Critica Sociale - XXVI n.18-19 - 16 set.-15 ott. 1916

I CRITICA SOCIALE 251 l'Italia non può viv,ere sie l'Adriatico non è tutto suo e se non si c ing,e la corona d'un impero .assiso su tre e-ontineri.ti. Come non si lev.a, la sLampa più « avanzata » di Francia e d'Italia, contro 1e mir.e di espansione ·co– loniale, così non si leva contro gli .attacchi .al Par– lainento. Anche qui si può con .alquanta indulg·enza attribuire I.a s1:1.a inerzia .all'opinione, generosa mn .assurda, -che le cause l:>uo.n,e si difendano da sè~ senz.a bisogno di presidio; o .al solito timore di de-::-– viare l'attenzione del pubblico ,dal solo ogg,etto che meriti ora di occuparla, il buon esito della guerra; ' o ancora .a un',err.ata 1nisura dell'importanza degli .attacchi mossi .al Parlamento. Ma quali ne ·sjano le ragioni, rimane il fatto de lla man cata difesa di fronte aUe persistienti offese: off.es,e che quasi si direbbe non dispiacci?-no a, chi comanda, poichè la Censura, così .attenta nel sopprimere ogni· .attacco .ad ist.ituti ed ordinamenti la cui esistenza non ha radice nel p.atto •costituzionale, concede (noi ·11011 glie ne facciamo punto tort,o : torto 1-efa cci.amo di non essere tollerante con tutti) la più .ampia f a,coltà di schernire ,e di minare l'autor ità e il prestigio del Parlamento. La Censura, p.er volger di secoli, non muta; -ed è oggi qu.aLe la descrisse .al te1npo suo (che er.a il tempo di Dornizian,o), Giov,ernale: • « dat veniam corvis, vexat censura columbas ·,. * ** Per continuare, come abbiamo co1ninciato, a far cenno di quel •che .avviene in quest o ca mpo in Fran– cia, diremo che niegli ultimi m-esi s.on comparsi colà parecchi libri, ,che meritano, .a nostro avviso, di essere notati, di battaglia contro il regime parla– mentare; e lo meritano sia per l'intrinseco valore d,ella trattazione, sia pier il largo cons,enso suscitato nell'opinione del paese vicino. Di .alcuni fra essi, e sp.eci.almente di uno che ha per titolo : « Les ensei– gnements de la guerre » e per sottotitolo : « Avanl tout, un pouvoir ccntral » e per autore J. Dess.aint., diremo .altra volta, perchè ci sembrano meritare un diffuso esame; ma sin d'ora il lettore può dal titolo citato dedurre qual ne s.i.a la tesi: l'.opportunità di sostituir.e .al Parlamento, in cui l'unica sovranità .na– zionale si fraziona in seicento piccole sovranità inette a fare il bene e molto proprie a nuocere, un'autorità centrale forte, onnipotente, -cons.apevoLe dei bisogni e, sopratutto, dell~ funzione storic a di un.a stirpe. Il senso di questa funzione m.al può capire nelle teste dei deputati, troppo spesso scelti fra le cl.assi più scarse di studi ,e di sapienza. Frattanto, e mentre è fresca la terra che coprì in Emilio F.aguet uno d,ei più conosciuti scritto-ri franc.esi conten1poranei, vogliamo rammentare com,e la novissim.a letteratura .antiparl.amentare. di Francia tra,gg.a in gran parte i suoi .arg,omienti da quell'opera « Le cuUe de l'incompétence » -che l'illustre accade– mico pubblicò negli ultimi tempi della sua vita·; oper.a che è un vero .atto d'accusa contro il Governo rappresentativo, un grido d'odio e di rivolta contro la pobenz.a della maggiar:anza. Non s,emp're quel che il Faguet scrive è nuovo· od ori.ginale; ma sempre è l'immagine fedele di uno stato d'animo ,che in Fran- .ci.a - e non colà soltanto - si va ogni giorno più · diffondendo nelle classi dirigenti. Egli dice in sostanza : Ogni regime politico pos– siede un suo principio iniformatore, ,cioè un'idea generale is_piratrioo; questa è, secondo Montesquieu, .per il dispotismo il terrore, per la monarchia l'o– nore, per la repubblica la virtù. Qual è il principio fondamentale della democrazia? È il culto dell'in- competenza. . Una società ben costituita è quella in cui ogni or– gano· ha una sua funzione determinata. Per eserci– tare certi uffici oocorrono attitudini e capacità spe- BibJiotecaGino Bianco. J ciali; c'era in Atene un tribunale di giuristi che in– · terp:r.etava l,e leggi : il popolo volle sostituirsi .a quel trib unale ,e interpretarle 1 es,so stesso dicendo : « posso bene .applicar.e le leggi, dal mom,ento che le faccio~>. E le .applicò: la sua sent,enza più celebr,e fu la ·con– danna di Socrate. In democrazia, il suffragio conf,erisce la qualità di sociologi, di legislatori, di statisti .a mercanti quasi iUetterat.i, .a ricchi s,enza idee, .ad op,erai senza coltura. Di giudicare della competenza di coloro che elegg,e, il popolo non è capace; s,e lo fosse, il van– taggio sarebbe minimo per lo - Stalo , perchè il po– polo si •colloca dal punto -di vis.ta non del v.alo,re scienti[ico · di un uom,o, ma del suo valore morale; e per la folla il valore morale consiste nel provare o• fing,ere di provare le passioni da cui essa è ani– mata. iVIentre le leggi devono cor:r-eggefle i costumi, il •corpo elettorale nomina quei Legislatori che hanno comune con esso il -costume, l'abito mentale ed .etico; in qual maniera potrebb.ero costoro -corregger.e ciò che .approvano? · Il popolo ama gli incompetenti anche perchè gli piac.e -che i suoi -eLettigli somiglino; assetato d'egua- ·gli.anza, odia tutte le superiorità, .anche le intelLet– tuali; per cui Aristotile diceva :· « là dove e' è disprez– zo del merito, ivi è democrazia». Per -essier certo che i suoi delegati votino com-e voterebbe ,egli stesso se agisse da sè, senza intermediari, d,ev,ecercare. de- 1,eg.atiche non abbiano una personalità propria, che si.ano strumenti e non uomini. La democrazia non· ha bisogno che di _po lit.icanti; questi, una volt.a eletti, vogliono far tutto, gover– nare comp1etam-ente, -ess.ere gli eguali di. c-oloro s.tessi -che scelgono per co-mandar.e. M.a gov,ern.are è un'arte . che suppone una sci,enza: in democrazia governano pe rsone che non hanno nè scienza nè .arte: il •capo st, es.so d ello Stato non dev,e .avePe una volontà. Quan– d o fu ,chiesto ~a Loubet ,che cosa .av,es.s.efatto nei sett~ .anni di presidenza, rispose: ·ho·. taciuto, ,costi– tuzionalmente. Lo stesso •errore si ripete nel ·terreno dell'.am-mi– nistr.azione : molti funzionari .sono nominati per in– tromissione dei p.arlam,entari, i quali non si curano n1,0Hò della co,mpetenza dei loro protetti. Il popolo non ama i funzionari inamovibili, perchè sfuggono al suo dominio: ecco p,erchè in Fr.ancia si è .abolito il Sienato vitalizio, e s.i creò un inutile duplicato della Cam,er.a dei deputati. La competenza, ·caeciata dal Parlamento, si rifu– gia nelle pro.f,essioni private: ed eoco che la dem-o– cr.azia ,cer,ca di nazionalizzare le industri,e ,e le pro– fessioni. Le leggi, che la democrazia fa, sono leggi d'o-c-casione: cioè le peggiori, perchè una legge non dev,e mai stare da sè, m.a innestarsi armonicam,ente nel complesso se·colare delle l 1 eggi e dei costum-i, dal quale una nazione trae il suo particolare aspetto. Il male è organico, perciò insanabil,e. :È neoes– sario ed urgente mutave il regime stesso : istituire una Camera Alta che r:accolg.a le m.ag15iori ,eo1npe– tenz,e ,del P.a,ese; fondare un'auto rità ,ce ntr:aLe forte, 1 pennanente, indipendente dagli umo.ri popolari e dagli intrighi· delle fazioni, ,che realm,ente, e non solo di nom•e, gov.erni lo Stato se.condo le sue tra– dizioni e le sue aspirazioni. La larga diffusione di questo manifesto .antiparla– mentare che - sia detto ancora una volta - non porta la firma di un monarchico o di un -clericale, ma di un liberal.e-repubblicano, di un collaboratore del Journal des Débats; la molteplice letter.atur.a d.a esso prolificata.; la violenta carrip.agna che, basan– dosi sugli stessi .argomenti, conducono contro il Par– lam,ento •c•erti giornali itali.ani senza che gli .altri li contraddicano, stanno .a provare il pericolo che la

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