Critica Sociale - Anno XXIV - n.20 -16-31 ottobre 1914

CRITICA SOCIALE 319 1812-1914-. E,p,p'll,rea11Jchei Prussiani, a Tau.roggen .... Ricordate, ricordate q,uella data: 1812. Nella storia de.Ile guerre umane è impos,sibile non accorgersi co– me il f-enomeno «tradimento» di,venti sempre meno frequente e delittuoso, via vi,a,che nei secoli la regge prevale, all'arbitrio·, che le stir,pi si foil!dono, ohe H ri,s,petto comune· na,sce dalla conos.oenza comune. ~en– tre la cres.oente ciommistion.e d,ei traffici e delle cultur-e ,abolisce di· f.a.tto i c:onfini, e i prewn-0etti di razz.a van,no modifrcandosi e spar-end-o, e l'uomo, si s.ente sempre più simile, sempre più fratello d'ogni uomo che .pur gli, possa -essere nemico, risorgono anche pe·r I-e razze quegli obbli•ghi di -eJ.em-entare lealtà che il Borg-es·e vorrebbe mantenuti nei soli rapporti fra indi– viduo ed individuo. Cent'imni or sono, questa conce– zion-e di•,razz.e e di confini - benchè evo.Juta - era anc ora barbar ica; e Trnuroggen era ancora pos,sibile; e il genera.le York - mancando alla s·ua, fede - po– te,va ridersi <l-eHecolle-re e deJJ.e satire francesi. Un po,polo ave<vas.ublto un'offesa, ma che importa, s,c un g,ene1rale ave.va vinto u,n,a battagli,a? Oggi, questo no'Il bas,ter-e,bhe più; o,ggi il tradimento sarebbe tro,p'P'o rioordato, e vendicato. A ohe giova distingue•re, fra O'Ilore di i·ndividui e onore."di nazio.ni, mentre il quo– tidiano d·riamma sociale - spezzate le frontiere- - non si svolge che fro individui? Ebbene: la s.eco,n.<la Tia,ua,og.genche og,gi in ca,s,a nostra si complotta, mol– tipliche·rebbe la sua infamia pei cent'anni che la se– parano d"<lllaprima. In cento nnni, troppe vie hanno ra,vviònato foa cì,elo e· terra i due po,poli, la,n,cì,ando a UJ.'li,fica-rli legioni di treni, di navi, di ae•rostali. E i nuovi interessi sorti, e i nuovi pens,ieri scambiati, e le nuove emi,g-razioni, e le nuove parentele? La g;u,erra p'Uò intenompere tutto questo; mai il tradimento lo spezz,a. E aHora io penso colil ugrnale nostalgia al fra– tello di Trieste e al fratello di Vienna. Lealtà di uo– mini... Leal,tà di popoli ... Ah, no. Questa di,stinzione è un cavillo e un de,Jìtto. Almeno per chi s,cnte di vi– v>ere, nel mondo, tr,a un solo p-opolo, un popolo di uomini. MARCO RAMPERTI. FflTTI E COMMENTI Un .quadro della vita italiana, e un altro delle città ita– liane. - La criminalità nel 1908-1909-1910. - Le spese militari In 50 anni. -- Debiti o imposte per le spese di guerra? - La ricchezza e la guerra delle nazioni. È uscito il terzo vol111medella s.eoi;>ndas.erie del– l';ln,wario Statistico italiano 1913 (1), ingrossato di mole (466 ,p,::ugi,ne),ma pur sempre agile, e,le,g,:mte, bene stam1pato, bene ordin-Uto nella materia, che è LuUa fres-oo e reoon Le. È un quadro della vita italinnn, fatto a base di cifre, che è tanto più necessario posseder-e, oss.ervill'e e stu– dia1,e., iin,quanto, oerto, il 1914 vi upporte,rà mut.azioni notevoli e, purtroppo, non tutte liete. Anche la « Unione Stat.istioa de-Ile Cit.tà itali,ane » pu.bbli·cu i,I V. 1l11nll(11·ioStatistico delle Ci/là italiane, 1913-1914 (2), pur esso ispessito (pag. XVI-286) e com– . prendente not.izi,e su 486 Comuni, cioè su 116 più che nel precedente volume. È questo un indice che la statistica va diventando uno strumento di conoscenza delle condizioni reali (1) Roma, Tip. Naz. Bertero e c., rilegato, L. s. (9) Firenze, Aironi e venturi, L. 5; rilegato L. 6. teca Gino Bianco dei Comuni, e non solo dei mai:i-,giori,ohe permett~rà rugli amminis.tr.atori di remlers1 conto delle_ ne~ss1tà aUe quali debbono provvede,re, non con or1Ler11em– pirici, ma con metodo razionale ed organico. Il Mi,nistero di Grazia e GiUiSlizia o dei Culi.i ha puhblicato in questo stesso anno la Statistica giudi– ziaria penale per ili 1908 e 1909, e, in altro volume, per il 1910. Oltre una maggior rnpidità nella compilazione, e puibbli-cazione di queste statistiche, notiamo che ora, per la prima volta, la intensità della de·linquenza è pres.entata in rapporto ana popofazion,e per Provin– ci,e, anzichè, come fino a ieri, per Compartimenti giu– diziarii, che con queUe non coinci·don-o affatto-. La base statistica unica renderà possibile raffrontare la d,elinquenza con altri fenomeni dcimogr.afìci o soci-ali. La Ra:gione,ria g-enerale dello Stato ha riipubblicato e aggiornato li Bilancio del Regno d'Italia neg_li eser– cizi finanziarii dal 1862 al 1912-13 (Roma, Tip. del– l'Unione Editri-ce, 1914), dov-e si vede ohe lo Stato ha i.nca,ssat.o, dnll,e entra-te ordinari-e e strao•rdinari-e, nel p-e·riodo suacoennnto, 73 miliardi di lire ed hu sp,e,si 76 mili.ardi e 500 milioni ci.rea. Orbene, in que– sta spesa, la guerra e la marina -entra,no per 18 mi– liardi e 248 -milioni, mentre i s.ervizii ])'Ubblici, e le opere pubblicihe di si.rade, acque, bonifiche, oon en– trano che per 11 mili.ardi -e 70 milioni. All,e quali spese per altro sono eia aggilllilg•ere f]ueJ.l.e per gli interessi dei de,bi·ti contralti per la guen-U, p,e,r J,e oper,e p'llbbliche -e per il dobito vit,a,lizio, co– stituenti, insi,eirne, gli oneri d-ello SLato che impo-rta– rono circa 32 miliardi. *** A pr01posi.to di spese stmordi•narie per opere pub– bliche, che so,glionsi ohiamare «riproduttive», e di s,peso slraordi.nari,e dette <<improduttive» tr-UJ.e qua·li ti•pica è la spesa della condotta di una guerrn, e sul mezzo adeguato per coprire· tali spese, disserta lun– gaimenLe, e· con l'acume -e la chiar-ezza eh.e so·no a lui peculiari, LUIGI EINAUDInel volume La Fi1zanzr1 clel/r1 guerra e e/elle opere pubbliche (Torino, S. T. E. N., 1914, L. 7). L'Autore vi,e,n.ealla co-nclusione che « il metodo ciel de,bito pwbblico è un mezzo per ripartire più co,nve– nient,e-meinte nel tempo, e senza sensi-bili scosse per. i contribuenti, l'one:r,e della spesa straordin,a.ria che, col metodo dell'imp-osta, dovr,e,bbe incidere sui con– tribuenti in un tempo brevissiimo ». E con ciò esclude la errala affe-rmnzione dell'opi– nion,e val.gare che l'impostn straordi-naria gravi csulla g;enerazione, presente, mentre il debito graverebbe sulle g,e,n,erazioni fubure, J.}erchè, nel oo,so dell'imposLa skaordim.aria pre,sente, le g,enerazioni futùre rioeve– rnnn.o in meno, per successione, una somma pari a q,uelln pagata dalla generazione attuale dei contri– buenti; ,e, nel caso del debito, le generazioni future rioeivono un patrimonio apparentemente intatto, ma già grav.alo dell'onere degli interessi del debito, e quindi sosta.nzialme·nte già diminuito, di una somma– capitale corri-sponde,nte al debito come nel caso del- l'imposLa. . Il d,ebi-t.o ha q,uindi questo solo van.t.agg10, che, laddove l'impo•sta straordinaria può essere insuffi– ci-ente a provvedere i mezzi occorrenti alla s,pesa str-aordinairia, esso, convertendo il peso sui contri– buenti da una. so,rnmn 11nica, ohe i contribuenti pos– sono non aver di s,poni- bile, in una ann11alilà perp•elun molto, inferiore,, ron.de ,possibile l'operazione. « Il de– bito è dunque 1112 me loe/o 11/ile n massimizzare lr, capacità contributiva dei consociali, ottenendo facil– mente ciò Clhe nell'imposta strnordi'Ilaria sarebbe im– possibile -avere ». Fra i va-rii m,e,todi cli contrarre debiti, l'Einnudi c-ritica l'emissione di « Buoni del Te.soro» per prov– v-eder,e aJJ.e s.pese, di unn guerra, che non -po.s-50no essere pag-Ute in brevi mesi, come comporta l'indole dei Buoni del Tesoro ordinari, vere cambi,nli a breve scndenza; ag,gi,uingendo che l'esperienza ins.egna es– sere pernicioso alle Finanze dello Stato caricarsi di debiti fluttuainli rimborsabili a scadenw di mesi, e che urla nei principii fondamentali delle costituzioni rappresentntive la facoltà, nei Governi, di far debiti senz-a p1,evio consenso del Parlamento e opportuna pubblica discussione.

RkJQdWJsaXNoZXIy