corsie di un Ospedale militare se non per es– sere libero di abbandonarsi nelle bracci.a dell'ufficiale ferito, o in quelle del medico, o in quelle del solda– tino che ha avuto il suo quarto d'ora di. celebrità in un episodie eroico. Ci fosse almeno un po' di sin– cerità -nella intima corrisp~ncienza epistolare f Ma · no, la mancanza· di .sincerità vigila anche su di essa, perchè il combattente è costretto a mentire per non contristare i .suoi, oppu,re_cede alla tentazioQe di veder . pubblicate le sue righe · suf giornale·, nei'Ia rubrica riservata alle lettere dei soldati. Il più .sincero di tutti. è forse il poeta, essend9. l'irreale e IQ stato di sovra– eccitazione \il mondo· in cui egli spesso vive. · Tuttavia per alquantò tempo l'esercito resiste per .J'el'0ica abnega•zione del soldato, ma specialmente per questa profonda quanto semplice ragione: . che gli uomini-soldati hanno potuto ricostr-uire .nel loro ri– parto un.a par~enza della loro famiglia. Fratelli sono i compagni d'arme, e gli ufficiali, ;venuti ..essi pure dal popol-o, tengon Joro luogo dei genitori e dicono con la loro v9ce .Pi!ltosa: <r Pazienza, ragazzi, siamo qui tutti .a far la stes sa vit a.• Finirà quesi.a .guerra, torneremo alle ·nos.tre ca.se ». Ma, a poco a poco, si rompe la compagine morale dell'esercito perchè' il Comando Supremo, con le continue cinematog:\'afiche esonerazionì e sostituzioni dei comandanti, gli toglie i perni che -sostengono la· famiglia militare, talchè la massa de' combattenti .diventa un .conglomerato di pe:\'sone estranee l'una all'altra, una massa che al– l'urto impreveduto del nemico cede: ognuna di quelle persone crede allora ,di poter liberamente tornare a casa propria. Ecco Caporetto: l'orda de' fuggiaschi sospinta o preceduta dall'orda dei prof-qghi, e tutti premuti dal· nemico: sono gli o-rro'l'i .della• ritir~ta. di Russia nel 1812 centuplicati ! AI Comando. Supremo vanno finalmente degli uomini i quali comprendono ·come sotto il- ,berretto del solda-to vi sia un uomo onorato e non un candidato aJ,I'ergastolo: . l'esercito non è ·più un grande istituto di correzione. * Quando J,anazione si vide mutila.la di una sua parte e ciascuno tremava non già per l'astrattezza di una patria più g-rande, più iorte, più temuta, ma per la sua casa, ma per il suo letto, ma per la cara consue– tudine dei. parenti e deg,Ji amici, allora veramente la guerra dive·ntò nazioll,l)le e tutti gli ·sforzi conversero. · nel fine di cacciare i,1nemico. Chi pensava ancora ad occupa,re Trieste, Trento, la Dalmazia ... ? Nessuno: si faceva consi,stere la suprema felicità nel ricacciarè il nemico al confine, ma, ba<late, al vecc'hio e. vitupe– rato confine, perchè si sentiva che', tutti assieme, i paesi occupati in virtù delle undici battaglie, dell '1- ·of1oteca Gino 'Bianco soi:izo non v.ulevano un chilometro quadrato della bella. terra friul.ana caduta in mano al ne(Ilico. Se– nonchè."i e.api temevano forse che gli uomini, i quali per tre anni av~vano uciciso•o visto morire i compa– gni, non sapessèro più odiare abbastanz,a: e invece odiare occorreva, perchè ,senz'odio non si vince la guerra. Si pens_ò.allora malauguratamente di scate– Qare con ogni mez_zonell'uomo questo sentimento e di. di·sciplinarlo, lasciandogli ,a tempo giusto le conve– nientr' valvole di esplosione: si scelsero gli uomini meno sensibili, anzi i meglio ·predispos-ti alla cru– deltà, si organizzarono in reparti speciali, con paghe, con premi e prerogative speci,ali. Nessuno pens,ava in quel momento che I.a belva umana non s.arebbe tornata facilmente al ,guinzaglio, ·una _voltacess.:1ta la guerra: la··stessa autorità, 'che in tempo di pace pre– dicava la mansuetudine e puniva i violenti, or.a co– mandava la vio-Ier:iza. Dura lex, sed /ex: çhi fa il p.rimo passo nella guerra deve fare anche l'ultimo. li fine giustifica i mezzi, sogghignava lo spirito del Machiavelli, il quale si preparava a giudicare la no– stra guerra. Il nemico, infat_ti,_ con là. sua tradizionale furberia, vigil-ava•,pronto a trnr partito dalla nostra bonomia per non perire: nel gÙ.ioco c-he durava da ·anni esso s·tava per soccombere, perchè, 0011 avendo il nemico in casa, s'era spezzata la molla della guerra, l'odio, ed inf,atti. re sue divisioni a-ccennavafl-O· ,a piegare. Al– lora un fatto stupefacente si verificò, un fatto uuovo n'ella storia ,dei popoli in guerra: ·cioè si _constatò· •che, mano ma·no che la resistenza mi!Hare s'affievo– Jiva da paTt:e del nemico, questo andava ogni giorno. togliendosi un :ittributo del'la propri,a P,ersonalilà giu– .ridica. Oggi si s-taccavano dall'Impero Austri,aco, pro– clamandosi indipendenti, alcune parti'; domani l'Im– peratore accordà~-a ai suòdHi importanti riforme i-s-ti– tuzionali; posdomimi l'Imperatore stesso abdicava e lasciava sorgere le repubbliche. Insomma: era un ra– pido Iavorìo di trasfor!I1azione che -si compiva sotto gli occhi stessi dell'Intesa, la quale se ne compiaceva credendo che sotto i .suoi colpi l'Austria andasse in frantumi; ma in realtà altro non era se non il sa– piente trafugamento dell'Austria responsabile, cioè dell'Austria che avrebbe dovuto, pagare le· indennità di guerra. Il giorno in cui l'esercito austro-ungàrico fu an·nien lato ed i suoi resti risa'lirono in disordine e senza speranza f e valli che avevano discese con orgogliosa sicurez?,a, l'Austria era scomparsa ·ed in suo luogo s'erano levati in piedi divei,si Stati, for– mati, è vero, dagli stessj uomini che avevano formato l'Impero, ma ognuno de' qurli poteva quasi· gim)idi– camente allontanare da sè ogni responsabilità deJ.I.a . guerra e rifiutarsi al pag·amento immediato dei tri– buti e delle taglie di guerra. L'Intesa, o, per meglio dire, l'ItaHa, ,si trovò nello stesso caso di un creditore. che, presentandosi al de– bitore ostinato· per sequestrargli la. casa, si veda ac– colto dal più ingenue sorriso di· un tizio qualunque subentrato all-a chetichella .al debitore nel possesso della casa e dei ·mobili. Nelle sue mani rimasero· cinquecentomiJ.a prigionieri e settemilà cannoni: ma: i prigionieri erano uommi da nutrire, ed i cannoni erano materiale non utilizzabile in tempo di -pace. * Non si creda però che l'errore òeU'l,ntesa si.isi li- mitato a lasciar compiere· ~-1nemico codesta fraudo– lenta soslltuzione di persdnalità giuridica: l'errore I ' '

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