Critica sociale - Anno XXV - n. 6 - 16-31 marzo 1915

CRITICA SOCIALE 87 lrure sul'la scornfitta dell'Austri,a e d-ella Ge,i;man:ia, p,ro– c11ra:rs.i La solùda11i,elàdell.a Tripli,c,e Inteisa, compJ.etaire l'unità nazionaLe e assièurs1rsi lihertà di sviluppo e di mp,p,orli commerciaLi con i p,aesi mediterra•nei? I,n lai c.aso, manteni:amo pure la pac•e. M.a raggii.ungere que,,;ti, obhi•eltivi, .senza. la guerra, è più diffioil,e della quad-rat;ura del ci-roolo. Le mie comvinZiioni sooiali,s-be, inte·rnazi,on.aliste eid au,trimil-it~riste, che trovano ne:Ha crisi storica m,o,ii– dia.lie solfanto oo,gi·oni di oonferm,a, mi fanno così avv.erso aiUe guer.re , in g.e,n,e1ie,che un p,o' di i•bri– dismo può forse celarsi in fondo al mi:o spi,rito; in og.ni caso app.airtengo alla sottosp,e'Cie p~ù lontaina d,a quella degli, imperialisti e dei n,azi-ona;l:isti .. Ciò non ostante, se dov-,essi, fr.a neutralisti ed in– tervernti,sli, classi,ficare me stesso, mi poTrei, · d-e,ci,sa– mente, nella specie interventista. 'E mi duole non ~v,eirlo de•tto abbasla,nw chi.aro prima, e aver quindi d-ovulo rubarvi. un p,o' d-i spa,zio 1'>erripeterlo a:dess·o. · Con una coirdial~ str,etta di mano, vostro Venezia, 7 marzo 1915. E. C. LONGOBARDI. .. .'. E L'ALTRA. L'amico Turali ebbe torlo a collocare E. C. Lon– gobardi tra i neutralisti perchè antimperialista, ed E. C. Longobardi ha ragione di. reclamare per il suo irredentismo guerresco offeso. La Critica glie ne deve dar atto. li ragionamento del Longobardi è magnz'.fì– camente im'tervenl.i,sta perchè meravigliosamente clomi– nalo dal p1·econcetto sentimentale in 11oga: la Trip-lice Intesa, tutte le virtù; la Triplice r1//eanza, tutti i de– litti. E pe,·chè si deve dare man forte alla virtù in guerra contro il deliÌto, ergo ... Noi abbiamo già dello - e diciamo in questo stesso numero - prechè noi siamo più che mai. al cli là cli coteste fìgurazioni tripliciste; perchè ugualmente le combattiamo, e perchè non dobbiamo e 11011 poss·iamo scegliere ora tra l'una e l'altra, perchè ora e l'una e l'altra, avendoci p·ortato alla guerra cui tende ,va.no per loro essenza, hanno assolta la loro infausta ragione di -vita e, con il prossimo futuro trattato di pace, si _ scioglieranno, liberando ciascuna i proprii partico– lari elementi costitutivi perchè si reintegrino secondo ie attrazioni nuove dei mutati interessi. E un }eccato, caro Longobardi,· non averci pensato prima; ·ma ora è veramente troppo tardi: non puossi ,CJonla,r,e, ailla .. corucl~-sione. d1e,Jlia, p,aoe e p,e,r un oerto 1te.mpo dop,d," nella s-olidt11ri,e,tà .ass-olufa delle Po.teme della Trip,licè Iin·tes.a, p·erchè assai probabilmente, secondo la antica esperienza, subito, fin dalla conclusione della pace e _per la spartizione del bottino, le Potenze della Intesa avranno motivo di litigio tra loro, ed ognuna sarà indotta a cercare, anche fuori ciel proprio gruppo, i wff rag i di cui avrà bisogno (per cui l'Italia non avrà mai da temere l'isolamento). Come l'eredità della Tur– chia potrebbe passare liscia tra la Russia e l'Inghil– terra, tra la Francia e l'Itaiia? Longobardi dice: lo e Levi abbiamo i piedi sul ter– reno solido dei fatti ... Sì, ma dei fatti già fatti, cioè, morti. E si tratta di. decidere per i fatti da farsi, che · han no eia nascere. E vero elie l'llalia ha bisogno di uno spiri,to di li– bertà intorno a sè: Ma è vano argomentare eia ciò 'l'eternità della Triplice Intesa ed è sarcastico richia– mare da ciò la necessità di entrare in rapporti di al– leanza con la Russia. Gillstizia storica poi -vuole si ibl,iotecaGino Bianco riconosca· che la Tripilice Alleanza non ha - visibil– mente -- impedita l'evoluzione liberale intenza dei nostri istituti - dalla· libertà dì coalizione al wffragio universale. E così è intuitivo che,. se peT' amichevoli negoziati si risolvesse la ques-tione dell'unità nazio– nale, l'italico furore contro le Potenze Centrqli casche– rebbe eia sè. (Rip,assin. l'Alpe ,e •tornerem foa:tehli). E, per lo stesso. motivo, ·e •a.f.o•rti"o,ri, se con amichevoli negoziati si inducessero le Potenze Centrali a dar sod– disfazione alle nostre aspirazioni nazionali, in cotesto stesso benefìzio sarebbe da ritenere spenta ogni me– mo,·ia di passata inimicizia (e così anche quella p1·e– su11ta per effetto· della nostra neutralità) .... Tutt6, fotto i,/- ragionamento del' Longobardi è infì– ciato' cli cotesta inerzia sein.timental,e, per cui fìssa e cristallizza gli stati di a.nimo presenti e li proietta al cli là delle lbro cagioni, a tale inecroziase,n:tiimentale adeguando arbitrariamente_ la linea pe.nsata di svolgi– mento della storia futura. Tanto è ciò vero che Longobardi ,vive ancora nel . t~rrore d/ una possibrÙe vittoria degli i~peri Centrali, che manifestamente· non è già più eia temere; costi– tuendo l'equilibrio delle due coalizioni belligeranti la caratteristica più espressiva della situazione presente. Longobardi vede ancora le cose come noi slessi le vedevamo quando, attendendoci la fulminea disfatta della Francia, ne arguivamo la necessità per l'/td,lia di fronteggiare un'eventuale conato di rappresaglia teutonica contro la sua neutralità. Storia cli sei mesi . fa! Quella servitù che allora vedevamo incombente su l'Italia, ove l'Italia· non si fosse · apprestata a rintuz– zarla, noi oggi l.a vediamo ,·icomparire sotto le forme (certo più miti) cli un vassallaggio, economico e po: Ìitico, - dell'Italia verso l'lng/1ilter1·a, ove, per un folle quanto tardivo sgomento, andassimo à buttarci' tra le braccia della Triplice Intesa, affinchè ci abbia a P'or– tare a combattere cont,·o i nostri << alleat·i » della Tri– plice Alleanza! Per /art/a breve, la nost,·a co.n'fess.i,on,en,eutr,ali ,s.ta a contrasto della conif.essione interventista di Longo– bardi si può, dal punto di vistà non di und astratta Italia, nìa da qH'ello del concreto p,roletarii•ato italiano, riassii'mere così: a) _che eia/la guerra escano ugualmente rotte le due TriP'li'ci, in quanto rispondono ad uno sfesso .siste– ma politico qi minaccia e di oppressione degli Stati piccoli e neutrali, a tutta esaltazione del militarismo. (Che siano state le Potenze Centrali a dare il segno dell'esplosio'ne, ciò· non 1 e che tin ·accidente che 11011 màta la sostanza delle cose); . b) che tale obbiettivo pare già ora assicurato e/alla vicenda della guerra, con la neutralità italiana; c) che con tale obbiettivo concorda P'raticamenle, come le circostanze mostrano, l'aspirazione al giusto completamento (cioè non impe•r-i,alislico, secondo con– sente lo stesso Longobardi) e/e/l'unità nazionale; • d) che soltanto mediante tale obbiettivo è assicfl .. ,•abile la pace e la libertà, così politica come commeT'– ciale, così esterna come interna, cli tutti i popoli e, segnatamente, dei popoili neutri e formanti piccoli Stati. ' Le nostre convinzioni socialiste internazionaliste ed antimilitariste, che trovano hella crisi storica (come r.licè bene il Longoba,·cli) soltanto ragioni ·di co11,je,1·ma, nella contingente rìcerca della ·soluzione nece-ssaria, si appagano pienamente col metodo c/'ella neutralità çritica, il quale,· ugualmente, in un pensiero, ·sor_;iaili– sta, conda11na l'alluale. duplice sistema clegli.,aggr11p- / .

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