Critica Sociale - Anno XXV - n. 19 - 1-15 ottobre 1915

294 CRITICA SOCIALE essere, e gli abissi di decadimento e di perversione politica e morale, oggi asseriti, sono un cliché di comodo, un gioco per cavarne effetti di chiaro-scuro a beneficio di una tesi, e anche per fatua smania dilettante di filosofia e di letteratura. Il pezzo di mo– da, oggidì, per certi giornali, è questo: narrare com'eravamo ridotti, dipinger l'orrido dell'abisso; nessuna fede, nessun ideale; Montecitorio, una la– trina; Giolitti; le Cooperative; - indi ·additare, sul– la cima, l'aurom sanguigna del nuovo giorno. In verità, costoro calunniano l'Italia, ossia dan colpa ad essa di mali che trascendono i confini e han loro radice altrove. E perciò dico che, mentre si calunniano, s'illudono. Sperano, o fingono spe– rare, che la salute, la idealità, la fede, possano ve– nire dalle guerre, o comunque, da eventi stra.ordi– nari e esteriori, e non vedono che l'abbassamento della vita pubblica e della vita morale nasce dal profondo del globo sociale cosi com'è fatto oggi, coi suoi assurdi statici, coi suoi paradossi, colle sue iniquità, col suo vuoto centrale, sopratutto, con l'as– senza di principi etici che governino e guidino il mondo! Tuttavia, confortiamoci. Il mat.erialismo, che fino a ieri si attribuiva vo– lontieri tutto e solo al proletariato, ai socialisti ... e alle Cooperative, oggi viene considerato e deplora– to, nelle lamentazioni di codesti Geremìa, anche dalla parte borghese. Meno male. · Ma il rimedio - e ne dirò altra volta - è cu– rioso: sopprimere il Sociajismo, ci-oè dar via libe– ra agli egoismi aella classe abbiente, togliendo ad essi ogni rèmora e contrappeso. . ' Per rimettere in onore l'idealismo, il mezzo è ot– timo! 25 settembre 1915. GIOVANNI ZIBORDI. iuattordi[i me1i diAmmini1tralione H[ialiUa nel Comune di Milano Nelle pagine che seguo110, Alessandro Schiavi riassume in sobria ma nitida sintesi l'attività dei primi quattordici mesi di amministrazione socia– lista in Milano. La pubblicazione ha un valore alt'is-– simo e sarà accolla con vivo interesse dai cittadini in yenerale - e più particolarmente dai compagni degli altri Comuni, o affidati .ad Amministrazioni socialiste o nei quali la parte socialista è minoranza vigorosa - per un doppio ordine di motivi: per ciò che annllncia già fatto o in via di attuarsi, in con– formità del programma, e per ciò che, del pro– gramma, non ancora si è potuto iniziare. Quando i socialisti milanesi si accinsero, nella state 1914, con presentimento di vittoria, a conqui– stare, colle sole forze del proprio Partito, il loro Municipio, l'attesa, la speranza, la curiosità, lo sgo– mento .- a seconda delle prevenzioni e degli inte– ressi - furono enormi, non pur in Milano, ma in luito quanto il Paese. Era la prima volta che una grande città italiana - la maggiore di tutte per lo . sviluppo economico e politico - stava per venire nelle mani di un Partito, che ha la innovazione eco– nomica ab imis nella bandiera e nello spirito. In una nazione·, dove quello,· che fu già il libero Co– mune italico, per .mccessive rinuncie di tu.tti i Par– titi dominanti e per burocratiche· stratificazioni di leggi e di tutele, si è ridotto, a mano a mano, man– cipio e strumento passivo dello Stato - dove la. politica e la finanza locale sono impastoiate in ogni lorio moto dai vincoli della legge e dal prepotere suc– chiante ed asji.ssiante 'della politica e della finanza BibliotecaGino Bianco statale; - in una città, stata per mezzo secolo il feudo di consorterie plutocratiche e borghesi, tanto . più potenti e irreducibili, quanto più immuni da dis~ onestà personali, e che in così grande misura, coi contratti e coi prestiti, avevano ipotecato anche l'av– venire - dalla conquista socialista del Comune, la quale· si sarebbe trovata a cozzare con quella for– midabile eredità di vincoli, di impegni,· di inceppa– menti ad ogni suo passo, nessuno spirito sereno po– teva attendersi il miracolo di una rapida rivoluzione · amministrativa. Ma la stessa difficoltà del còmpito acuiva, in certo senso, l'aspettazione, fiduciosa o paurosa. Si at– tendeva di vedere come la nuova Amministrazione si sarebbe atteggiata di fronte a quel coacervo di impedimenti, minacciante lo snervamento e· la para– lisi, se e come li avrebbe a[lrontati e saputo o gi– rarli o superarli - o se avrebbe naufragato fra quelle sirti, La prova, auanto più ardua, tanto più appariva atta, inoltre, a saggiare e significare, in qualche modo, non pure la astratta bontà di un programma, o la valentia di alcuni uomini,. ma il val/ore e la efficienza pratica di tutto il Pai'tito so:.. cialista, e del Socialismo, messo per la prima volta a lottare, in un ambiente degno della grandezza dell'idea, fra e contro tutte le insidiose anfrattuosità del reale; impegnato alfine a tradurre in atto, nel quadro doppiamente circoscritto dello Stato e del Municipio, e in pieno circoBtante assetto capitalista, un frammento, sia pur limitato, ma schietto, ma non adulterato, del suo grandt ideale, che varca la na– zione nello· spazio, e, nel tempo, nonchè dall'ora, sco11[ina dall'era.· - Nè il Partito socialista milanese dissimulò, a sè o ad altri, l'asP,erità del cimento. Della quale, tutta– . via, non si valse per sopravalutare le proprie forze .promettendo i soliti. mari e monti della gara elet– torale, nè se ne fece alibi precostituito a ridurre a con/ini piccolo-borghesi l'espressione del proprio ideale amministrativo, o a giustificare in preven– zione prevedute o preàccettate disfatte. Nelle pre– messe al Programma elettorale - che noi vogliamo riprodotto in fine a queste righe per gli opportuni confronti e come faro sempre acceso che additi· le vie del domani - la necessità della reazione alla compressione dallo Statò, l'atmuncio di un'azione indefessa di resistenza e di attacco alle ritorte in cui si strema e si. atrofizza la vita locale in Italia, sono gagliardamente e con insistenza a{fermati. Non però per cavarne in anticipo la franchigia della propria impotenza, o per pr.-1:pararemeditata legittimità al fatu.o gesto pseu.aorivoluzionario della rinu~cia ine– vitabile, con l'appello coreografico a un Poi remoto negli anni. Il Partito socialista milanese si poneva in oammino, risoluto e senza jattanza, armato del duplice senso della misura necessaria e dello sforzo e dell'impeto ugualmente necessarii; riconos·cendo i di,·itti dell'oggi, che è quasi l'ieri, non per abdicare ad essi,· ma per assalirli e per vincerli col diritto superiore ·dell'indomani che diventa; convinto che vana é la protesta senza l'azione, più vana la con– templazione estatica della meta promessa senza il conato quotidiano per accostarla; e che dal con– flitto misurato ed accorto fr?, ~iò che. dev'essere . e ciò che• è sorgono le grandi risultant.i della storia: e della vita. Con quest'animo, con questi auspici, fu domato lo spalto del Mu!1icipio milane~e. . . . Senonchè, vamvano appena i peana di vittoria, e sulla neonata Amministrazione - sulla città e sul Paese - s'addensava improvviso il nembo che pre– annunziava, • e quindi accompagnava, la conflagra– zione mondiale, nella quale, a distanza di mesi - indarno deprecante il nostro Partito - era poi tra– volta l'Italia. Travolgimento, che, anche solo nel-

RkJQdWJsaXNoZXIy