Critica Sociale - XXVII – n. 12 - 16-30 giugno 1917

160 CRttlCA SOClAL~ ' I A PROPOSITO D CAVALLI DITROIA Si agita da parecchio tempo in una gran parte della stampa nostrana una polemica -che promette di di– ventare croni-ca circa la penetrazione economi-ca te– desca in Italia. L'argomento non è nuovo:. l'allarme anzi fu lanciato assai prima che avesse inizio la guerra europea; ma allora l'abituale sonnolenza del 'hostro pu-bblico non fu neppure per un istante turbata dalla denunzia di un pericolo che oggi, invece, si pro– clama gravissimo. Nè il fenomeno è soltanto conse– guenza del nostro speciale temperamento, il cui con– sueto quietismo è soltanto interrotto da crisi fugaci cli isterismo. Altre preoocupazioni e ben più sor– dide ispirano la campagna giornalistica -che qui si dc,nuncia. La quale a volte si queta; poi d'improvviso rifer– menta come appena un fatto nuovo venga alla luce, ribolle come appena sia_ scovato qualche milione di marchi investito in industrie italiane, riarde con rin– novata. energia, sfavilla, prorompe. · La stampa interv-entista ha di queste rime obbli– gate: i suoi eooessi di un tempo la incalzano; esausta, deve sempre più spesso ricorrere ad afrodisiaci per dare l'illusione di una fittizia virilità .. Deve agi_tarsi. per vivere,, deve aggredire per simulare una com– battività giovanile, deve ogni giorno denunziare un pericolo nazionale per cr,earsi delle benemerenze uh triottiche. Il fenomeno si ripete con taJe regolarità che merita ne siano indagate le ragioni più o meno ri post.e. Le vere preoccupazioni dei gruppi capitalistici che dominano la nostra stampa borghese sono alcune di ordine contingente ed immediato, altre a scadenza lontana. Il -capitale non difetta mai di previdenza:· oggi vive grettamente alla giornata, taglieggi::\ndo come meglio può, borseggiando e r\cattando senza scrupoli e senza pudore; ma è ad un tempo lungimi– rante e non perde di vista il domani. Le rivel:'l.zioni ultima circa il -caso deJla Trans– atla~tica sono di tale gravità ,che, in un Paese dotato cli maggioJ1e sensibilit~ morale, avrebbero immedia– tamente rovesciato la tr.apezitar,chia ,che da noi de– spoteggia. Un gruppo -capitalistico offre- un c_ontratto ad un altro gruppo; questo rifiuta e -l'altro gli scatena contro tutta la stampa, invoca l'attu_azione dei rigori di legge, l'ottiene e infine compie,.il meditato ricatto· a condizioni anche più vantaggiose di, quelle offerte prima. Questo losco episodio è di una ,enormità che non ha bisogno di commenti. Si discuteva un tempo della necessità di una le– gislazione di guerra, che_ si ispirasse a. cri ter1 di· prontezza, di energia e anche di sommari~ giustizia pur di aocordare adeguata tutela· alle così dette su– preme necessità nazionali. Oggi che una tale legisla-. zione è in funzione, vien fatto di domandarsi sè non si.a il caso di abolirla. Se, realmente fossero ia gioco necessit'à nazionali, perchè mai· il decreto 6 · giu– gno 1916 non venne applicato in tempo alla Trans– atlantic_à? Che se poi una legislaz.ione del g-enere non dovesse avere altro scopo ,che consentire al capita– lismo nostrano di ricattare gruppi m·inori per poi assumere posizione di monopolio di fronte 'allo Stato e domani di fronte ai privati, l'immoralità ne ·sarébbe ·Biblioteca .GinoBianco • così evidente da renderne necessaria per lo meno un'accurata revisione. , Il fenomeno non ha valore softanto per se stesso; ma altresì ,come sintowo. Non -come episodio isolato; ma come indice di tutta_ una situazione morale. Il ,capitale è normalmente e per sna natura conquista– tore; ma i suoi metodi sono div,ersi. Un tempo chie– deva, sommessamente, ,corrompeva, s'infiltrava a poco a poco, si insinuava, penetrava: sembrava che le · stimmate della refurtiva ne rendessero vergognoso ' il possesso agli stes,si suoi detentori; oggi ha d'im– provviso acquistato u'n coraggio che .è sfrontatezza, una combattività che è aggressività; di ciò è bene· si - renda conto fin d'adesso il proletariato affinchè alla sua volta si prepari alla lotta di domani. Le pr,eoccupazioni a scadenza lontana· del nostro ,capitalismo sono .altre ma non meno sordiçle nè .meno imp·u9-enti. Esso domanda tout court. una legisla– zione che valg5'- ad affrancarlo da ogni cohcourenza di capitale, straniero. Nè soltanto per la dur~ta della guerra; ma anche e sopra tutto per il dopo-guerra. -È una caratteristi-~a anzi di certa stampa nostrana _il ,considerare sub specie aeternita'tis i còsì detti pro- 1:Hemi·bellici; essa ignora o vuole -ignorare cbe la ~ vita internazionale do-vrà pur ripigliare il suo ritmo normale e finge di credere all'eternità: della guerra, ·o in tuitti i casi iqimagina la pace come una conti– nuazione dello stato di guerra, quasi 'rche le çontese •€} i conflitti odie,rni avess_ero a riprodursi e a perpe- , tuarsi sotto iaspetti piversi ma ,con sostanzialità im– mu~~- · ,. . · L'industria ge~mani,ca superava le più rigide bar– riere espatriando se stessa; e<l ecèo la stampa: inter– ventista domandare · fin d'adesso misure quali nep– pure, Ìl più i vorace prote-zionista ha mai osato chie– dere. Si grida alla {ton.quista germa.nica ovunque sia qualche ,capitale tedesco investito in industrie ita– liane; ma Qon vi sono for,sè in Italia larghi investi– menti di denaro, francese e svizzero e belga? ed. è ' • I forse possibile ,conquistare una Nazioh-e. col mezzo di po-chi milioni ,come· se si ·trattasse di un vilayet turco? · Del resto in Germania, subito dopo corichÙisa la p-a,ce, sarà tale il bisogno di riorganizzazione e cosi intensa la domanda di risparmio, che grati parte, dei capitali investiti all'estero rimpatrierà. Ma, anche se 1 una parte ingente' ne dcnesse rimanere presso di noi, dovremmo in que;§to vedere un cauchemat, un incubo e insieme u'n pericolo per la nostra futura vita e,co– nomi,ca? Si pretende che le risorse del nostro Paese deb- 1 bano essere sfruttate inte·ramente a profitto di ita– liani; noi opponiamo che <lebbòno ·essere sfruttate unicamente -dai la.voratorL Ma, anche ammessà• la tesi borghese: finchrè 'il nostJQ capitale 'difetterà di inizi,ativ,a o ·eceed~rà in ingorda avidità, •flnchè non avrà attitudini. brganizzative, sarebbe una· forma .di p·roteiionismo cinese quella che pretendesse vietare l'immigrazione dei capitali stranieri sotto speciosi pretesti sciovinistici: · Vi sono Nazioni 'ìviportatrici di capitali, come ve ne sono importa,tri-ci di mano d'opera; i divieti che oggi si inyocano non. sarebberò meno gJ'.etti di q"4elli èon cui l'Ameri,ca ha voluto difendere i suoi lavora– tori dalla ·concorreqzà del nostro proletariato. /

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