Critica Sociale - XXIX – n. 21 - 1-15 novembre 1919

CRITJCA. soça.ALE • I ' me ww dei più yraui documenti della dollriina e del– la esperienza socialista del nostro tempo, che si con– frappone fermamente sul terreno dei fatti agli spi-.. riti ed_agli es~mp~ del :bols'\evisrn,0: . . Oggi dell9 sfoclig .vasto ~ chiaro diamo la p·re– m.essa ge1Jerale; s-<tyuiral'l.tW ù, a/fi,rellanti capitoli · le drescritioni de'Ì diversi' procedimenti soc,ializzat0'ri per - l 1 industria, }'agrieoUu.ra, · il co,i&mercio, · Ze Ban– che, ecc'.,.Tra(tundosi di un doettmento, che· r.ilrae · dall'aut0rità_ e dalla diynità. dello scrittore la s.ita 1 precipua importanza, non abbiamo - t·iserve da f'are. · Non staremo quindi a rilevare oome; nellfarticolo · che segue,. la netta divisione fra rivoluzione p,olitica- . e rivçrluzione socialista ci sembri troppo... nella, lrQppo semplice, troppo·, diremmo quasi, scolastica. La stqria della democrazia ·borghese dimostrq lrÒp, po i fata1.i permanerpi:f allacciamenti· del privilegio economico e del privilegio politico·. Sotto la demo– crazia polit.icarnente p(ù egualitaria si può n_ascor1- •. dere la· più profonda reazion e soc iale-,e ... politica. . AncNe il s'Ul[rayio w1ÙJfrsale pr.hi.> és~ere, borghese– me,~te, ,.,allo ad -oppressione, e 1ton poche. illusioni b.a sfroridate aprendo la via ài sognatori di una de– mocrazia operaia ch'essi repr.t:lanopiù vera (e sarà poi da _vé.der_~ Stl l<? è. _ver.a'!'-ente, eç!,anz_i 7 s_e è_« de– mocrazia »,cio che il l<..cwtslc!f., pu esempio, il più' au"' lo,:euole interprete- di Ma-ri;, jieramrnle .contesta).;· ad ogni modo di una forma ·{i.i rappresentanza più. rlirella ed esclusiva del lauof-o, il Soviet.- · Se noi· diciamo il vero, l' es·empio di qualche re– pubbJ.ica, tutta gonfia dei proclamati diritti dell'uo– mo, insei111.abbastanza in que$lo tempo strozzatore. dei diTitti ·dei popoli. Se i,l Baiteir sembrà tenùe al- · lro concetlo, si è forse per-chè egli\~ ancor:anella luna cli rrvi:ele della ri.f?oluiione pàlitic.a,, in 'pienq, fesfo. di ,~ozze con la libtrtà i11trodotlaattraverso _i f r-àntumi di wi trono, e dì una corona. A lui ed a noi ·il voto che la sua rivoluzione politica·, immediatamente in– (!,etlr,ala dal. Partito Socialista, 'non ùegga c.o~tituir_si la d-emocraz:ia·-politica· di_ Clemenceau, di Llyod George, per ,wn di:re · quella plutocraticçi di· Wil– so,:i. - i tre -grandi cèt,pi d'ella gue.rra per la demo- crazia! 1 • . / I La ri,,oluzione poliLica hn d~tronizzalo il /(aÌ{!;é;, !1~ lim\nato _ l~ C?mera dei Signo~.i, ha •r~vesciato i:J, sistema pmviJ.egiato elettoralb ne, Cornu;n1 -e nei}Je Ptovinèie. Tutti i privilegì politici sono annuHati, Lutti i cittadini d~llo St;=iLo, senza di'ffer,enza di cfass•e, ·. .e!~ _cet.6,' di -sesso, so1ilo adesso è'ittadiòi di uguale chrillo. · · . , ·Ma Ja· rivoluzione politica è solo una mezza ri– volm,io!'le, Essa can·c-e:1-la l'oppressione, politica, mà. lnsci1:1sussistere lo sfrnttame11lo -economico. Il ca– pitalista e il lavoratore sono uguali · giuridicamenl~ l'tlno aH'altrb, essi godcmo ugu·ali diritti -politici, ma 11Onpérciò meno sono l'uno un oapitalista e l'altro un lavoratore; •l'uno signore della fabbrica e della min-.i~r,,~,-l'altro povero e ·perseguitalo come un cane io c-hie~: · , . . . . La rjvo!Juzirone poli~ica non cancella I-o sfrutta-' nfonto ecoriomi·co; essa lq fa spesso molto più sensi- · bi-Iie. Abb,iamo. 111oi rovesciata l'onnipotenza del Kai– •ser per restar-e sotto·rm,essi all'onn'ipotenza del capi– LaHsrno? Abbiamo noi spe1.znta la dominazione itlei .-g10neroli, dei burocraLi, dei feudatari per rimanere schinvt' dei . direttori •di Banche, de,j magnati dei l1'1tsls, dei cavali-eri clella Borsa? · Eoco- quèllo che si domandano, le màsso lavora– trici. La .mezza rivoluzi011e suscita la volontà della rivoluziòne jntera. Il rivolgimento politico suscita la volontà del rinnova1nento social,e. La vittoria della democrazia gl!tida aIJa· lotta per il Socialismo. I ,11 vittoria dell.a democrazia ndl'Eur<'>·pa centrale è il :portato ·de]!a gueiira, la conseguienza del fa di's- _· falla <ldle · P~Lenze centrali. La guerra ha dis-lruLto l,e riso1·se militari delle due monarchie militari, ha slrappal.o aJ.lo SL;;iLo auloriLario i suoi me~zi cli coo_r– ciziòne, e così ha co~doLLo .la democrazrn alla vtl-, lor'ia. Ma la sl-essa guerra-ha portato anche impor-· lanti 'l'ivo'lgimenti econop:iici ... Questi rivolgimenti fanno ç~el Socialismo ·~ina ineluLLabil.e o-eoessita. · · Durante qi..iatLroanf,ì, i popoli non hanno,più co– s1.r11tto ..case, ma soltanto scavato trinceè, non hanno Ì'>iù coslrHlto macchine, ma solo granale e srap~inel, uon hanno più' co'ltivalo j campi, ma soltanLo fab– bricato cannoni. Al nostro suolo si sono strapparle ·s-Oslani',enuLritive; i.I nos~ro mac-olùnario. è -consun!. Lo, le· uostl'e f~rr0vi,c sono in rovina, i nosLri abili e la llO&tra bianchei:ia sono di·venul.i cenci -,--: tutta 1a ricchezza. della società è dist,rutla. I popoli, a l:agion,e della guerra·, sono clivcnLaLi poveri, _indici- b ilme.nte "poveri. , . TuLli i popoli sono divenLal.i µ'overi, ma i popoli deWEuwpa centrate ancora ,p.iù_ degli altri. P,erèhè l'loi .siamo i vinti; noi dovr,erno µagare ai vincitori 'la riparazione dei danni della' guerra. Così poveri come s-iamo, noi dovreN10 dallù noslra ;poverl.a Lrar·– re ancor:a un g~gantesco tributo ·p·cr i vincitori, Noi lavor.-eremo. Ma per eh.e cosa? Noi dovremo lavo– rare innanzi tuLto per mondare daHe gramigtJ.-e- il · nostro suolo. abbandonalo, per sosLiLuire le macchi– ne u-sale con macchine m1ovc, ver rimettere in or– d'ir~e 'le •irnpov,erite ·f<?.rrovi-e. E poi noi dovrerr10 lavo– rilre per produrre tulle le merci éon le, quali noi pughere.rno il. t.ributo ai yin ci tori. Ci potrà resl.a-re, in - talk si(uaàone, abbastanza 1fqrza di lavoro per J?ro<Ilurr<:; ancora in, .misura suffìciente. qucHo che -a , noi s-'Lessinbbisog-r1;a:· cibo e v~stiario, casa e hia11- '1 • ? ' L G· 1~na: · Noi sarèmo. pov-eri,, indicibilmente pov-eri. ·Pos– . sit11bo noi· frL siffatta povert:', offrirci il lùsso di pa– ·gar-e sul prodotLo del nostro làvoro ancor.a un tri– buto a eleganti prelati, a orgo.glio'si aristocraLici, a pres,unLuo'si. vincitori di guerra ,e a oziosi recldituarl? P.1.1ò un ,popolo, che è diventato così povero, -soppor– tare che . i,l -frutto, risparmiato del suo.- lavoro sia ancora distribuito così inegualmente? Noi s.iamo· troppo poveri, per poter [tn.cora divi– dere il· prodotto' del nostro lavoro con capitali-st~ e propridàrii'. t abbastanza ,penos·o che 11oi·,in forma d'indennizzo di guer-ru; dobbiamo pagare ·tributo a capitalisti ·s~r.ani-er'i, .perchè noi .possiamo ancora · rimanere lributarii ·dei nostri capitalisti in patria . Nella nosLr'a distretta: ccouomica c'è solo tina via di scampo: il- Soc>ialismo. La guerra, che hu por~ tato là democrazia alla vittoria, ci ha anche spinto sulla vin d{~l · SociaEsmo. Ma come potr,ern0 no.i ve– nire ad m\ ordinamento soci 'ali-stièo della socielà? Come µossiamo noi, le. fa.bb~ ·iche e le miniere, le foreste e k campagne, la- grande proprietà e il gran– de ·possesso mobiliare, che oggi appartengono ai· capitalisti e ai proprietari, trnsferire nella proprietà di Lutt:o il popolo? ' . . La rivoluzione- polit.i,cè"!può ,essere l'opera di uu giorno; al posto della monarchià, la l'C'ptibblica ~. ,in--luog·o dei privilegi dei pochi, l'eguaglianza -giuri'– dica di tutti; questa fu sempr.e l'opera di un colpo di mano di una grande ora. Molti credono sia Io stesso dell.a TivollJ].zione sociale, credo110 che la ri– voluzione sociale sia rapida e in1provvisa come la rivoluzione· politica.· Un giorno i la:vo-ratori si po-· tr-ebb,erq_-impadrbnire in una volta sola di tut.\e le fabbriche, mini.ere, case cornrn.erciali,. ·Banch,e. lali– foncli, bandire sempli,cem~nte i capit11Iisti e i loro dfr-ettori; e così la propri-età, che al mattino era an-· cora la proprietà. dei capita-listi e d-oi p·roprietari, Arn·~,bbela sera proprie~à .del popolo lavoratore. 1~: coRì? ~ì.1ò verninenLe così rapida ,e sveHa farsi la 1·i– volnzion-e SQCinle? I1 nostro benessere dipende da , I \. I I

RkJQdWJsaXNoZXIy