Critica Sociale - Anno XXIV - n. 6 - 16-31 marzo 1914

CRITICA SOCIALE 95 principii "d\ fisoolità stabiliti . dalla Assemblea nazio– nale nel 1'789, c,he erano: '1° Vòto ! dell'imposta e contro'llo delle spese da parte di coloro che la. pagano; · 2° L'imposta deve essere proporzionale; · 3° L'imposta deve essere · reale: Ora; seoondo Guyoi, la regressione fu iniziata dalla Convenzione colla imposizione di una tassa che im– poi,tava la dichiarazione del reddito da parte dei con– tribuenti e la progressione nell'applicazione, cioè a dire che conduceva « a una inquisizione e ad una con- fisca»: ' · . · L 'irp.pù~ ta ge~erale _su~reddito in Prussia non sfug– ge all'a,ccusa d1 oostitmre un regresso pere,hè « non rispetta· il segreto delle fortune private>>. , ' Agli · studiosi della materia ohe, come Edwin Se– ligman, c'onstatano che coll'imposta proporzionale << la derii,ocrazia si afferma più vigorosamente », e osser– v:rnò, come LoiJis Suret, « essere necessario, negli stu_di çqe !'ìi faranno sulla opportunità o sulla possi– bilità di questà o quella forma di impost;J:, metter da parte le comie;, ;io.ni etic,he >l, Guyot, il rigido econo– mista 'i'niiividuali'sta,' r\spòrldE:i che la « politica gene– rò/fa di solidarietà no·n è che ·una politica di spoglia-· zione » e ·che l'imposta progressiva ha,, dal punto di vista!' Msti-ttiz'ìoj'\ale;'. qul¼ta "COi'lse:gaenza~,'la:,maggi 0°1 rariia vota I'ìmpòsta èlie pagherà la minoranza e di- 1\pone, senza contribuirvi, dei mezzi che essa ' pi:o- curerà >J. 1 · ,ed anche su questo terreno. il duello continua ... ST-ICUS. COME LA "CRITICA· SOCIALE,, comm~mora, a modo suo, laRepubblica Romana .... (La Rivo11tzlone e la Repubblica Romana 1848-1849, dell'avv. GIUSEPPE LETI • ..:.. Mllano,· 1913), ' Erano rivoluzionari temperati quei nostri gloriosi m·aggiori che, sessantacinque anni or sono, proclama– rono la Repubblica in Campidoglio. .Appare manifesto che non 'una diffusa " volontà di Repubblica ,, fugò il prin,cipe, ma la fuga spontanea del principe ispirò e, alla fine,. tra dubbiezze molte e riluttanze prudenti, persuase l'idea della Repubblfca. La fremente impa– zienza lrl Garibaldi e di un Napoleonide, prorompente . nel grido .eroic!) già nelle prime ore dell'assemblea, non trovò consenso; le parole rozze e veementi di Ga– ribaldi, insofferente d'indugi formali, parvero ebbre a più d'uno dégli onorevoli <;?,lleghi.. " Molti hanno riso di ,tanta inteµipe;ranza marziale e si poco parlamenta– ria,, scrisse in quei tempi Augusto Vecchi. , · Ma non aveva riso l'o'n. Tranquilli, H qua'le ne di-– ~~µne_. iirnéJttd,;_ 'e . .'..:..: 'è:l\çiJI 'v:~c)~~~ -,- .''.. era, _quasi_illl– pazzato ,,.fEra un btil ti_p0di deputato alla .Costituente R'omaria Tranquilli; di cui sempre· il Vecchi narra in tlri'.àilra' lettera: ' " Egli si op.pone a tutte· le misure del- 1'.Assemòlea: E poi lo ,dice .~pn chiaro: Ei venne a far p,arte della defunta Camera. per, ottenere una pensi on e di ·scudi ·otto cui ·crede aver diritto. E se rimane è per ques!o. È il più pover'uomo che mi conosca •·. Sì, ma i Tranquilli di assemblee venute di poi non hanno mili più avuto il coraggio di dir così chiaro il fatto lo·ro,,sebbene questo importi spesso qualcosa più di scudi otto .... Repubblièa borghese. Dei cinque articoli preparati da Filopanti la notte innanz~ alla promulgazione ·del Decreto fondamentale, " il quarto - egli scrisse poi - mii'ava il socialismo. Diceva: Gli sforzi della repub– blica romana saranno principalmente rivolti al mi– gli01·amento mate1·iale e morale di tutte le classi della sot:ietà ,,. Ma non se ne fece nulla; l'articolo non passò, "·appoggiato ,,· dal solo Carlo Bonaparte (non indegna- ibliotecaGino Bianco mente· figlio di quel Luciano, che fu ribelle lnd.omito al despota fatale fratel suo). Qualche mese dopo, il 18 giugno, " mentre la fucilata strideva intorno ai monu– menti degli avi ,,, l'Assemblea discuteva il progetto di costituzione, e il bravo Filopanti all'art. 4 proponeva questo emendàmeÌito: "La repubblica dee, secondo i limiti dei suoi mezzi, assicurai'.e la sussistenza dei cit.:. tadini necessitasi, procurando il lavoro · a quelli che non hanno altro modo di p1·ocacciarsene, o formando sussidi a coloro che non ne possono avere dalla loro famiglia, e che sono impotenti al lavoro ,,. L'emenda– mento non fu neppur messo ai voti perchè " non ap– poggiato ": all'Assemblea parve assai che ci fosse un Ministero incaricato della b,enefìce11za pubblica. In quei belli e forti uomini le idee sociali alb()ggiavano appena; la mia generazione, che, tra .stridere di altre fucilate e di altre catene, le ha sollevate nella luce me– ridiana, ·non è. dunque tanto dappoco _e coil'tennennà quanto. piace ai giovani nazionalisti, spidtualisti atei e idealisti filosofanti, che ci vogliono, con molto diverti- ; men'tò"nòstro, metterll'-Ìll"So'ffitta• o gittare neUa, buca. J'.,'avv. Leti (della Deputazione di Storia Patria per le Provincie delle Marche) dal canto suo mette in _lu.cè molti documenti come i soprascritti e li aduna, insieme con 275 illustrazioni, in questo volume, scritto ·alla buona, non affatto con tono Liviano, ma spacciatamente succinto, più cronaca che storia. La narrazione di mo– menti epicamente solenni procede talvolta trascurata, non attinta a documenti di prima mano. A pag. 394. per esempio, lo scrittore mostra di starsene ad un'af– fermazione di Jarro, secondo la quale Tommaso Salvini avrebbe raccolto e ritirato dal campo il cadavere di Angelo Masina. ·Ma il racconto a pag. 93-94 delle me– morie di Salvini suona diversamente·: " ..... sentendo delle voci alterate alla Porta di· San Pancrazio, io scendo dall'impalcatura. snlla quale mi trovavo per vedere che cosa avveniva ed arrivo in tempo ad udire una viva discussione tra Garibaldi e hlasina. Garibaldi commetteva a Masina di andare boi suoi cavalieri della morte ·ad impadronirsi del casino detto il Va~cello (sic). 11:aAinafece osservare al Gene• rale che nel casino·si trovavano più di'.600 Francesi e che a cavallo era impossibile farli sloggiare di Jà. Ga– ribaldi prese a dire: " Se non ci volete andar voi ci andrò io! ,,. .Al che Masina rispose: "No, 'Generale, ci vado io n· Fece appello ai suoi e soli tredici montarono a ca– vallo per seguirlo. Si aprì il portone di San Pancrazio ed una grandinata di palle che rimase infruttuosa pre– cedè la sortita dei tredici cavalieri che si slanciarono come il fulmine, percorrendo la strada maestra sulla q,u_alea .tiro_.di fucile si trovava,il Vascello. Nella pre– cipitosa carriera ·un uomb cadde colpito da una palla, ma il suo ·cavallo seguitò gli altri, che entrarono al primo piano del casino ·per mezzo di una doppia rampa. Dopo un istante sentimmo una ripetuta e prolungata scarica, e _vedemmo ritornare, sempre a cavallo, tre di quegli eroi che fortunatamente riguadagnarono la porta di Roma. Masina non era fra questi!. S'ono certo che quello fu un giorno ben triste per Ga'ribaldi! Protetti da un fosso e da una folta siepe che fiancheggiava la strada uscimmo dalla piccola porta ~uccursale sotto la moschetteria francese per riprendere ·quel corpo ab– bandonato (di quell'uomo caduto nella corsa, non di Masina!) e riportarlo. in Roma; vi riuscimmo non senza pericoli e fatica .....Quel corpo era irriconoscibile avendo crivellato il viso da palle francesi che, per impedire a noi n'impossessarcene, prendevano di mira la testa im– mobile di quell'infelice! " Oh! bellezza suprema della guerra! Dal che risulta che, se l'attore Tomma~o Salvini fece la parte di Clo– ridano e Medoro non propriamente verso il corpo di Masina, risulta anche che questi non andò di voglia sua a quell'assalto che il Vecchi gli appone a inutile

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