Critica Sociale - anno XXVI - n.3 - 1-15 febbraio 1916

34 CRITICA SOCIALE 1.ione politica del fatt,o arnmii1istrativo! .. -. È ~ero-! .\la, appunto, è tanto e tanlo·_tempc: che _1101 abb1.a~:o defin:ito politici lutti i n.osln mov1me·1_1t.i econom1,c1, amministmtivi e sociali, intenden_do _dire co11 quell:n p.aro]a, che sono. m~viment1 ~spirali ad· un senti– mento consapevole eh classe! E tanto e ta~to tef!lpo che noi socialisti abbiamo precl~sa a n o:1 stes~. la distinzione tra la teoria e la· pratica, t.ra 11 pensiero e l'azione, affidan,d:o imrnediatamenl,e il p ensiero per la &ua effettuazione .all'gzione delLa: classe, !.avo1:·a– lriGe .o rO'anizz,al.a!Che di questo sforzo del partito 1tosl.ro f rcpudi.are !'.accademia, l'elabor.azione pi.a– tonica d ei « sommi principii » nelle grand~ tavo!-e d,ei programmi fì1~alistici, per tenta!'e cl\ rr1:et_t~re, SI_a pure iiv forma- m1sur.ata e caul.a, 1 prmCIJ?ll al ci– mento con la realtà per opera dell3: nec~sSitOS!} co-1: lctl.ivil.ì prol,etaria, non ci si v9,gha giammai, dai nostri avversari, accreditare?... . Sì, i l,emi. del Congresso ?i. Bol?gna 110:11 e1:ano nuovi. Sì, il Congresso amn11111strativo la,scwva tr.a– p,ela(·e cl:a.tutl:i i por[ lo spirito ((poli~ic~ )). ~ì, SÌ. M. a 1 temi non nuovi erano r1d1ventat1 eh un .atbua– lilà sanguina.nl ,c per il prol,e~arial? a ca~ion, e. de i con tracco.Jpi de lla guerr.a; ma 1 temi - tutti qt !eo.te – mi - ridiventati d'1 attualità sanguin.anfo per 1 con– traccolpi delta ~uerra, non potevano _in que~a attua– lità essere profilati che dall angolo v1su.ale d1 classe, facendo appello alla forza pohtica del- proletariato politicamente organizzato. Tale è la legge del dive– nire socialista·, che è un empirismo, razion.afo, un pragmatismo cosciente della sua mèta. M.a perchè la Jc,rne del d,ivenire socialista è ve1~amenLe una lcgg,e~~ioè 1:i-erchè è veramente universale, così tira nella sua scort.a e tutela .anche i dissidenti .... E inf.a.tt~ che cosa sanno opporre gli uomini del 1-ile nzio con giurato, gli oslra,cizz.atori, .alla ReLazion.e e alle conclusi01J1i del. C.aldura? I Comuni so110 op– press,i dai bisogni capitali, quelli d:ell'assist<enz.a pe·r cagione della g ucrr.a. La 1egge mantiene fermo un rapporto orm.ai insofferibilc fr.a il dazio-co nsumo e \'imposi.a fondia ria. Lo Staio e la burocr.ai :ia incep– pano .ai Comuni i mezzi per prov vcedere a lle .opere di pubblica utilità! Occone riformar-e, occornc l'as– segnazione· delle imposte reali ai Comuni, delle per– son,ali .allo Stato; restituire allo Stato le funzioni che gli sono proprie e di cui .ama scaricarsi sugli Enti !oc.ali; dane modo ai Comuni di provv:edersi di mezzi finanzi.a,rii, creando un Istituto 11iazio111ale di credilo! E non ra.ccoglie la teorica dei consumi i con– sensi di Lui.la la massa dei consumatori sulLe idee dello Zanardi? Chi contesta il criterio di .associ.are i I principio della municipalizzazione con, la pratica cooperativistica? Neppure i proposti Enti auLpnomi dei consumi non debbono limitare la propria .azione all'acquisto e ali-a distribuzione dei prodotti, ma, come fece valere lo Schiavi, debbono estenderla .alla produzione, .allo scopo di eliminar.e, fin dove è pos– sibile, gli intermediarì. Lo Stato deve poi -creare un organismo che provveda ;:dia d'isciplina dei mer– ca,ti e faciliti ai Comuni e alle Cooperative La loro funzione. La rivolta a questi princip.ii no,n può in. quest'ora essere che dei baga rini, o d ei nazionalisti faut.ori di ogni protezione· agli industriali e di ogni libertà contro la massa consumatrice! La magn.a Rivista de!Le Società Anonime, infatti, in uno cliei suoi ul– timi numeri, dedicava uno studio alla politica. ann.o– nmia dei Governi e degli Enli pubblici durante la guerra, per concluder-O che, meno se ne fa, .me– glio è. L'on. C.avasola -- non pare neanche vero! - h.a pure i suoi ammiratori e seguaci, i quali lo confor- 1.r1·annodei dispiaceri che gli procura il nostro com– pagno, on. Dugoni, il quale a Bologna si .assunse BibliotecaGino Bianco di pros,J?eltare vi'~orosame_nle i' ~1,ezzi;_di' lo_tta,con– tro la chsoccup.az1one mec.hante I 111ten,sificaz.1onede~ o·li Uffici di co.Jlocamento, lo sviluppo dell.e C.ass_ed·1 rlisoccupazio11e·, l'esecuzione delle opene ~ubbhch~ a mezzo delle Goo,per.ative, la concluz10n:e d1~tta_ d_e1 fondi rustici da parl,e dei lavoratori orga~1zzatl 111 Cooperalive .agricole. . . La questi o-ne· diell.a disoccu pazi·one s1 ~ompltca -- .a dire il vern, - cli tutte le attese economiche suc– oessive alfa O'uerr.a - e, sop-ratuUo, di quelle rela– tive alla e~igrazione. A chi infatti toccherà la palma n:ella concorrenza furibonda che si diSJegna fra Je diverse borghesie per conle~dersi _la ~no d'opera itali'aa-1a? Fino a che punto 11 naz·10nahs~o prof.essioruista riuscirà ·a tratlener<e -J.e_maies~ran~ 111 patria? E fino .a -che punlo una politica eh alti sa– lari artifìciali, per elargizione cleJ!o Staio, ~anrto · prol:ettore dell'induslria,, si _co~b-inerà. ~on l_a vita a buon mercato, che è l .asp1raz10ne prn unaversalc? -quella che uniooe al pr:oletariato_ i c_eti_ di mezzò deg_l, impiegati, dei piccoli p1'0:fess10l1i!s:med' alt~et~a1i? Sopr.a un.a linea impecc~bile veramei:ite soc_i.ahst~1, il nostro Schiavi, come rnl,ende che 11 Partito dia opera alla for~azione di un:1 qommissione p~olet..1- ri.a per lo studw delle relazwm dog.an.a-h, cosi, pe1: la ripresa economica dopo la r,uerra, .a.ccanlo• ~1 provvedim,enli_ per inten_sificare la .pro-d1nione, l'i– struzione tec111co-profess1onale, la .ricerca d.ell.e ma– terie priffile, ecc., chiese. lo sfruttamento· s_u _v.ast_a · scala de!Le nostre forze 1drauhche per sost1lmre · 11 carbone bi.anco .al •carbone nero, di cui l'Inghillerr~1, ami-ca cd all,eala, ci fa se_ntire così cara la man– canza. Il solo punto, nel quale il Congresso si lasciò, a mocl-0 nostro cli vedere, deviare un po' dal sano << m.a.teri.alismo economico >l cli senso veramente mar– xista, per dare un gran t'uffo nella id,eo\ogia. dei << gr.ancli principii >l più o meno democrahc1, s1 fu quello della defin.izione clell'.a_ul-onomia_comuna_le. Al Congresso n?.n. parve sufficiente la più en·erg~ca prot esi.a contro, I mfr ammettcnza delle· Gmnte provm– ciali amniinis:tr.ative , la sceverazion,e più risolut.a .tra le fun-zi-oni di S tato ,e quelle del Comune, la stessa defin,jzione cieli.a auto-nomi.a comun,a_Le più r.eale e subst.anziosa, quella finanziaria,. la 9ual c era giù n,e!l;oconclusi-oni voi.ate sopm 1-aRe!.azwne C.al – clara circa la riforma tributaria, così come soste– neva il Modigliani, lasciando nei veli di ·un oerto prudente .agnosticismo l'assolutca,a dici concetto della .autonomia politic.a del Comune. Il Congres·so, ar•dente di fec1e 11ell.a forza dei numerosi Comuni socialisti, ancorchè siano forse men della venbesi– ma parte dei Comuni italiani, preferì vol.are un ordine del giorno, Siche!, già .approvalo in un Con– gresso- pr,ec-eden;Le, p,er l'autonomia assoluta. Ab– basso tutte J,e tutele! Comune sovr.ano in Slialo?... (come?). Ciò è bello, idealistico, <li pur.a tradizione demo– cr.alica .... e gue.Jfa; ma· anche il la-tifondismo che domina sovr.ano ,in tanti Comuni, con la scoria delle · camorre ·Jocali che hanno rubato e non. ham10 an– cora re stituito i dem an i pubbl ici, e, intanto, custo– discono gelosamen.te l' .analf.ab- etismo oome un pegno cli tran quillità e di fo rz.a per i feudatarI, anche il latifonclismo è .... dello si.esso p.aiiere. Non è un.a simigliante coincidenza falla per renderci men.o as– soluti, meno giacobini 11Jelnostro ugualitario .amore per le autonomie !oc.ali? Proprio, non c'è ma.i il oaso ~li distinguere? Anzi! Distingue frequenter. In ve– rità noi siamo tr.atti .a pensare che l'avvenire pros– simo sia per lei leggi speciali costiluti'ue per i grandi Comuni e per gli aggruppamenti di Comuni a se– conda drella realistica arfinil-à economica, sociale, culturale. Il Comune è un'unità, le unità hanno loro ragi-one di vita non nell'isolamento, ma nella as-

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