Critica Sociale - XXV - n. 18 - 16-30 settembre 1915

CRITICA SOCIALE 275 crociata per l'abolizione d~Ua Censura. Le liste dei nuovi crociati comprendono tutto ciò che c'è di più illustre e di :più pa_triottico in Francia, l'Ao_cademia e il grande giornalismo, i grandi sapienti e i grandi finanzieri, ex-ministri e senatori e deputati di tutti i partiti, letterati, artisti, operai, .... tutti, insomma. Gran fortuna nostra che, in Italia, di un tale mo– vimento la Censura non lascia sentire il bisogno!. .... (Vivi applausi). Il Comizio è sciolto! _CLAuoIO TREVEs. Veuo la reuaur iione ~ell' nrnrnalionale (I) In !svizzera si adunano, mentre io scrivo, i rappre– sentanti di parecchie Sezioni, o frazioni ed organizza– zioni importanti deUa Internazionale socialista, com– prese quelle di taluni paesi travolti nella guerra; sicchè queste mie osservazioni vedranno la luce, quando, forsi!, saranno state corrette o integrate, in ogni modo supe– rate, dalla notizia dei risultati e delle risoluzioni del Convegno. Tuttavia vi può essere, vi è qualche cosa da dire in proposito, che non sia completamente inutile; e sarà bene dirlo, anche per continuare in queste colonne, dal punto di vista nostro, la rassegna degli avvenimenti, che prorompono dalla guerra e tendono inesorabilmente verso la pace. Questa gravitazione, per svariati indizii e da molte parti, mi sembra ormai inoppugnabile. Poco importa che i governanti e i partiti della guerra cer– chino di farle argine, di respingerla nelle sfere del so– spiroso e impotente pacifismo, e meno ancora importa che gli uni e gli altri, nel cercare di arrestarla e di respingerla, non siano neppure inermi di eccellenti ra– gioni, dal loro punto di vista - dal punto di vista na– zionale. Il fatto stesso che sia stata possibile la inizia– tiva di questo primo, e sia pure incompleto, Convegno internazionale socialista, ·ha qualche valore sintomatico. Tale fatto sarebbe tanto più significativo se Sezioni o frazioni notevoli di partiti socialisti di paesi· bellige– ranti, dapprima pregiudizialmente avverse a qualsiasi iniziativa internazionalista, decise ad ignorarla e a boi– cottarla, avessero ora risoluto di parteciparvi, fosse pure col deliberato proposito di togliere ogni effi.cacia e di destituire di ogni efficienza esecutiva la iniziativa medesima. Ciò significherebbe che esse avrebbero av– vertito il perdurante vigore, la imprescrittibile sovranità proletaria dell'Internazionale socialista; si sarebbero ac– corte che era vano ignorarla, poichè essa è ed è ancora e sempre capace di agire; e lo stesso proposito di in– vanire le sue deliberazioni, di ribellarsi alle sue vo– lontà, rivela, in chi quel proposito coltiva, la convin– zione· che i deliberati e le volontà dell'Internazionale siano ancora, e possano essere sempre più, titoli validi, che neppure la guerra può riuscire a mettere fuori· corso. L'adesione, insomma, anche " senza impegni ,, di no– tevoli frazioni dell'Internazionale a cotesto Convegno, se non sarebbe ancora la prova di un suo vero e pro– prio success_o, potrebbe essere almeno una promessa ·confortante, un auspicio incoraggiante pèr il domani. (I) Questo articolo, come si desume dall'esordio, fu scritto e c! giunse prima ancora ohe avesse luogo Il Convegno soclallsta da cui prende le mosse, e della cui composizione e del cui risultati l' .Avanti 1 (IS ccrr.) promette di darci precise notizie dopo che I convenuti delle varie nazioni ne avranno riferito al loro rispettivi mandanti. (Nnta delta CRITIOA). B1bliotecaGino Bianco · Si va a tirar fuori l'ordigno dal magazzino - o dalla soffitta - in cui si era preteso di· averlo confinato per sempre come un ferravecchio demodé; lo si pr0va . e si constata che, sissignori,· su molti dei suoi ingra– naggi le chiazze di sangue della guerra hanno disteso della ruggine, la quale fa cigolare le carrucole e ferma ancora nei perni le grandi ruote ; ma la grande anima socialista - vibra pur sempre delle passioni, che ba– starono alla sua vita e che sono necessarie alle sue nuove affermazioni. È chiaro, da ciò che abbiamo detto, che noi conci– liamo, nella nostra tranquilla e fiduciosa visione del domani, la persuasione che questo Convegno non con– cluderà, questa volta, nulla di propriamente pratico, con la speranza che esso apra la via a risultati fecondi per un domani non lontano. Gli elementi di questa fiduciosa aspettazione - che tutti i socialisti, belligeranti o neu– trali, devono, però, rendere operosa - noi li attingiamo dalla conoscenza e dalla sensazione non soltanto degli umori diffusi nel nostro campo, ma anche degli innu– merevoli ed eloquenti indizii di ciò che va accadendo .... sull'altra riva, nel campo della borghesia guerraiuola. La rassegna, che io intendo qui compiere con oppor– tuna rapidità, di questi indizii del crescente occhieg– giare dei guerraioli alle prime -luci della pace futura, conferma la sensazione ancora vaga e molto diffusa, che si percepisce da qualche mese e che tutti espri– mono così: l'ambiente è mutato, i furori intransigenti si spuntano, le pregiudiziali dello "schiacciamento " del nemico, della " guerra ad oltranza ,,, della pace annien– tatrice dell'avversario vanno sagomandosi in schemi ancora rigidi, ma non più assoluti; e dal chiuso pro– posito di effettuarle integralmente, ad ogni costo, già si aprono la via verso " diagonali ,, più accomodanti, verso ipotesi meglio ragionevoli, verso combinazioni non ancora accettabili, ma già discutibili. Negli Stati Uniti, in questi giorni, l'ambasciatore te– desco von Bernstorff ha fatto diffondere un caratteri– stico documento: il decalogo dE1lla Germania per la pace. Ebbene, quelle " dieci condizioni di pace ,, sono apparse così modeste, in relazione a ciò che si sapeva delle cupidigie tedesche, che in America si è ·impu– gnata l'autenticità del documento che le conteneva. Ma l'Ambasciata tedesca, senza assumersi una respon– sabilità ufficiale di quel decalogo, ha dichiarato che I " oggi in Germania mo4tissima g.ente farebbe buon viso a quelle condizioni ,,. In esse sono incluse: la restitu– zione integrale ,del Belgio alla sua sovranità nazionale, la restituzione delle provincie francesi occupate e· si accenna persino a rettificare a favore della Francia la frontiera renana costituita dopo la guerra del 1870; e si domanda la restituzione delle colonie tedesche, il predominio politico dell'Austria nei Balcani, la restitu– zione dell'Egitto alla Turchia .... Naturalmente, que·sto " progetto ,, di condizioni della pace è, anche per noi, in varii suoi punti, nettamente inaccettabile, ed è persino superfluo spiegarlo: basti riflettere al pericolo di nuovi conflitti italo-austriaci, di cuj il predominio dell'Austria nei Balcani sarebbe produttivo, e al fatto che la reintegrazione della sovra– nità turca in Egitto significherebbe il trasferimento in forze della potenza tedesca nel Mediterraneo. E di inac– cettabile vi è altro, contenuto nel programma, il quale, poi, difetta di garanzie per la pace europea. Ma non è qui il caso di discutel'e quel documento " di assaggio,,. Noi ci limitiamo a considerarlo come la rivelazione

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