Critica Sociale - Anno XXV - n. 5 - 1-15 marzo 1915

CRJTICA SOCIALE 71 E la _guerra non è essa st\lSSa l'espressione di una organizzazione collettiva,, che più si allarga e più sj acuisce, e più valorizza. la concezione della organizzazione per la collettività? . Ora tutto questo è, inconsapevolmente, in un momento in cui tutt~ le individualità sono sog– giogate e assòrbite per la dife~a di uri supremo interesse collettivo, il- riconoscimento· da parte della collettività stessa·, cdmpresa quella borghesia che ordinariamente lo nega, di quei postulati per i quali i socialisti si battono ogni giorno. Se queste forme di · organiz?.:azione e di azione sono atte a salvare mornentaneamente un paese e un popolo nella più tremenda delle sue crisi, a maggior ragione esse valgano a salvare pei•m,a– nentemente una società che è ogni giorno minata e minacciata dalla economia capitalistica. Quello che è vero e buono in questo momento per- la borghesia dei diversi paesi per sa1vare gli interessi del paese, è altrettanto vero e ·buono per i socialisti in ogni momen_to p~r salvare gli intéressi della classe r lavoratrice in 'parti colate e della collettività e della umanità in generale. Per queste ragioni la guerra, mentre da un lato affretterà l'evoluzione sino all'apogeo del capita~ lismo coll'allargarlo e ingigantirlo, dall'altro -raf– forza moralmente il suo antagonista, accaparran– dogli simpatie e adesioni per le verità: da esso ~.-!fermate e che trovano suggello nei· fatti. Cioè : a) il militarismo prepara la gùerra, non l'al– lontana, e il si vis ·pacern pw ·a bellurn è un pro·– verbio menzognero, come tanti altri pro:verbi; . b) la produzione per il profitto, la libera·con– correnza, i dazi protettivi, i dumping, i ti·usts, l'illimitato diritto di proprietà individuale, sono forme morbose che diffondono infezioni produt– trici di epidemie croniche e di stragi periodiche come le attuali ; c) l'intervento dell'Ente pubblico a tutela e governo delle diverse forme di attività e di di– fesa dei cittadini e il principio di organizzazione sono indispensabili per salvare la collettività; dunque essi lo sono altrettanto per risanare defi– nitivamente la società. D'onde si potrebbe concludere che, se molte il– lusioni vanno cadendo sulle cause- della guerra delle nazioni, e sulle mutazioni che essa si sa– rebbe potuto credere che avesse a produrre, sempre più si può tener per fermo che la vera forza che, dopo il compimento delle nazionalità etniche, ter- · ritoriali, linguistiche, è spuntata nel mondo e che il mondo tramuterà, è l'organiz:?iazione del prole– tariato, e che essa, ed essa sola, anzichè•sminuita, uscirà dalla guerra potenzialmente e moralmente, e per la ragione del suo contrario, più forte, più chiara nella sua azione e nella sua predestinazione. ALESSANDRO 8CHIA VI. ESERCITO E DEMOCRAZIA L'int1·oduiione di questo eccellente :stuctio lli ri– forme pratiche dice la premessa in cui l'Autore discorda dai prlncipz nostri, esone1·andoci dalle riserve di rito. Quanto alle conclusioni, ci paiono assai meditate e da medita1·e. Tanto basta perchè la _Critica si tenga in dove1·e di ospitarle. La democraziasocialee la nazione. ' , La cortese ospitalita della Critica Sociale a queste pagine di chi non può dirsi socialista, pa– gine che suscitera1mo certo commenti e imp;res- ibliotecaGino Bianco sioni contrarie nel campo socialista, rende neces– saria una breve e preliminare professione di fede. · Democratico convinto, credo che ".demoérazia,, debba. intendersi solo nel senso di "dem0crazia snciate ,,. La vecchia .democrazia inçlividualista di liberali, r-epubblicani e di ·molti radicali,· se ha avuto ·una· importante funziuné sforica· in passatq - la reazione ·liberatrice e purificatrice alle form6l malsane di collettivismo teocratico, dispotico è" corporativista del Medio Evo e'dei Principaiti pre– nazionali -. rappreserita ora una follma superata e in piena antitesi con le 'aspfrazioni della società moderna e con quella che è la tendenza anima– trice delle odierne riforme ·sociali. Alla libertà sfrenata, mèta della antica ùemoc'razia, deve ag 0 giungersi· e sostituirsi ·parzialmente uno · spirit~ d-i sempre più intensa solidarietà, di sempre più. èomplessa,e profonda subordinazione dell'indi,y..Uitu01 a nuclei sempre più grandi di organizzazion.esociale,,, 1 .", Ecco perchè credo fermamente e sinceramente.""·'· uell'avvento del socialismo e nella .funzione sto- · 'rica, 1:Ìparatrièe è integratrice, del moviment0 socialista nell'attuale momento storico, conside~. · randolo come mezzo per arrivare all'attuàzione di · quel ngime misto di individualismo e collitti– vismo che corrisponde· pienamente allo spirito ., informatore della democrazia: " il massimo bene per il massimo numero ;, , alla sostituzione del. l'attuale aristocrazia plutocratica (che la, rivolu, zione francese ha sostituito alle ·aristocrazie genti– lizie, feudali, terriere e clericali,non molto peggiori) con una ari:stocrazia intellettuale. · Ma dal movimento socialista mi divide - più che· l'avversione al metodo rivoluzionario e la fede nel metodo riformista, giacchè tale avvei·.~ sione e tale fede sono ormai comuni a quasi tutti i socialisti intellettuali - la valutazionè di -mia realtà indisctitibUe, per me, se pure contingente 1 la .1·ealtà nazidnale. · Io credo che· cercare di distruggere oggi la na– zione --- necessario stadio di transizione della in– faticabile evoluzione della organizzazione umana dagli .aggruppamenti informi. ,e r.istretti delle epoche primitive ai gruppi più ampì di domani -,- . sia un errore dannoso allo stesso sviluppo del so– cialismo, sia un fatto involutivo anzichè evolutivo, che -determinerebbe, anzichè l'avvento dell'Inter– nazionale, il· ritorno alla organizzazione prenaziò– -nale e antinazionale dei secoli scorsi, ritardando ·quindi l'emancipazione del proletariato e lo svi– luppo dell'organizzazione socialista., , , Ed è per ciò che, sin da quando la attuale guerra ,·europea s~mbrav,a un.a utopia,. mostruosa, . unq spauracchio della borghesia per estorcere• sudori e quattrini al proletariatp coll'inasprimentq della .politica militare, io sono sempre stato convi-nto·, pur essendo decisamente democratico-sociale, cj.ellà, fatale necessità della preparazione nazionale: eccq perchè sono se;mpre stato un. solitario, non po,. tendomi çonfondere n è c oi conservatori,_ nè co:q, chi, condividendo le n ;i.ie idee riformatrici, si op.-,– poneva a tale prepara~i one : epco perchè mi so:q.o detto sempre deniocr-atico nazt,onale: perchè sin dall'epoca della gne.i:ra libica erq convinto di questa verità, di cui l'attuale prqva ha dato una luminosa, se pur terribile, conferma: "La politica, :nazionale· e ta politica :sociale devoii essere con~ tempo1·aneamenle attuale da uno Stato moderno. Fare le riforme sociali pe;r ·poter fare una più concorde e intensa politica .nazionale: fare una intensa politica nazio,nale per poter svolgere un,a .più proficua opera di organizza~ione · internazio– nale ispirata agli acCOJ'.'.di frater:ni dei popoli, in: di_pend~nti e governantisi -da tiè se.condo il prin– cipio di. nazionalità ,,.

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