Critica Sociale - XXVI n.18-19 - 16 set.-15 ott. 1916

' CRITICA SOCIALE nè lo sconfinamento delle am,bizi-oni, nè la politica estera cinica e aggressiva, nè l'igiene del •m,ondo, nè la distruzione del passatism,o; ,ml8Jncano, f.orse sol– tanto le ,parole in .libertà. Eoco per,chè il signor McHie,r · Van der Bruck ammira il futurism,o, per amore del quale tSi I.ascia andare -a fare qualche stim,a dell'Italia, madre di tanto .avvenire. Ed ooco anche perchè, aven– dola, come tanti altri, aff•retoota coi voti, i futuristi appartengono al .non benemerito Comitato internazio– nale di preparazione incivile di questa igiene del mondo, la quale per altr-0 pochi ,s'attentano ancora a lodare. · * ** Perfettamente intonata con l'intonarumori è questa altra proposta: di abolire per vent'anni le cattedre di lettere e filosofia per scagliare tutte le energie d'I– talia sulle grandi vie della conqu ista industriale e commerciale. « Va hene, signori: e p.oi andate a dire, che si.amo noi i b.arbari » - esclamò una volta J aurès, interrotto .a ·mezzo di una citazione d'Omero. Ma un poeta futurista, sentendo prossim•o il batter deUe• ali di -codeste nuove felicissime età, cantava nel 1913: e dalle finestre dei commessi-viaggiatori finestrini-viaggianti di treni fugge la campagna presa a calci-in-culo dalla VELOCITÀ. È la nuova barbarie che batte .alle nostre p,orte. È l'imperialismo vandalico, è la libidine capitalista che -osano far bruttura su le pa,gine dei filosofi e dei pooti che -sopravvivono eterne•, •:r;ne-nt:re gli im:peri sono, un dopo l'altro, caduti nel 1 null.a non lasciando m,aggi,or traocia del serpente su _I.api-etra. Sono, come si canta in una di queste pagine immortali, « la cupi– digia dell'oro e la cieea ambizione, haec vulnera vitae, che sforzano i mi-seri m-ortali ,a trascendere i limiti del giusto e, .f.attili ,complici e strumenti di delitti, ad armpinarsi notte e giorno ,oon improba fatica per giungere, all'.apioo della ·potenza»: vulnera vitae pe– netrate oggi nel cuore d'una gran gente .al centro d'Europa, che ne sta pagand o la ipena con 1 m-isere fami. Ma questa .gente non ha m.ai pensato a soppri– mere per vent'anni le cattedre di l ette•:re e filosofia, come un.a libidine spasmodica di sùbiti guadagni p·ro-– pone -a noi per ludibrio. Io penso in ,contrari-o che, dopo la guerra, oon– verrà alla gente, la quale non ha troppa voglia di ritrovarsi presto ad altrettali orribilità, •m-oUocura~si spi-ritualmente. Ci.p vuol· di·re sostar-e e riflettere· quasi domandandosi, come il Poeta, dov,e e ia che :miova e ai quali ,tormenti di speranza lontana .questa gente che tanto s'affretta; rivedere molti valori e -rovesciarli di nuovo; di-fendersi dai fanatici, dagli squilibrati, dai semifolli; scuotere via molte •mals.anie-intellettuali che si presentano come eccessi di salute; respingere ener– gicamente l'ecoessivo, il brutale, il mostruoso çhe si ammantano di avveniris•m,o; i.nfren.are, le velocità spasm,odiche ohe passano ,sopra gli individui e i po– poli come libere forze ... senz'e-tica; -cercare e studiare d.a p-er tutto i lim,iti. .. Se a taluno questa par farina del saoco- -di Fer– rero, posso dargli ragione. Sono indegnissimamente libero disceipolo suo... oon qualche riserva. Anche nell'articolo del 31 luglio ultimo, egli -ribatte: « Que– sto infinito disordine è l'ultim·o cap·olavoro de'llo spi– rito Germanico ». Veiro: pur che si am,metta eh.e-un altrettale spirito si m•oveva ,anche su altre a-oque, e altre terre. Un amico mi,o -ha in questo fogHo indi– ooto il Dannunzianesimo. Io oggi il futurismo. P.erehè la diagnosi di sede del· •male deve essere completa, se si vogHono applicare le di,sinfezioni c-he salvino l'avvenire. Alla quale disinfezione degli spiriti ,pare anche a me, contro il parere degli .ingrati, ,meccanici, che •moltò potrà con,ferire il richiamo della bellezza e della saggezza antica, in cui s~aocolgono al-cune delle ri– cette meglio pacificatrici e sanatriici della vita: prima quella dell'cr animus modicis contentus ». La quale, s'intende, va rivolta ai pochi cupidi e. luttuosi sovra– aooumul.atori dell'inutile; non ,ai ·moltissim,i che r.,on godono neppure del sufficiente. MAESTRO SIMONE • • I ~ i;ioteca Gino Bianco 261 , • '

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