Critica Sociale - Anno XXIV - n. 6 - 16-31 marzo 1914

96 CRITICA SOCIALE bravura; e più anche risulta, se ce ne fosse bisogno, quel che già tanti, da Dandolo a Pisacane, han detto: che Garibaldi qu!)l giorno sciupò inutilmente. molto gentil sangue latino. Bisogna confessare che in questo ha trovato degli imitatori. L'avv. Leti non cita e non utilizza l'opera del suo insigne predecessore: Trevelyan. Leggo nella Voce di Firenze che in Italia, tra gli uomini del mestiere, c'è qualche malumore contro George Trevelyan. Ma l'Italia,. con tant9 spasimo nazionalista che le ro.de a scorza a seorza le viscere, non è riuscita in questi ultimi tempi ad esprimere dal suolo nazionalista uno storico del suo Risorgimento che arrivi al ginocchio di Trevelyan. Questa, in logica nazionalista, sarà una buona ragione per invocare dallo Stato 1éggi' protezioniste, che, ~e mai,. tolgano a qualche Università italiana il capriccio di offrire ali' insigne Inglese l' insegnamento di questa istoria. Mi viene in mente· una domanda: come m_ai, tra le signore che ingemmano i Congressi nazionalisti, non c'è stata alcuna fin ora che, per " il gentil sangue italiano che ~otto le mura aureliane lavò gli oblii, l'ònte e i peccati di tanti secoli ,,, abbia mostrato di avere in cuore l'alta pietà che ha suggerito ad una tedesca Antigone, Riccarda Huch, l'idea del romanzo: Die Ver– teidigung Roms? Un'altra considerazione: una delle più imJi)ortanti narrazioni del 3 di giugno è in un libro di un pittore Olandese (segnalato da Trevelyan); la miglior descrizione della ritirata da Roma a San Ma– rino è in un lihro di lingua tedesca dell'Hoffstetter; quella non tradotta ancora (almeno a quanto se ne sa in provincia), questa tradotta non fedelmente in anni lontani, oggi difficilmente reperibile. Come mai non ci pensa qualche editore nazionalista? Capisco che forse con cosifatte pubblicazioni si fan magri affari edito– riali. Come con le novelle, i romanzi e i drammi del- l'on. Federzoni . . . . . Così anche la Critica Sociale commemora, a modo suo, la Repubblica Romana: ALBERTOVEDRANI. · Al p1·ossimo numero: Discorrendo di politica e di filosofia, del prof. ANGELOCRESPI. ff·RA LIBRI. E RIVISTE Giolitti di PALAMENGHI-CRISPI (1). sopratutto - dalle qtiali pur chi le assuma òon la piÌI, guardinga prudenza riesce a cavar fuori alcune delle linee caratteristiche della figura de-ll'olil.·Giolitti: la circospezione felina, .la bravura in saper.e a11dire e ritirarsi a tempo, la frigida impassibilità, la subalpina tenacia:. 'l'utte qualità che il Crispi non possedeva o possedeva in minore o diverso grado, e che resero in– fatti sin da principio inconciliabilmente avversi i due.– uomini! Essi erano proprio fatti per non intendersi. Eppure fu il Crispi a fare per la prima volta ministro il Giolitti! Ma, dopo che questi fu U:s.cito, lasciandolo in un duro impiccio 1 dal Gabinetto, quegli non ne volle saper più, e sconsigliò sempre. re Umberto ùal chia– marlo al potere. Troppi anni sono passati da allora, e troppo incompleta è, in proposito, la narrazione e la documentazione del Palamenghi-Crispi perchè noi pos– siamo farci giudici fra questi due uomini e discrimi– nare esattamente quel che vi fu, nella loro antipatia ed inimicizia, di soggettivamente personale e, diciamo così, dì obiettivamente politico; ma çlei due, quello ohe, pur nelle trattative epistolari, indubbiamente porta la nota più cavalleresca e schietta, è il Crispi: Noi sa– remmo settariamente ingiusti verso di lui se. gli ne– gassimo, in confronto del suo avversario, questa supe– riorità. Quanto alle faccende della Banca Romana - che son la materia sulla quale più si diffonde il racconto del Palamenghi-Crispi - è certo che la parte avutavi dal Giolitti lascia molto dubitosi. Anche chi legga con animo amicamente disposto verso di lui o, ·comunque, desideroso di vederlo purgato da ogni macchia, la fa– mosa sentenza della Sezione di Accusa della Corte' di Roma, ia relazione del sen. Costa e la reJa~,ion~, ,deHa ' Commissione parlamentare dei Nove, 'ttova non pochi punti oscuri, non lievi contraddizioni con le sue affer– mazioni e discolpe, più d'un indiz_io di ingerenze go– vernative nelle prime pratiche giudiziarie dello scan– dalo. E la nomina di Tanlongo a senatore resta sempre :una prova,, per dir poc,o, di enorme leggerezza; com11 tipicamente significative sono le relazioni, anche sus– seguenti, del Giolitti con gli uomini che in quel drii,m– matico anno della sua vita ~li furono amici od avver– sarì. A questi - per es., a tìaracco - non la perdonò più. Di quelli fu tenacissimo sodale: basti ricordare il Rosano, al quale fu così fermall,lente grato fJ fiélo che per cag-ion sua, nel momento in cui .pareva fosse per attingere il culmine della sua potenza, mandò a I)lonte una combinazione lun~amente accarezzata. aJ. y. Per la ·con-qui5tade 1 i Comun~. Pubblicazioni municip°'li_: ., Prof. F. G. TENERÉLLx: Le Finanze Comwnali 1 grosso volume in 8. 0 • • • • • • • • .• L. 12,- . Dott. CARLO·RE 0 GEL: Storia delta Costituzione dei Municipi italiani, con appendici intorno alle città franc.~si_e tedesche . .Volu,me.in.8. 0 di 720 pagine . . . . . . CARLOZANzr, direttore generale delle Scùole primarie di AleRsandria. Ordinamento della Scuola Pòpolare Italiana . · " " Resoconto stenogrojìco del Congresso dei Consi– glieri Comunal_i Socialisti di Firenze 1910 ,, Prof. SAMBUCO:· Appunti df vita· municipale • ·" N. MASTROPAOLO: La Scuola Rurale e il suo migliore ordinamento . . . . . ,, IvANOEBoNor.u: Per la rifo,·ma dei tributi . ,, I Socialisti al Comune (Programma della Sez. Socialista Milanese con proemio di Filippo Turati) . . . . . . . . . . . ,, 10,- 4,- 1,50 0,50 0,4-0 0,20 0,10 Ordinazioni e importo alla Lib1·eria Editrice" Avanti!,, via S. Damiano, 16, Milano. Lo storico avvenire, dovrà servirsi con molta circo– spezione di questo "saggio storico-biografico" - come suona il sottotitolo onde all'Autore è piaciuto di fre– giare il frontespizio del volume -, e aggiustargli una fede molto discreta : tanto ne è palese, da una parte, rispetto a Francesco Crispi, .l'intenzione apologetica; dall'altra, rispetto all'on. Giolitti, l'intenzione ostile. Ma non· potrà, chi in seguito si occuperà delle vicende po– litiche dell'Italia· dal 1890 in poi e dei principali uo– mini che in tali anni vi esercitarono .la loro influenza e vi spiegarono la loro opera, negligere questo libro e le cose che vi sono narrate e rievocate. Fatta la debita tara a ciò che vi è di partigiano e di polemico e scar– tate, come roba di nessun conto, le opinioni personali del Palamenghi-Crispi intorno agli avvenimenti politici cli cui ha occasione cli far menzione e che egli giudica con la grossa mentalità e l'ottuso superficialismo del crispino cli più ordinario stampo, e pur assodato che di rivelazioni assolutamente nuove il fitto volume non ne contiene; rimane però esso sempre una raccolta, abbastanza ordmata e talvolta ghiotta e curiosa, di notizie più che mediocremente ira-portanti, di notizie 'i , RIGAMONTI GIUSEPPE, gerente responsabile. (!) Roma, L'Univet·seue im1wimer,e po111uiotte, 1 vol. dl pag._ 270. 11mano, ULS 1914 - cooperatlva,Tlpografla Operai - Via Spartaco,&. . . ' BibliotecaGino Bianco ' I l I

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