Critica Sociale - XXVI n.18-19 - 16 set.-15 ott. 1916

•I I t I CRITICA SOCIALE * ** NeUa derivazione dall'unità fondamentale deHe unità cli peso ie di volum,e vi sono .altri inconvenienti. Com,e si sa, l'unità di misura di pes,o è il gramm.a, il quale è ie-0stituito dal peso di un ,centim,etro ,cubo di acqua di tillata ,a quattro gradi sopr.a zero. Si pr,ende l'acqua distillata .a qu.attrò goo<li sopra zero,· perchè, ·com,e è noto, a questa temperatura l'acqua ha il suo massimo di densità. Ma il gr.amma è troppo pi,ocolo· per ri– spetto a.ne n 1 e•oessità della pratica, sicchè diventa di uso oor:rcente il suo. multiplo, il chilogr.amm.a, equiva– Jent-e a mille grammi. Intanto, siccom,e mine gram,mi, per la natura st-es.sa, ·deHa unità di peso, equivalgono .al peso di mille ,centimetri cubi di .acqua distill.ata a quattro gradi s.opr.a z 1 ero ,e mille c·entim,etri cubi f,or– miano un decim,etro ,cubo·, il ·chilogramm.a d,ev•eessere• il peso, di un decim,etr<? ·cubo di acqua a,l grado v,o– luto di temperatura. Or bene, i fisi,ci, ,che hanno ten– tato1 di 1 ~eterminar~ ,con la mas·simia, 1 esatte•zza il peso di un decimetr-0 cubo di acqua, hanno avuto i se– guenti risultati: gr. 999,847; ,gr. 999,890; gr. 999,978; gr. 999,995. Com,e si v,ede, fr.a i varii risultati vi sono err,ori che oscillano intorno a un decimo di gramma circa. D'altr.a p.arte, per stabilire l'unità di m•isura di ,ca– pacità e per deriv,arla - come si è fatto .anche per il peso - dal metro, ,si è preso il volum•e di un deci– m,etro ,cubo di a,cqua distill.ata. a quattrio gr.adi sopra zero, o, in .a.Itri termini, per ,ciò che ho detto di sopra, di un ,chilogr.amma di ,a,cqu.a, e si è cr,eato i,l litro. Ma, d.a una racoolta di m•em 1 orie di val,enti s,ci 1 enziati, che• furono pr,esentate all'Accad,emia della Scienz,e, risulta che il volume di un chilogram~.a di ,a,cqua non è pr,e– cisamente di un decimietro ,cubo, ma •di dcm. 1,000,027. S,ono diff.erenze piccolissime: d'.accordo. Ma, per quanto pi,ooole, ,contribuiscono ·efficacemente ad avva– lor:are quel oonoetto di .arbitrarietà, che •in tal m,odo si viene .a -constatare non solo per quanto riguarda J1unità fondam,ent.ale in r.appo:rto al meridi.ano te,rre– stre, ma anche su .altre uni,tà di misur,è ,che da quella fondam,entale dovrebbero esattam,ente · e rigo-ro,s.a– m•ente derivare. Nè p,oi, ,a quanto pare, quste diffe– renze sono tr.ascurabili com,e ,alcuni aff.erm.ano. Se si pensa che, nel nostro ,sistema, le misure di capacità .e quelle di volum,e si confondono in maniera che f:a– cilm,ente ,e sp,esso il m,etro ,cub-0-e i suoi sottomultipli si sostituiscono ,co-1litro e .coi suoi multipli; ,che l'ac– qua, .ad es., •e-d,anche altri liquidi per i quali proba– bilmente le di.ff, ér,enze citate di so·pra diventano iancor più rilevanti, si v.aluta indiffer,entemente. in metri -cubi o in litri; che, quindi, la differenza esistente per un 1 itro e un deci.m,etro ,cubo si moltipli-ca tante. volte per mine, quanti ,sono i m•etri ,cubi che formano• ogg1etto di v,alutazione; ,che spesso il v.olum,e o la capacità si valutano in peso, come accade ,ad e&empio• p,er il ton– neHaggio, d,eHe navi, p•er le quali il volum·e o la ,capa– cità si rif,erisoono, in bas,e .al pri.ncipi,o d'Archim,ede, al peso del v,olum:e di acqua che la nave sposta; e ,che, quindi, La differenza esistente fr.a il ,chilogriamm.a ,e il · de.cimetro cubo si m,oltipHca per. di,e,cine ,e. di 1 e,cine di migli.ai.a di volte; si trov.a ,che queste diff,er,enz.e diven– tano veram,ente rilevanti. E, tenuto conto del fat_to che dal m,etro e dai suoi sottomultipli si derivano tutte le misure che oooorvono nclJa me ,ccani.ca e nell'industria, sp,ecia,Imente per ,con- • • ·· teca Gino Bianco troll.are I.a trasformazione di ,ene.rgi.a a .mezzo d 1 eUe macchine, . se ne deduce ,che I.'in,oe_rtezz,fbJé l'arbitro~ rietà hanno un',est,ens.ione maggiore di. (ì_[;uanto po.tr; (lb– be• a p :rim.ai vista s,embr.are. ..,. i •1·1 . ,:: , * ** . ' l -, l I I • l j • . : . ' I 1• ' I I,: j: Un altr·o grave inconveniente del ?ist~µi.a met_1)ç,p, p,er quanto riguarda ]ia pratica, è .co,stitu.ito dalla, d.~– vi ione -d-eci ,m.al, c; la quale ,oontribuisc.e'. ,enorm•em,~pte. • • I I ) l I ' a compli-care la suddivisione e lo s,ca:rn}?!·9 1 . Molti .la.-. m.entano, e fra questi spe,cialm,ente gl,~!''t·GH~omi ,s.ti in – gl,esi, ,che non sia stata intr•odotta l•t\~i~/s~sjone dHq– de•cimale, per-chè, essendo, il num,ero. d._q9-i 1~tl divis!b.iJie per 2, 3, 4 ·e 6, si sar,ebbe .avuta una 1 W;8igg/o•re· p ,os.si– bilità di ,suddivi,sione .e di valutazion~; PA1 'ypatta ~•y,gli scambii di qu~llo ,che- non perm,etta.,jr,rJpterr;i_a ~e:ch ·male, e,ssendo- il n.um, ero 10 divisibi.l,e ~ç>}·t~!\JO per d1,1,Y: e p,e:r cinque. , 11 • ~- , , ., 1 O.alla pratica. quotidiana si p,o,ssono~. trar.r;~ innµme– r:evoli •esempii. La, terza parte di ~J.Il.; rp. 1 ~tr-o., .dt; un. chilo.gramma, di una lira; la s,esta. p.ar :te .qf 4n ,etto~.itr9:> di un qui-ntal,e, non si poss,ono ottener,e ,esattam,ente, e•ppur,e •Co•rri.sp.ondon,o, a necessità P!·?ti,che_m.olt2_çi.ii:. fuse. E questa deficienza si tr.adu,oe, in fondo, in un danno ,continuo per i pic,coh ,consumatq~· "Sic~ gl~ Ingl,esi, fra J.e :altr,e. r.agi,oni, p:er le qua.i:~: i'Sof!ò' ·· ' · ., ..._., ,. j'; pr,e opposti a, .,che il sistema ·m:..etri,cof,oss,e adottato nel loro traffico, oppongono che esso• è diventato stru- · m,ento di ille,citi beneficii ,a danno de-ii- consum,aft.o!ri. E .si, trova infine ,che l'uso, del m,etr-o noh •è un' 1-Jdnb . taggi-o risp-etto .alle misur,e pre,oedentèll)-erite ~ido:pè/ r.ate, le quali, pres:e in origine in bas•~ 'f~1 bisogn\ \~•eL-, J'.organismo· uro.ano, ,oom,e il pol1ice, il· gomito, i.I'puL: 1 1 ' 1 , ' ' t, mo, la ,spanna e, p,er la superfici-e, La quantità di terra. necess,aria a produrr,e l'ia.liment.o di un u9m.o, ,e così via, m•eglio ,co,rrispondev.ano alle ne,oessità della, pra– tica,. E l.',erro:r,e,di,cono· gli ,e,conomisti inglesi, dipende spe·cialm,e·nte d.al f,atto ,che il nuovo sistema di m ;i.su ·re si.a stato sc,elto da un Com-itato di fisici e di matem,a-. ti,ci, ,compl:etam,ente ignari deU.e leggi, ,e,oo·nomiche·, in m,odo che, mentr,e•, se.condo queste, sarebbe stato ne·– •oossario det,erminare una misura ,obbi,ettivam,ent•e giu-_ sta, si preoccuparono inv:ece soltanto di tr,ovar~- una misura og.gettivam,ente· ,esatta, .s.enza nemm,eno, ,c.om ,e abbiamo vi.sto, rius,cire nell'intento proposto,si. In conclusione, il sistem.a metri,oo de,cim,ale non s.a– .r,ebhe l'ultima par.ola pronunciata da.Ila s,c1,enza nel campo delle mISure. * ** In seguito ,a tutte qu,este ,criti,che, sono -state fatt.e a.ltre proposte p,er un sistema di misur:ei ,che non pr,e– s:enti tanti inconv,enienti. Uno scie.nziatò• am,eri,cano, il Mi,chelson, proponeva alcuni .anni ,or so,no di espri– m,ere l'unità di misura dell,a lunghezza a m,ezz·O·della lunghezza de.J1.e-onde luminos.e; il Cassini proponeva di s,ervirsi del raggio terrestr,e oppure della oscilla– zione del pendolo a 45 gradi; il fisico fr.anc.es ,e G.adot. proponeva di pr,endene com,e bas,e di un .siste•m.a di misura l'altezz·a. del m,er,curio· nell:a ,colonna, bar,o,m,e,. tri,ca al liveU.o- del m.ar, e,. E f.o,rse altre proposte. di simil g,enere, son.o s-tate fatte da .altri. Oria rion è il ,caso di dis,cute•r,e i vantaggi ,e gli inconveni,enti ,che! nuovi sistemi di misur,e, .derivati dia queste basi, pot:r;ebber_o presentare; è soltanto impo,rtante rilev,ar,e che l'oppò- , I sizion:e .al sistemia metri,oo è più notev0le di. quant-<;> generalm,ente .si creda, è f,ond.ata, su ragioni ia·bba– stanza valide dedotte dalla Scienza e .d.all'E-Qonom,ia,

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