Critica Sociale - XXV - n. 18 - 16-30 settembre 1915

286 CRITICA SOCIALE me un nov1z10, veemente come un leone .... - « Non -era-egli repubblicano? » - Il popolo· si sentiva in lui - prosegue il filosofo - e le sue colLere diven- tavano ire pubbliche: i suoi passi erano contati dalla nazione ,e la sua morte non parve- il' tramonto di un uomo.... <e Ma era egli repubblicano? » - Eh! via, petulanti! Voi siete di quelli che vogliono sapere se Cristo fu ebreo o latino; se Dante fu ghibellino o guelfo; se Paolo Sarpi, nell'atto di alzar l'ostia, si sentisse sacerdote catto.Ji.co o consultore veneziano. - » Qui fermò la disputa. Fu a Napoli, che commemorò M. R. Imbriani; ~ il ricordo non si è spento. Attraverso quel1a com– memorazione parve che la figura di Imbriani riap– parisse nellampia sala. « Egli già entra - cominciò Bovio - e viene a sedermi accanto, come nelle. adu– nanze di popolo era suo costume. Alto, ritto delLa persona, o-oohio securo, portamento franco, sorriso mesto . che saluta. Cittadini, l'austriaco.... Eoco la pr,ima invettiva». Nessun carattere apologetico in tutto il discorso: nè •in quello, nè in nessun altro mai. Egli lumeggiò Imbriani, nena nota che l'individualizzò: l'uomo. di azione. E concluse: - _ cc In nessun Parlamento mai suonò una voca così universalmente•. umana. Non era eloquenza, era altra cosa più viva: era tutto il dram– ma umano in un soliloquio a sillabe rotte. - Fate l:ar– g·o! Egl-i entra, la faccia sp,a-rsa di pallore e di speran– za: torn.a a sedermisi accanto, come· era suo costume, in adunanza di popolo. - Che vuoi, Imbriani? - Non domi-cilio coatto, non pi.ombo alla fame, ed aspetto gl'italiani sul Quarna-ro! » Giova ripetere che nessuno dei discorsi di Bovio ebbe carattere apolog,etico, in quanto egl'i d-etestò l'apologia, come quella forma di letteratura corti– giana che, gli ricordava i temp,i della servitù. Non fu apologista ne.anche nelle epigrafi,. tanto vero che talune di esse, riuscirono sgradite non solo al Governo, ma anche alle famiglie deg!'i estinti. Nene ,epigrafi tutti gli uomini sono per.fetti e tutte le donne es,empio di virtù, ma Bovio non poteva piegare il suo spirito a queste esigenze convenzio– naJ.i. Una volta gli si presentò la vedova di un tale che fu un ri,ooo speculatore, senza scrupoli, e insi– stette per una epigrafe, fino ,a quando Bovio, con l,a sua consueta serenità, la dissuase, dicendole: « Per l'epigrafe ohe eila cerea, si rivolg,a a un avvocafo D. Giovanni Bovio fu un filosofo non solo nei libri, ma anche nella vita,· perchè non volle rompere miai l'ar– monia tra _il pensiero e la realtà. Perciò r-esta un esempio·. CoRso Bovrn. L'AVVOCATO DI SI: STfSSO manuale e guida pratica alla portata di tutti delle norme da osservarsi in qualsiasi affare di diritto e di procedura tanto civile· quanto commerciale e penale, ma– rittimo, amministrativo e comunale, con 750 moduli e formulari per la redazione di documenti, atti, contratti, scritture, comparse, ricorsi in qualsiasi procedura, ecc. Specialmente indicato per tutti gli uomini d'affari,· Cooperative e Società comm·er,ciali. • · - Un bel volume rilegato in tela di circa 1200 pagine di grande formato. · Ogni _copia lire -12 (franco di porto per l' ltalia). Ordinazioni con importo anticipato all'Amministra– zione di Oritica SotJiale, via S. Damiano, 16, Milano. BibliotecaGino Bianvu L'ANTICRISTO Ferveva una polemica piuttosto viv,a,ce intorno ,alla domanda d'ammissione· nel P.a,rtito socialista, presen– tata da alcuni democr atici-cristi.an•i, i quali avevano scoperto dei « punti di contatto » frw cristianesimo- e soCJktlismo.' A~cuni mie•i scritti, comparsi, su qu,e,ste colonne e sull'Avanti!, mi avev.aino attirato una va– langa d'im.prop,ert da parte dell'Osservatore Romano e deH'Evangelista, per una volta tanto d'a,ccor-do con– tro un ... r-epr-0bo. P:are·ocht compagni mi avevano tro– vato « eooèssivo ». Uno di essi, eiqzi, prese la penna e scrisse un articolo nel qual,e affermava che, se• il cattolici-smo, cosi come è pratiooto oggi, così come ha svolto la su.a, azione nel mondo, poteva· essere se– vieramente gi-udicato-, il cristianesimo « deUe origini », quello « e.vang-elico », era degno di ogni .a:mmirazi·one. Lo stesso compagno, al quale rivolsi pe•rsonalmente alcune o-bbiezion•i, mi confe.ssò, ,con un oondor-e me– raviglioso, di non aver mai letto neppure i quattro Evangeli! Questo episodio io premetto, come dimostrazione di una igno,mnza assai diffusa: intorno aHe, dottrine cristiane; delle quali in generale si sa que.Jlo soltanto ohe ·comunemente, si· dke: non· più di una: dozzina di «assiomi» messi in cir,colazione da s•ecoli! Grande cu-ra, ognuno lo sa, J,a,C.hiesa ha avuto sempr-e nel • circondal'e di mistero i Libri; m,a,, ogni vo-lta che si squarcia uno de,i veJ.i, accade, alla Chiesa: queilo che aocadde :al saggi,o ragno di cui· testè diceva Mareo R.amperti -sull'Avanti!. Il quale ragno ,a,veva intessuto non so quante ragnatele,· sul turacciolo di un.a botti– glia di vino gene,roso, m,a il turaccio.J.o saltò ugual– mente, schiacciando il saggio ragno contro al sof– fitto! * ** Federico- Nietzsche, è po,co ,conos,c-iuto e 11 p;ggiii, in: terpretato; un.a pic,cola banda d'in.tellettuali lo h,a.rias– sunto nella losca: figura di• Corrado Brando. Il ba·rbaro enorme, "che risollevò gli I ddii sereni deWEllade sulle porte dell'Avvenire, è, sì, un « d·i– struttore »; ma lo è dell',auto,ritarismo, de.Jlia falsità, dell'ipocrisia; per dirl'<l con un,a -p.arofa: di tutto ciò che vi è d'i cristiano nel mondo. E se, •come scrive il Ba.rz.ellotti, sono• andate a lui le simpatie « 'degli aristocratici, degli individualisti, di tutti i raffinati », io• non credo che ciò sia ,avve– n.uto, se non per aver essi, pi,e.gatò, ne.Jl;aloro cos-cien– za, il pensiero, di Nietzsche ,a,lla propri.a tesi. La cosa non è d,el:tutto• rara. Al violento Gesù Cristo è pure ,a,cca-d'uto• di p.assar,e pel mondo come il « mite apo-sto,J.o di G.aliJ.ea >J ! Non è ne,cessario, pe·r esse11e violenti, di praticare la violenza; basta predicarla. E nòn è, ne– cessa,rio predi,carla in via diretta; basta che l'effetto deL!a pr,edic.a,zione conduca alla violenza. Che questa poi sia santa o diabolica, l,o diranno, gli ,ammiratori, i quali non vedono altro che luce, o i detrattori; i qua,lli non vedono a-ltro che tenebre. Max Adler, nella Frankfiirler Zeitung, svelava l'am– mirazione destata in aJ.cuni operai dalla J.ettura delle opere di Fed-erico Nietzsche. E mi basta citare questo semplice fatto fra i tanti: Un umile operoio di Ber– lino notava che « un· filosofo, il quale dice dei ricchi che essi .traggono, il loro vantaggio da ogini immon– dizia; non può esser.e l'oratore del mammonismo ». Federko Ni,etzsche ha dunque trovato discepoli an-

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