Critica Sociale - anno XXVI - n.3 - 1-15 febbraio 1916

. Ct\lTtCASOGlALE làmente accanto alla. guerra e dentro a.Ila guerra,: era sorniona., silenziosa e inavvertita nel frago11e delle armi, ma rapida, auda,ce e polentì-ssim.a ndla insindacabil-ilà d:ella dittatur.a: valorizzava la stampa oonserv.::itrìce, deprimeva quella d,emocratica pur prodiga dei più umili servigi_, e sopprime-va idealmente - e anche legalmente (o ìllega-lme,n– te?) - quella, sovversiva.; nei Collegi politici, attra.- · verso la rido.a dei Comitali patriottici e anche senza di loro, lavorava a preparnre eventuali e remote si– tuazioni di blocco borghese, iridatissimo, patriot– tico, antipopolare; nell'interno, ne,ll'irutimo anzi, deHa gue-rra stess::i propinava l'insidia ali-e più pure tradizioni \iherali del Risorgimento, tentava. forse di realizzare l'avvenimento con l'aiuto - vecchi.a e pur nuova, agiografia nazionale! - di Pio IX e di C::ivour, tagliando fuori Garihaldi; metteva nella guerra med·esima, in 1'e ipsa, il sarcasmo del con– trasto antidemocratico, baite ·à surp1'isc amarissima ad aprirsi! L'ope·ra continuava così in questi e in cento altri modi: in tutti quei modi che un gruppo poli.tico nuovo, intelligente, animoso, forLunatis-simo 'può adoperare per far valere· una. pr-opria idea di· riorganizzazione politica in un paese politicamente polverizzato d'alla guerra.; e !'on. Salandra poteva a ragione rivendicare a Milano, il novembre, scorso, le sue -origini liberali (e1'rala-corrige), rivendicare agli amici suoi il merito della guerra., lasciar la cle– mocraùa lombarda in• asso, e v,enirsene via, inse– guito solo dal-le guardinghe ma1ediiioni del Secolo. Eppure è cl.all'agosto del 1914 - nel giugno di qùell'anno, a causa dei moti, essa stava passando all'opposizione:- che la democrazia assiste coi pro– pri voti e con la propria prop::iganda il Governo del– l'on. Salarndra. Perchè? Per la guerra, senza dubbio, e questo è, senza dubbio, nobile, alto e disin.teres– satissìmo. Ma a spiegare tutto non basta. A meno che non sì voglia credere - ed è a.sso'1utamente ìn– emc1ibile - che sopratutto la democrazia: parlamen– ta-re abbia vol.uto •cedere a. qualche segreta prurigine conservatrice ,e .si sia in cuor suo compiaciuta che nel solco della guerra sì gettasse una buona se– ·menza, borghese nel senso .stretto della parola, bi– sogna riconoscere che essa è stata vittima di un ìne– &plìcabile panico, ha mancato dell'elementare e di– gnitoso coraggio d'ì partito, ha scarsamente sentito della. propria personalità politica. Noi che scriviamo non abbiamo rimorsi: noi ab– }?iamo sempre parlato -chiaro. Fin dall'ottobre del 1914, ril{}llaDi,rezìone del Partito Radicale, e po,i via vi~.in diversi f).rticoli, si è tentato di me-tt,erein guar– dia: iii Partito con,tro il pericolo di assorbimento inavvertito, incompensato e gratuito ché andava cor– rendo, e gli •si è chiesto ripetl!ltamente se .era ben si– curo cli non essere· vittima di qualche innocuo e ma- lizioso spauracchio, . La povera Cassa-ndrà fu inascoltata e si buscò per 1 -giunta del buttafuori ... gìolittiano, naturalmente. E tuttavia il ragionamento era semplice. La democra– zia radicale è dunque per la guerra, e sta bene; ma, se l'on. Saland'ra non ·è per la guerra ~ nell'inv.erno 1914.-15tutto ciò era, ancora un interrogativo - e-ssa deve rovesciarlo; e, se invece è per la guerra, ha il d'iritto e jl dovere di coadiuvarlo dal di d'entro con l'opera e con la responsabilità. Era chiaro. Ma in– voce si opponevà :Che; p·oic'hè ,c'era. la guerra in El!!-· ropa; c'era anche, potenziale e la.tenie, la guerra in Italia, e che a guerra aperta non si debbono assolu< tamenbe provocare cnsi ministeriali.... Adelante .Pedro, con juicio, si rispondeva ooi: di questo passo .i momenti piil profondamente agitati della vita di un paese sare~~ero proprio i più poFticamente inerti, ,e quanto p111sono gr.avose the rights plaçes tanto· BibliotecaGino Bianco meno si sceglierebbero the rights men; e poi è enorme la differenza -- è quasi, anzi, il contrario - fr.a un p.aese ,che è in guerra davvero e che è tutto teso nell'azione e un paese che ci cleve andare o non ..andare e- ,che è tutto .angosciato· cl.alla d'ecision.e; e, infine e soi)raLulto, non siamo qui a dirvi: valo,riz– z.ate il vostro partito, ehe è dì guerra, senza e contro La guerra, ma valo,rìzz.atelo dentro i lirh~ti della guerra, per il maggior bene della guerra democra– tica innanzi tutto, e po'i per il bene della democra– z.ia ; e aggiungi.amo che ne avete non ·solo l'indiscu– tibile diritto m~ anche il pienissimo do,vere. E i-n– vece.... invece, niente. Le generose considerazioni che ·si potrebbero riassumere nel motto : G.alba è alle porte! irisieme con qualche rancore antigiolil- . tiano• di qualche uomo della derùocrazia non parla– mentare, valsero- nel primo periodo a paralizzare ogni o,ppo-sizione al Governo ·conservatore; n,el se– condo periodo vi valsero le aperte dichiarazioni neu– traliste dell'on. Giolitti accompagnate da un.a d·eter– minazione sempre più precisa del Governo verso la guerra; poi i fatti incalzarono, precipitçirono e tra- . volsero, e si giunse così: a quel fatto grande che fu la guerra ali' Austria e a quel fatto, democratica– mente eosì piccolo, che fu la chiamata. di Barzilai nel Ministero dell.a guerra. Dalla guerra. demo.cratioa alla democrazia di Bar– zilai .... Il fosso• eta largo ma i raidicali - la guerra c'era dawero e molle cose si spiegano, e si esaltano, •anche - lo saltarono senza guardarsi indietro, e ·quando il Governo s.i i:ipresent.ò alla Camera un mese fa, non ebbero che parole pér sorreggerlo, suf– fragi da dargli, battim.an.i da pmdig.argli. S:e a.ppro– \11::ISSe-ro o non a·pprov.assero il P.atto cli Londra - sì o ·no? -- se vedessero di buon occhio la guerra o la non guerra - l'una. o l'altra? - alla Germania, se ·in cuor loro, fossero contenti della- politica est.er.a<l,el Governo nei suoi vari aspetti, non si sa : questo· è un libro chiuso• da sette suggellì e par quasi che fosse materia estranea alla loro competenza e rtl loro giudizio. Quel che si sa è che essi hanno v-otalo terque qua– terque per 'il Governo e ne hanno assunta intiera. la corresponsabilità. Non è po,ssihiLe illud'ersi adesso come non er,a umanamente possibile che .i deputati radicali non capissero .allora, perchè !'on·; Sala-n.dra - ono,re al merito -- è sta lo· di una 1ealtà e di una chiarezza lancìnan:ti. Ecco il primo ordine del gior– no: esso ha J'.entusiastìca paternità ideale dell'ono– revole Ciccotti e suona ,conforto e .auspicio .alla pa– tria in guerra, e tuUi i deputati radicali votano : sì. E sta benis,simo·. Po.i viene il secondo ordin.è del giorno: esso ha la parlamentare paterni·tà ideale del- ·!'on. SaLàndra,, !'On. Salandr.a'.in persona avverte che questa volta non si vota per l'Italia ma per lui, per lui diseutibi.Je è rimovibile servitore deila pati,ia, e i deputati radica.lì all'unanirriità votano ancora : sì. E va· già ma.le , perché siamo- di fronte a un equivoco e a una jugula2-ione ·evidentissimi. Infine viene .il terzo ordine del giorno, figliato dal fisca:lismo tribu-. tario ultr.aoonsiervatore e che approva la sovrimpo~ sta.sul sa.I.èdei poveri, ed ecco anoo•ra una.volta, i de– putati radicali, salvo qualche prudente eccezion.e, votare per il: sì, e atteggiarsi così a partibo dii po~ polo che vota contro i diritti e gli interess,i del po– polo. E qui va m,a.lissimo, e mi pare che basti. Vo– lando prima per la guerra -- impegno di onore, no,n diciamo di ·no - poi per !'on. SaLandra, - impru– dentissima e timida .abdicazione, diciamolo franca– mente - .poi ,conlro il sale e per i ricchi -· inespli– ca-bìJ.e tradimento di postula-ti essenziali - la demo– crazia radicale, non solo ha permesso-, ma ha agevo– lato il pI'oprio assorbimento nella. situazione che 'il . Governo ,conservato,re ha preparato• d,i lunga mano, ci si è liquefatta - e non diciamo liqtiid'ata, - den-

RkJQdWJsaXNoZXIy