Critica Sociale - anno XXVI - n.3 - 1-15 febbraio 1916

44. CRITICA SOCIALE t.rq compl-etissim,amenLe, e sarà un bell'imbroglio per essa uscir fuori çlal .p~lqgo .a_llariva. E non è per la guerra in s_è e p~r sè :_ 11rnanz1 tutto essa obbediva .qui a un obbligo d-1 co-sc1enza che -ha lealmente e g.e– n-erosamenlle ass.olto·, e_poi la_guerra _potrà anche do~. mani, nell' ora della cr1l1ca, chfen-ders1-con argo~er:h altissimi e cl1e.gn -i. Non è qui. Il pelago commcia quando es, sa, nel-l 'orbita della guerra, al paravento della guerra, e pleonasticamente .al-la guerr~,. com– pie alt.i, ,ass'l!me impegni e prende· responsabd~~ cl_ie la necessità non rriustifica e che contrastano ai più limp_idi da~i. d•e;ll.a 0 ?osci~nza d~mocrati-ca: .qui ~ il ·suo torlo d't ieri e d1 oggt, e qm la grand1ss1ma dtffi– collà eh-e teoverù domani davanti al Pa-ese. Che cosa o·\i dirà domani? Due s.ole parole potr:i dirgli: mea 0 culpa! mca culpa! ~ po-i: :3-sp,ettare _il. uiudizio· universale ... del suffrag10 umversale. Già ~ggi par che cominci ad .averne il. presentim~nlo; .e quel deliberalo del Gruppo parlamentare ra-d1cale in cui si imputa al Governo di aver prodotto l'at– tuale insost:enibile situazione dell'economia - grano, noli, carbone., e-cc., ecc. - per mancali accordi tem~ ,pest.ivi con gli Alleati, è la maniera più in_tellige,nte e più elegante per dire _alCov:erno: ho ca_p1to,fìnal– ment.e h0; capito, •e oggi m1 separo da vo1. Ci si separa.: ma è una s•eparazione p_er P".1S'sare all'opposizi.one e combattere dal d1 fu<>r1?o rnVJece per entrare nella combinazione e aiutare dal di dentro•? È un nuovo drappello della opposizione? o è un nuovo elemento del Ministero? Questa. è la .questione, e a seconda che la domanda è l'una o l'altra, la risposta deve essere ben differente: per– chè . si tratta nel primo caso nient.emeno· che .di declinar~ da oggi in poi la responsabilità anche estrinseca della guerra - e questo è tropp-o poco : è quasi la fuga - e ,nel seconcLo-caso di assumerne inv,ece la responsabilità più intima, attiva e o-perante - e questo, per l'ora che volge, è forse troppo. - Quid agendùm? il carbone, il grano•, e i noli marit– timi sono .problemi gravissimi, :e gravissime s•ono le r,esp,onsabi.Jità dei gov,ernanli che non hanno saputo antiv-eclerne -:interna o internazionale , economi ca o ·cl:iploma·t.i-ca che sia - un.i soluz(onc àdegtia.ta ; ma la lo,ro gr.avit.à è ancora nulla in con fronto, a q uella· che .hanno i• problemi di politica estera, in senso stretto-, e sono questi e questi 5:oltant.o che possono ora f?rnir~ la_s-tre,gua_ di un giudizio po.Jiticq. I de– put.al1 rad1caliì altnbmscono almeno gran part,e· <liel ·disagio. econom ico •a. imprevidenza cli a,ccorài coi nostri J\ .llea.ti, e· dicono -benissimo:- però ,oggi s i tratta di sapere se è il disagio· economico odie.rn, o che li preoccupa e i mezzi per rimediarvi, o invece se è la imprevidenza diplomatica di ieri come ·suffi– ci,ente inçli-z.iodi _incapacità ministeriale: e, se è la prima cos.a., possol)o ..benissimo pensarci gli ono– revoli Sa-landra., Sonnino e .C.avas·ola, e, se inv-eoe è la seconda, non c'è .eia far altro che mandarli vi.a e mettere degli .altri ~l loro posto. E: una crisi di Governò, insomma, che si vuole? Bisogna rispon– dere francamente. Ebbene, allora noi - non amici ·ceri.o dell'on. Salanclra,. e- il lettore ne ha .avuto• il prolisso documento -- diciamo francamente che oggi ogni crisi è indegna, sterile e pericol,osa se rion è mossa cl:a1,agioni concernenti la nostra gue-rr.a e· la nostra po,litica estera, se non v'è un pi.ano e un -disegno, nuovi d1ella nostra posizione interna- zionale. . · · Se debbono venire degli uomini nuovi, bisogna che nelle loro scarpe vengano- anche delle idee h-uo,ve e se I.a democrazia non ha queste idee nuov,e no~ ha il dirilto - poichè sarebb,e una pura e serr:pliee miwovra: giòlittian.a? .a,nche questa ? - -di turbare · una compagine ministeriale che dall'estero non. ci BibliotecaGino Bianco :è stata .a-h,co-mdiffidata. Ma forse questa ideii c'è. E forse l'idea della guerra più energica, ·più intensa, più solidale, più «grande»? O è invece l'idea diella guerra più raccolta, più nostrana, più «piccola»? E una espansione guerresca? O è una contra zi-on,e guertesca:J Sia,rp-o su un ·tal vertice brucian.te degli avvenimenti che molli e lutti precipi tooi son-0 i pen– dii. Per qu.alè china si .avvierebbe I.a d-emocr.azi.a parlamentare· quando potesse avere la responsabi– htà della azione governativa non sappi.amo: fra il suo programma di partito, che è per la gu·e.rra ma&– s_imista e .a fondo, e la tu Le la più stretta· degli inte– ressi e dei mezzi nazionali,. che è meno massimista e .meno a fondo, J.a scelta non è stata .ancom uffi– ci.a,Jm.entefatta .. Essa_ ha, parlamentarrnente, taciuto, e nel silenzio- -c'è tutto· quel che si vuole, daJ bianco al nero, e dal sì al no. Vedremo e dìremo poi-. Quel che già oggi, a titolo di· onesto consiglio, si • può d irle è che, se ·tanto cogitò e pensò ieri pe'r an.cl -arn al potere quando gli eventi parevano vol– gere fortunati, altr,etla•nto è ·cento volle dii più d·eve cogitare e pensa11~.og 15 i _qua.1~do,no~, ix:-r colpa. o per fatto• suo, gli ev,enh · paiono nvolt1 ad uno zenith che è pi-e,nodi oscurità. · · . E veci.remo. N. MASSIMO FovEL. NIETZSCHE .LA.GUERRA III . Nietzsche e la cultura tedesca. « Guerra· e potenza». Non pare di sentire i pan– ge·rmanisti di oggi? Non sono ,scritte tali parole anche sulla handier.a di quegli oss:e.ssi, che vorreb– bero o,ra conquistare mezza E uropa, p er fare del– l'Impero. germanico il sup.erstato, la su_perpotenza europea? . ·, E stato affermato ·ripetutamente da patrioti te– deschi che Federico Nietzsche fu, nelle sue .opere, com-e nella sua vita, tr-o_ppo èattivo Tedesco, per– chè si possa o,ra, far cadere• su di lui la menoma i·esponsabilità di una guerra, che vien combattuta per 1a difesa cl.ella cultura e cl-ella grandezi,a ger– manica. Ed è vero. Nell-e opere di Nietzsche ci sprio non poche manifestazioni -cliantipatia, dii o,dio, peg– gio ancora, di disprezzo per _i Tecles·chi. « Lo spiri,to' tedesco f la mia- ari.a cattiva. cc Pensare ted:escam~nte, sentir~· tedesoamen~: fo . posso tutto, ma questo va al di là delle mie forze. « Quando voglfo p-en&areun tipo d'uomo,, contrario · .a tutti i miei .istinti, sempre ·ne vi,en fuor1 un- T ,edes.cò . « Nei più p-rofo.ndi·istinti io s,on-0-e-str.a,neo,a tutto quel che è tedesco». Queste ·sono parole di Ni,e.tzsche; e non son-o le più a.cri contro il suo Paese. Noi ·ammiriamo ·1a filosofia, .le sciènze storich,e dei Tedeschi; li· chi.a– miamo un popolo cli pensatori. « Popolo d'el cattivo· pefl'sare », dice quello svalutatore. di. tutti i v.àlori esi'stenti. · · · · · « Ma hanno i Tedeschi- prodotto mai u,n:libro; ohe ave.ss- èprofondità? Essi nD,narrivano· nemmeno: a ca– pire c he cosa si:a profond-o in un libr-0. · .« H o con.osoi'uto,dei dotli, i. qual-i ri-tenev:an-0, p·ro- f.on <loKant! · . « I Tedeschi ·non hanno prodotto ,cp.,t]> « inoon,s,a,pè– voli» falsi m,orjetari. (Questo -terrai.ne .si ·.còniv.i-ene _,a Fichle, S,che.Jling,Schopenh.aue r , Heg,el,.come a K.an.t e Leibnitz). ·

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