Critica Sociale - XXVI n.18-19 - 16 set.-15 ott. 1916

CRITICA SOCIALE 25b Dire, del resto, Governo assolutistico, non signi– fica necessariamente dire m-onarchia assoluta, nè dispotismo orientale. Il « Comitato di Salute Pubblica », -che col « Ter– ror.e » salvò la Francia dall.e mene controrivoluzio– narie e dallo sm.arrimiento e dalla pigrizia d'animo delle masse, non aveva in sè nulla, ,che ricordasse neppur da lontano la boria monarchica e il fasto dei Satra:pi .antichi. Eppure esso fu l'esempio più tipico e più bello di un Gov.erno forte ie deciso, •ca– pace di frantumare come fragile vetro la :r.esistenz.a opposta dalla furberia degli interessi particolari al– l'interesse collettivo ie dalla stupidità ·ret.rogr:ada delle folle .al diritto eminente della Ragione, della Pera Ragione di Stato. Nè vale dire, che i molti sapranno sempre m,e– glio in che si.a v,eram,ente da riporre l'interesse ge– nerale e la salute pubblica. Certo, questa è la som– n1a verità e l'eterno principio cli ogni teoria dem,o– cratica. Vi sono però, come già dissi, casi, e quello d'oggi è forse uno dei più caratteristici ie -cospicui, in cui i' 1nolti, pur sapendo benissimo o alm,eno intuendo da qual parte si trovi il reale ·vantaggio. pubblico, poi, purtroppo travolti inconsapev6lm,ente dalla suggestione g,enerale, non lo br.am.ano ver:a- 1nenlie più e appaiono comunque incapaci di attuarlo. * ** Gli uomini politici si possono considerare come l'incarnazione stessa del principio dell'interes&e col– lettivo. Non tutti, si capisce. Così non tutti -coloro, che scrivono romanzi e poesi,e, sono rom.anzi,eri e poeti, e non tutti coloro, che sono a capo di un esercito o di un organismo commerciale, hanno la vera stoffa di capitani o di uomini d'affari. La de– finizione dell'uomo politico, d,el vero uomo politico, cioè dell'uomo cli Stato, coincide in modo .assoluto con quella. del p.atriot. ta. Vero pal.riotla è infalti co– lui, -che non subordina il b.ene coJlett.ivo al bene proprio, o, il chie è lo stesso, a quello di clientel,e e ceti particolari, ma tien rivolto ognor.a lo sguardo sopra l'intiero, cioè sopra il bene comune ed indi– Yisibile della nazione. Non solo, in.a - buone int,en– zioni a parte, che nella pratica realtà hanno scarsis– simo peso - non è n_e.anche v•eropatriotta colui, che– del bene collettivo si forma un concetto erroneo, non adeguato al reale suo essere, e si lascia fuor– viare ed .abbagliare da .astrazioni non -criticamente vagliate o, peggio, da fr{lsi faUe, le quali non si sa, o talora si sa troppo, d'.onde scaturiscono. ç>ra, partendo d.all'ide.a, che gli uomini, i quali, p,er naturale temperamento e p,er oramai contratto abito professionale, sono veri politi,ci, ossia natur:al– mentc disposti ed usi ad .agir.e da v,eri patriotti nel senso già esposto, di chi sa cioè elevarsi .al di so– pra eleo-liinteressi particolari, individuali e cli classe, e cli chi sa giudicar.e altresì con giusto discernimento la re.altà storica e politica, senza farsi prendere la n1ano nè da vùotc fisime nè da cabale .furbesche, che tali uomini, dico, si.ano i più indicati a m,ettere a nudo ,ed eventualmente .a dis.trugg•ere il funesto accordo fra la violenta scaltr.ezza dei meno e la fatua stupidità dei più, auspici Ja « d,emocrazi.a » e la « libera stampa », ne consegu,e essere som1na– n1,ente augurabi1e, che questa naturale tendenza de– gli uomini veramente politici, si trovino essi o non a 1 Governo, venga quanto· più possibile incoraggiata, co1Liv.ala, facilitata nei m,ezzi e negli effetti. J~ noto -come la guerra odierna .abbia conferito ai Governi in carica poteri eccezionali di caratt,ere rac– cisam,ente antidemocratico•. I Governi però sanno e sopratutto sentono di dovere tale investitura ai par– titi ed ai ceti favorevoli .alla guierra, in una parola n 1 •e.a pitale, .nUcato, .Rnzi padron.e della stampa e, 1nc,rcè qu.csta, dcll'int.icra pubblica opinione. Occor- BibliotecaGino Bianco rerebbe ora, ,e questa potrebbe e dovrebbe essere la n1ira costai1t,e dei politici socialisti, destare nei Governi la chiara consapevolezza di ciò, che essi possono, purchè lo vogliano, e, presentandosi l'oc– casione, usare cotesti strumenti cli nuovissima sof– fo·cazione .antidemo,cratica (pieni poteri·, Censura, di– sciplina militare) anche contro quelli stessi, che glieli hanno foggiati. A migliore chiarim,ento ,convi,ene tenere presente, che gli uomini politici, come tali, hanno ognora di mira il bene pubblico. Essi possono devi.are da que– sta loro essenza e sbagliare nei loro giudizi ied atti. Errare humanum est. Ma presto o tardi la natura e la logica interiore del loro temperam,ento e del loro st.esso uffi.cio prendono il sopravvento, e li por– tano .automaticamente a ritornare sui propri apprez– zamenti e .a rettificare i loro scarti. L'uomo non po– litico, m.a privato, non si cura invec,e, per defini– zione, -che del proprio miope bene ,e ni 1 ente affalto di quello pubblico•, anche quando-, come purtroppo sp,esso .accad,e, egli pretende o -crede di farlo, e l'ha, com,e .avnebhe detto Dante, _di continuo sovr.a il som1no dell'empia hocca bestemmiatrice. O, co1ne nota Hegel in quella sua hellissima ·: « Fenomeno– logia dello Spirito », il privato come tal.e cerca solo di « i1npadronirsi »· per proprio uso e consumo dael potere e_.della ricchezza, reputandole -cos,e .a lui .af- • fatto estranee e solo per sè stanti; l'uomo politico invece ha un.a più ·,esatta intuizione· del car.attere so– ciale e collettivo dell'una e dell'altra cosa; egli le considera perciò non con ingorda avidità, ma con calma e -con amor-e, vale a dire con disinteressato inte:r,essam,ento. · J~ proprio per questa ragione, che -ogni disct1- t.ere fra noi socialisti, che siamo- -così profonclament,e politici, e i mestieranti dello scriver.e della st.amp.a borghes,e, che vendono la loro penn a e il loro ta– lento .al miglior offer,enLe, è cosa pcrf ett.am- entc ozio– sa ed inutile. A parte la natur:ale malafede in chi è uso .a far-0 dello scriv,ere un m.esti,erc nel senso meno .ambiguo e più prosaico della parola, e .a lc– gar•c quindi l'asino là e soltanto Jà dove vuole il pa– ~lron.c, manca qui proprio la base st.essa cli ogni serio contradcliltorio, c~oè quell'avefle in c,ert.o n1odo in con1unc il punto di partenut e di arrivo. O, con1,c ammoniva già la logica deUe scuole: Conlra ne– gantes principia non est disputandu,n. * ** Certan1ent,e, .al Partito socialista, la -cui g,enesi storica ,e la cui immutabile tradizione pratica furono sempre improntat,e .ai principii della più sincera e più accentuata democrazia, non può riuscire facile gettar.e via com,e un inutiLe fardello, e sia pure in linea solo provvisoria e sotto la irriesistibile· pres– sione cli circostanze ,ecc, ezionali, rebu s ipsis instan– tibus, p-er .adoperare un' esp:r.essione cara al Vico, la f.ecl,ein quella; che si potrebbe definire: « la ri– voluzione dal basso». È però tutta ques.tion,e di avere il coraggio cli guardar,e dritto in viso alla realtà. E la realtà attuaLe è ben questa, che non sol– tanto oggi una rivoluzione dal basso, un insorgere , delle pl 1 ebi più dolorosam,ente colpite dalla guerra, · che poi non potrebbe, date le circostanze, esplicarsi altrimenti, che in forme sanguinos•e e con1unque cx– t.raleg.ali, non è possibil,e, anzi è impiensabil,e .affatto, .ma non è neppure da .augurare. Non resta, dunque, che la « rivoluzione dall'alto », fi-clando nella verità, che non sempre, ma neppure troppo di rado, i Go– verni sòno .assai migliori, cioè .a dire più aperti n l].p, idee nuove e più ragionevoli, che non i loro rispet– tivi amministrati. Oui cadono in acconcio due osservazioni. Ìi1 pri1no luogo non è da credere, {'.he quant.o ho ora dcll.o l-cnda o possa condurre ad una svaluta-

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