Critica Sociale - anno XXVI - n. 6 - 16-31 marzo 1916

• I C.IUTICA 'socIALE 93 Il fUosofo, il ,penooto,re; e va bene: ma perchè esi– tate a dire che c'è .\llna nota in M•azzi!n1,che ·il bempo non attenua, ma a ,cu~ da maggio,r .rilievo: ed è che _fu un apos-to.Jo: l'ulrtimo apostolo che abbia aivu.to l'lta,Ji,a? Vi ~r ,picoola lode? Mazzin,i fu, poeta e non pe.r virtù di sonetti: ebbe nell'anima oome una· luce aoceoo, una fede illùmita,ta• nei des.ti ,ni 'umani, e que– sta, fe,d,e sep1pe trasfondere negli,altri. SpoJ.11rìgl.i sp,i– riti i111cell'ti, ·spronò i dormienti .. Dopo :le delusi:0-ni 'del '48, quand-0 i,! sog,no di Jjberazione parve tl.'amon- tato, egli - quest'esule pov ,e.ro• , schernito, pers·eg,ui– tato __:_ non e,bbe un .attimo, di s.gome,nto e f.u i-1centro lontano a cui da .ogni parte c-om-eT>sero ·gli spi•riti aspettanti. Date ai giovà>ni da legg,e,re, la Vita di" i\fazzini, se c'è quaJ.cuno che sa,p,pia scriv,erla i,n. l:O.rma semplÌce e degna,, sparsa di br,a,ni deJ.I,e sue l,ette,r,e, a oomin– dare da queila, s'cri.tta nel '61, a DaeJ,J,i,,che conti-ene quell'accorato: ·« P,a,rlai qUJando· tutti ta:ce·vano ii". La Ieggera111no tutti quella Vita, e oia-scuno v,i t,rov,erà ri– fl.essa la parte migho,re deHà p-rop,ri,a a-n,ima .. Ma, s·e volete che si .le.g.gano i Doveri dell'uomo, non ci riu: scirete, per ,liastessa ragione pe,r cui non s.i leggono i Fioretti di San Francesco. C'è troppa, rnsseg,rnazi-on.e d,entro. Quei periodi hanno il ritmo mo-noitono e ca– denzato deUa campana _che batte l'Angelus. Non faremo nostri i gil),di,zi d,el -se,natol.'e,Croce; m-a è ,mai p-ossi-b.il, eto:rnare al mi"stkismo. filosofico maz– zi.niaino? Ravvisare •nell'associaziortismo, attu!lta .J.a ri– vendicazione proletaria? La -storia de,J p•rol•eta,riato·non può aver,e rì,c,o.rsi. DeTiia Rivoluzione f.rance,se l \fazz.in -i a,cooJ,se lo spi– rito dei su.p·remi p-i:incipi, affi.a,bo di Rousseau, -ma non -a 1 p,prezzò l'impeto tragico deUe -masse, che di– s,perdeva in larghi fiotti di ,sa-ngu,e J1eestreme, resi– stenze feudalistiche e che, tDaverso -ingiustizi-e fram– mentarie, apwiva le, porte ai ,nuovi ideali di gi'l.l,srtizi.a socia,Je. Quell'aip,ril'si ,i,l -cammino, a schioppettate e,r;3. !onta.no da.gli accenti armonici dei suoi Doveri. J?er ciò anche ei .re.&pinse queJJ,a,che è lai pagina più d1r.amc malica del ip-ro1etariato: la çomun:ei, att00 :ver.so: la qual.e - sfidand.o l'es·termi·1.i0- in mass.a il cc nes– suno Stato » p-igli-av,aposto neJ.La,storia:. I La dottrina del pe,nsatore liguDe attesta ohe egli {!On riconobbe alcuna forma di arutag,onisrri,o, tra J.e das,si d,e,t,e,ntrid deUa ri.oche·zza e ,J~dassi che J.a pro– d.UJcono. Sugli attriti soc~ali egli spairs 1 e i suorni di un'arpa: ,eo,Jia. Dell'amwe• ebbe iLconioetto biblico,. ETa in lui UJn~ fede a,sce,ti,ca, Iiuona e· ,si,ncera. Però gli .scrittori de.Ha conse•rv.a.zione himno dato a que.Jl'aimo·De J'interpr,etazione capzios.a che to-rnava lo•ro··-comoda. « Amiamo,c,i ma non tocchi.amo i salari"»; co&i tr,àdu,oe,, vano n oonoe-tto' mazzi,niano. E i proletari ,ritSIJ)om:le– va:no: « AmÌlamoci un po' meno, ma -rito10Chfamo i safa<ri ». In, ,fondo, n•o,n&all'ebbe ata,,ta questa una· prova e.1oque.rnte d'amor-e? . Cosi ,abbiamq assjstito :alJenomeno, che ,i,ccade seme p'I'e 1 agli UJo,ni,i,ni g,r.a,rndi '.' fo<rza,ndio' I,e 'fote-rp•D'ebaziooi, gli· ,si os,f,e,JlJlarono ·prossimi m,o·tti che, .n,e,re,stano J,on– tani,ssiin.i. Ooo anche, ·i modemisti, diwo Don Roc molo Murri, vorl'ebbe<ro farn!:l.•un ,pTe,cu:rso,:oo del mo-. deirniismo, collocaindo M-azz.ini i,n una nicicqia, a· lato di San Lu .i.gi Gomoo.ga. Qijelli ·inveoo ohe. il •poo1sié«-.o mazz4ind3!noha,n,no''me– ditato oon 1Jibera indagine - tna quesiti, i,n, p,rim1a 'fi-" q,ea, -come altra v,o,Jta,ri•co,rdai, il Ghis,l•eri, - han,n;o,. riconos,èi.uto, che, I,e fonti, ,oui· biso:g11a attinge-r,e·, de.Jla-- tradiz{o,n,e so.ci- o.J.ogioa, -non son,o, que,JJ,e deUa filos,ofia. m,azzin ia,na. ,C,011 sistema deHe i 1 nte,rpretazioni a·rbii.nrari-e . .ci.a,souno• h:a -cercato di -tf,o,va•rviquel ,che vo.JetVa:chi .Ja oritioa de.I Capitale, ohi un nuo,vo, sistema so.ci.aie, altri ta sto,ria p-rof.eti 1 oa dell,'urrna-nità. 0-r,a, ohe Mazzini ab– bia fa.tto mi.rabili p-ro.f.ezi,e,n,o,n,è dubbio: un ,oe,r:to spi-rito profotico: ,aocomp.agna sempre ,J.e. menti e gli animi g-narudi. Ma è eiI'Tone-o,farne, ,a volta a volta, una Sfinge o una Pizi.a. T,utto ciò è ,sa,ce-rdotale. E<ss·einzia,Jme ,n.te, , Mazzin.i fu un educatone,: un rive~- 1.a,tore·di nuovre e,ruergi,e•alliai oo,sòenza umia,na. Sotto qu,esto :asp,e.tto - e no,n è po•co - ),e nuove• genera.- zi-0'lli 'po,sson,o rivolg,e-rsi a l,ui, non indarno. ' CoRso Bovrn. IL SOCIALISMO DEIMARGINI (A_i Comuni socialisti) Un nostro amico, antichissimo amico e compagno,, un perennemente randagio del mondo e della vita, del q1.K1leda qualche tempo· avevamo perduto la trac– cia - · Card'ias,, al secolo Gi·ovanni. Ro-s,si, pseudo- · nimo e nome che non indarno e non senza emo– zione sarà ricordato agli àntichi cc superstiti ii - ci si rifà vivo, inviandoci questo articoletto, che ai me,no antichi parrà singolare e bizzarro, ma che rievoca a noi, palpitante e J>adant_e, tutta e sem.pre uguale r'u-– top,ia, e con essa l'utopista, tenace e gagliardo, che conoscemmo ed amammo negli anni giovani - quando non solo scriveva e descriveva cc Co•l'onia Oedlia ii, ma la tstituiva e la coltivava dapprima nel Cremonese, poi nella selvaggia America e, disfat'ta, la rifaceva, non mai stanco, non' mai deluso, sacrificatore e vittima eterna del proprio genio e de.I proprio cuore. Ancora, ne/là vecchiezza, egli sogìza e spera e crede,. pur riducendo la s1rn colonia immortale al margine, alle scarpate, ai ciglioni degli stradali. E noi aècogliamo ed ospitiamo questo margine ti/– timo del suo bel sogno tenace, lo accogliamo co 1 l sor– riso cordiale dell'antica amicizia, come vorremmo ac– cogliere il tenace sognatore nella nostra casa. Utop•ia ancora? Sempre utopia? Car<li,as la crede p·ossibile reqltà di domani, e - ci chiede una - par,ola nostra che raccomanlli l'idea - la quale in lui si at– tenua fino alla striscia, ma relùtta a morire - ai , Comuni conquistati dai socialisti . Noi, fatti scettici, non vi crediamo. Non perchè ci .sembri impossibile if rispetto del pubblico alla ·p•oe– sia collettiva dei margini degli stradoni. Ma perchè, della strada regia, della strada provinciale, della strada internaii,onale d'oggi e di domani, ci fac~iCl!mo• un coTtcetto troppo dive,rso d,al suo. . ' Noi crediamo _in un altro comunismo, in un'(l)ltrà · Internazionale della strada pubblica. L'evoluzione ' della strada f.u studi.aia soltanto, sin qui, sotto l'a– spe,tto tecnico; vi è anche, e si dovrà studiare; l'evo– luzione social-e. La strada che affratella i popoli; la strada c-he atterra i confini; la strada che conduce •,le idee e fonde le genti. 'Noi vediamo la nuova grande strada, tutta di asfalto, dai sostegni sci/cli cli pìetra. sulla ·quale corrono e si inseguono, in ·distinte zone,.

RkJQdWJsaXNoZXIy