Critica sociale - Anno XXV - n. 6 - 16-31 marzo 1915

86 CRITICA SOCIALE Nè vale ri,àdd,un-e quello che è stato l'argomen,to fondamentale pe-r la neu,t.ralità, portato fin dall'inizio ùa Clau<lio• TreH!>S: la possibilità m·venire di un di– \'erso aggruppamen,to degli Stati europei. Quali che ·i•ano le direttil'e de.Ila polilioo internazionale i!n UJ1 fuluro più o meno remCJ1to, è evide•nte che i due gruppi ora in hoLba d,ovranno, per ragioni eleroen– lar,i di conservazLon,e, gi,unge·re comp,atli alle Lratta– ti v,e di pac·e, e conseorvarsi unili finchè il ,n,u.Qlvo a,ss-elLo non. sia oonsoli:dato.. Ogni Potenza .abban– donerà i suoi sostegni aliu'fdi so,lo quando sarà sicur.a di pot~rs.eone procura1,e altri. L'Italia sola non ha un arn;i,co, nè um alleato .nel mondo, e neU'isolamiento non può reSJlare, senza coner•e il rischio cli fare le spese per lutti. Ha oggi la scelta fra il proslùtuiirsi agli Imperi e il tendere la maffo. ami-ca aii paesi li,beri. Quello che avverrà in um .avvenire remoto non im– rorta. La silua:l'ione. allual,e ha g,ià in sè la neces– sità de,Ua s·oluzione. Levi ed ~o abbiamo i piedi sul' Lerreno sol.i<lo dei fabli; non siamo noi ad interro– gare le, stelle ò a subordin,are l,e decisioni imme– diale ad ipot,esi ohe po>lrcbbero non, divenire mai 1•ealtà. L'Ita•li,a, poi, no,n ha al,cuna ragione per d,eside– rare che la Triplioe anglo-franco-russa si sfasci, o per con.correre a rompe·rJ.a. Le conv:errebibe anzi coo– p·e.ral!'ea consohdarlà. L'alleanzn, così come è, co,sli– luisoe un si;;lema di [,o·rze contrarie, sia nella pol~ti,ca inLernazi,onale, sia nelle tend.enze politiche interne d-egli Stati alleali. Perciò ,ap·punto non è peri,colosa oome Lia vecchi,a Triplice Alleanza e, più .a:n1c01ra, la nuova aus.tro-lur-00-gormanica, « tutta d'un pezzo e tutta d'un co.lore ». L'alloonza franoo-i,nglese f.a equ,i– libri,o alle .ambizioni meditierranee de.Jla Russi,a, e neutralizza questa come fattore reazionario nei r.ap – port.i in,Lemazionah (al.l'interno è un'~llra cosa). È evid,en•te già, ad ·ese,mpio, che le notte a]l.001te no'll [,o,rz,eronno I Dardanelli nè si impa<lroni,ranno di Co– sLanfi.ruop,oJ.i per insediarvi, senz'al.bro, l'lmP'ero d,eJLo C:wr. Sa:rehbe consigli,aibiJ.e che il paese L<messe gli oc– c.hi bene ape,rti, a qucslo proposito, per l'oggi e p,er il domani. Non siamo ancora bene uscili da un.a servitù, che forse lo politica estera della monarchio, incontrollata e i.n~on>lrollabile, ce ne prepara un'al.tra. Pr.op.ri.o in questi gi,orni l'oo. Bellòlo, che potrebbe domani avere parl,e determin~mte nella politica ila– liann, consigli.ava, in un'inte•rvisla, vn aocordo con l,a Russia - dulia yua/e non ci dividono contrasti di interessi - a pr.ef.ere.nza del riav,,icinamento al– l'InghiUerra ed alLa Frruncia (1). Sa•rebbe ;a solita politica dell'impotenza, derivante rlal!li:1imp'oss,ibili,là di andar contro la Francia e l'fa1g,hi:l1LeJ'ra, le cui navi aff,amerebbero l'Italia in u,n mes-e, ,e ne dishruggerebbe-ro le più grandi città - da G,e,no-vaa Venezia, passando per Napoli e Pa- 1.crmo - in olio giorn~. E sarebbe politica anche più mostruosa, anzi addi- 1·itt,urn suicidn, se l'accol'do fra i tre Impe·ralori, al qunle lavorò tanto il Bismm·rk, ridiventasse possibile neWawe,nire (2). (I) Vedi un numero recentissimo del co,•,•iere della Se.-a. (2) L'attacco al Dardanelli, di cui In Inghilterra attribuiscono la decisione alla magnifica energia di combattente di Lloyd George, è stata una Iniziativa geniale, non solo dal punto di vista militare e come pressione sugli Stati balcanici, ma anche perchè, mettendo In prima linea la questione d'Orlenté, crea In opposizione cllretta e BibliotecaGino Bianco L'It.a,lia ha bisogno, per 'l'espirare e per viver•e, di un ;3,rn,bi,enledi J'ibe.rtà imtorn,o a sè. Il noslro popolo amerà sempre i paesi liberi, e non maroerà ma.i con le tiDanni,e. Ciò app-arre evidente netragosl.o s,corso, e, assi,eme aH' imprepairazi,one mii,litare, determinò forse lo dLchi•a11azione di neutralità. Se i governanti dovessero ùim,en~icairl,o nell'.an,eni1-e, è bene, ohe si.a loro ricordato: Il meno che si po.%a chi,ede,1-e alla monmchia, è una p,olitica ,e_stera di simpatje li'berali, e di ciò appuJ11io essa non ci assicura. Gli amori con la Russfo com.inci,arono p,Toprio col nuovo regno, e i pa-renli de.Ila regina - che è personalment,e un no– bil,e tipo di donna -- son gen,te cli casa dei sovrani russi. L'aclesion,e i,mmedi,ut.a dell'H1alia alla Tr.iphce In– ,t,esa ci salv,er,ebbe d~11lapossibilità di ri•cooere sottò la tuLe.(.a led.esca e ci garant.i.rebbe da:! reriool,o di fut,ur.i le,gam1 c·on la sola Russi.a. 3° Complelal'e /'u11ilà 11azio11ale raggiungere 1111a fro11/iera 111ililannenle difendibile. 4° Impedite che co11quisle terl'iloriali, imposi– ::ioni di politica doganale, o. al'lifìciosi coordinamenti delle vie di comunicazione, da parte cli altri Sta/i, · chiuclano al nostro paese le vie commerciali de/l'O– l'ie11te prossimo. 1lssicurarsi il regime della pol'la apel'la nelle colonie meclile1·1·anee .di /111/i gli Stati eUl'Opei. La vostra nota risponde invece in lurtlo al mio pen– s~e:ro, quand,o osserva che l'espi,n,go 11isolulamente ogni ide.a di conquista fu,ori dei oonfini 1rnturali. Io desidero che il mio pa,ese senta i'! dovere di com– p,l;eta!fe la sua ull1'ità nazi,oo,ale, ma, olio stesso tempo, sono l•ie•lodi trovarmi <l'accordo con Gae,t.ano Salvé– mini, nel'l'augu,ra,re che abbia l,a saggezza. di rinun– zi.are .a<l aimnettJe·rsi terrilo,rii non ifaliani. Fa •r.lo , sa1·eibbe un,a ve•ra iniquità per paesi che hanno una· ch'i.ar.a cosoi,e,nz.a nazi,onale, come ],e i.sole del Dod,ec ;ane.so , e sarebbe, in ogni caso, impegnare ed esaurire te risorse della nostra economi.a in còm– piti ad •essa sp!foporzionati, mentre i problemi i:nterni più min,a,ocios-i 11estano- ancora i:nsCJlluli. Questi, a mi,o modo di v,edere, gli intel!'essi d<el- 1 'Italia, nella grave ora che co-rre: sconfitta qustro– tede·sca; unione alla Triplice Intesa; compimento de/– l'unità; libertà di sviluppo commerciale nei paesi me– ditel'ranei. E, quando parlo dell'Italia, i.nLendto la gran ma.'>Sa del s~o popolo. Non vedo qui1ndi possi,bili-tà iii oo.nflitlo fra gli interessi' ilaliahi e 'l:juelili del mo– vimento sot:iaJli•sta, che è l'espressio'lle della frazione pi,ù cosci.ente e combaUiva deg.li italiani ch,e vivono d,e,l loro l,avoro. Ogni el,evazione, ogni aumento di l'i– bertà, di potenza e di benessere de.J popo·lo e.rea a,1 soci.ahsmo più f,avo1,evoli condizioni di svi,luppo e, reciprocamente, ogni aumento d,e,IJ,eforze soci·aliste costilui.sce una energia ·nuova, che va impiegata ne– cessari,am,enle, G favore di tutta la massa popolare. Per questa rag,i·one, non ho mai I.emulo di dover sce– gliere fra il dovere di italiano e quello di soci,alisia. Il rioonoscim,ento di queste necessità determina la mia rosizione mentale di fronte :rl problermi deLla guerra. È possibile, mantenendo l,n neutralità, oon- permanente fra gli Interessi della Russia e le aspirazioni della Germania. Fino ad oggi, mentre li contrasto austro-russo era eTl– dente, quello russo-tedesco restava solo Indiretto: la via ad un accordo fra I tre Imperi, mediatrice la Germania, era dunque eempre aperta. E questo costituirebbe la sciagura più grave per 111 libertà e la democrazia In F.uropa.

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