Critica Sociale - XXVII – n. 12 - 16-30 giugno 1917

I CRITICA SOCIALE 165 ·' tività dell'Impero britannico (prinµ della guerra an– tigermanica, per dare un.a se!Jlplice idea dell'entità economica di esso;un quinto all'incirca della produ– zione mondiale del frumento, olbre un quinto di quella del -cotone, i tre quinti di quella dell'oro erano pro– dotti dall'Imper.o _britannico, ,che <la solo possedeva il 44 per {5ento .all'incir-ca di tutte le navi mercantili del globo da 100 tonnell.ate in S'l!l, esercitava un com– mercio di -circa 46 miliardi di frahchi, disponeva d'una ricchezza privata cqmplessiva valutabile in 625 miliardi di franchi), non sembra nel mondo mo– derno destinata .a tradursi in realtà; la s emplice ten– denza d'un mercato siffatto .a mantener.si da sè, pone il problema -dei futuri· rapporti co mmerciali fra le Nazioni oggi alleate e le Nazioni 1 oggi nemiche su· basi molto- diverse,. come da quelle anteriori alla guerra, così da q\lelle caldeggiate dai fautori dell~ guerra economica dopo la guerra militare. L'Italia- in particolare, 1.a quale non h.a nè l'Impero coloniale della Francià, nè _gli sp.azii e le risorse ,sterminate della' Russi.a, nè la popolazio'ne e la posi– .zion..e geografica ~ella Germania, ·stretta in mezzo tra i vecchi e nuovi organismi e-conomici mondi.ali, ben lungi dal far getto delle sue ·antiche correnti di trafiìco coll'Europa centrale in omaggio ad ur_1.a spie- . gabile e giustificabile psicologia antigerrhànic. a di guerra, esa&per.ata per meglio sfru ttarla dagli ip.te: – ressi protezionisti, ben lungi < l.al pregiudicare con una politica balcani,cà (serba i n p articolare), /even-– tua)rnente non rispettosa dei diritti nazionali di que~ popoli, i ~uoi futuri rapporti economici colle genti slave, greche e latine deJia penisola balcànica, dovrà nel ,proprio interesse,· dopo I.a guerra,· intensificare · di tanto i st1oi· s-ca,mb.i coll'.Europa settentrionale e centrale·, orientale e sud-orientale, di quanto il gran:.. de mercato inglese (ed altrettanto avverrà per qual– che altro mercato coloniale britannico, prima della guerra largamente .aperto all'Italia, l'egiziano ad esempio) le sarà non solo più limitato dal nuovo sistema protettore della Gr.ap Bretagna ma anehe, col tempo, per molti prodotti conteso dalle colonie temperate e subtropicali dèll'Inghilterra, in esso do- ganalmente preferite. ,, GENNARO MoNDAINI. ILNUOVO ERBO DELLA 'SCIE~ZA DEL PROf. VILfREDO P.ARETO II. Le azi.oni non-logiche, Sfrondata di tutta la supei:,flua e stucchevole za– vorra delle ripetizioni, delle lungàggini, dei pettego– J,ezzi, delle malignità partigiane> degli sfogh·i esclusi- , . vamente personali,- delle citazioni noiose ,di prosa giornalistica e ,di ,autori di quarto e quinto o'l'd'ine, la filosofia dello Spirito del Pareto, si riduce a queste due nude affermazioni. Pri~o. La più parte delle azioni -umané sono non– logiche e , come tali, è g'iusto e necessario che yen– gano, da pa.r.te delle· scienze sociali e storiche, esa- ' min,ate e giudi-cate. . Secondo. Le spiegazioni e giustificazioni, che soli– tamente ci vengono date delle azioni non·-logiche, -sono insufficienti ed estrinseche. Ànzì, ,a loro· volta, esse sono la manifestazione di altre azioni non-logicbe. O, in altre parole, gli addottrinati, in luogo di dira– dare le tenebre dell'ignoranz,a popolare, spesso non fanno che sovrapporre a questa ignoranw., che almeno \ ... \, ' " ca Gino Bianco è ingenua e senza pretese, l'ignoranza loro, boriosa e tronfia, derivata dalle fonti impure della leggerezza di mente, dell'interesse personale, della passione di par½l. Esaminiamo queste due teorie un po' più dappresso. La primitività e rozzez:z,adella mente ha la sua pro– pria e naturale base nella mancanza della ri'flessione critica, del ritornaré e r·ipiegarsi del pensiero sopra se medesimo. Mancanza, -che si manifesta in due modi. Per una parte, la mente si rivela .anc9ra_incapa,ce di connettere fatto con fatto e considera quasi sempre isolatamente il fatto· singolo, o magari un solo suo aspetto. Esem– pio: Gli opera·i scioperando sono convinti di miglio– rare il proprio §alario precisamente di quel tanto ,che essi ottengono d'aumento. Siugge loro l'tilteriore ton– cate.narsi ,dei fenomeni economici, per cui, dopo non molto, il rincaro della vita, logica conseguenza del– l'aumento, dei ,costi di produzione, ·annulla in buona parte i vantaggi d.a essi ,conquistati in durissime lotte. · Per un altro verso, la manca·nza di riflessione cri– tica si manifesta ancora in ,ciò, che i s·ingoli inqividui accolgono e fanno loro, senza provare il bisogno di verificarle e controllarle p·er conto proprio, .asserzioni, idee, rappresentaziòhi, che essi trovano gilà belle e confezionate nell'ambiente sociale, che essi respirano. 1 Esemp-io: La più parte delle persone del nostro tempo sentono una istintiva _fortissima ripugnanza per la carne di ,cavallo, senza ·peraltro averla mai assaggiata. Ecco un bel caso tipico di idea accettata dallo spirito collett-ivo, senza desideri◊ di controllo. Ora, la rifles– sione criti-ca o ragion ragionante essendo in ultima analisi proprio ciò che ,comunemente dicesi «logica», un p•ensiero, in ,cui essa sia come ;fi.s~ente,può ben deifinirs'i come un pensiero non-logico. Ma un pen– siero non-logico si trasformerà evidentemente in azio– ni non-logiche. La botte dà il vino che ha. D'altro canto, il più superficiale esame della vita coHettiva e della psicologia dei sin-gori ci rivela per ogni dove e in tutti i témpi una -singolare e sensib-ile mancanza di riflessiori-e -critica, se anche non sempre nella me– desima dose_'. Tutto ciò -considerato, la prima delle dué tesi del Pareto appare giustificata. Realmente la più parte delle ,azioni umane sono azioni non-logiche. Senonchè il Pareto, nell'esporre, illustrare e difen– dere questa sua tesi, a parte la forma- maldestra, pe-. sante e difettosa della dimostrazione, cade anche in due. gravi errori di principio. · Il pr·imo di ,questi consiste in ciò, che ,egli n9n distingue, ma anzi confonde e mescola di continuo, le due forme di pensiero · non-logi,co, -che ho più sopra esposte, e che invece è di importanza capitale, per il giusto ,concetto della cosa e le varie illazioni che se ne voglia.no trarre, tenere bene e fermamente separate l'una dall'altra. Quella mancanza d.i cc crite– rio », ossia di riflessione critica, per cui non si riesce a -connettere le idee proprie, non va assolutamente -confusa con quell'altra, per cui non si riesoe, .aQzinon. si tenta neppure, qi criticamente vagliare le idee altrui. Se quello infatti è un pensiero manchevole e· defkien– te, questo è da dirsi piuttosto un pensare colla testa degli altri, ,cioè un non pensar-e affatto. Così., per dare un esempio che jllustri• efficacemente tale diversità, quelle infime minoranze, le quali seppero colle. fur-. _beria e coll'audacia sping-ere l'Europa alla presente guerra, hanno dato prova purtroppo di un pensare alquanto defidente, unilaterale e contraddittO'rio: ma,

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