Critica Sociale - XXIII - n. 16 - 16-31 agosto 1913

CRITICA SOCIALE 255 NEICIELIDELLA 'rEORIA --- .. CHECOS' È IL . SOCIALISMO ? 4? I.Jorgan~a~tone dal basso. 'La << orgainizzazione dal basso» come s,alvaguar– dtia delle libertà - orgçmisation from below as the saf eguard of liberty - ecco l'altro punto importante · che rimaneva da esaminare. I W ebb vi dedicano il 9° articolo della serie. La necessità ddl'organizzazione sindacale non è più da dimostrare. In regime di libera concorrenza illimitata, il più basso livello, a cui può essere spinto l'operaio medio isolato·, non è segnato nè dalla « le~me di bronzo dei sa:Iarii », nè dal pedantesco « mmirno di sussistenza » dei vecchi economisti : è espresso nello sweating, il « sistema del sudore», la fatica eccessiva in ambienti insalubri e nella miseria 11er.a;una oppressione tialvolta più greve di quella del servaggio del' medio evo; un lavoro pa'.ràssita– rio rispetto all'industria, e che immiserisce la comu– nità e mina la vitalità della razza. · Il <<tradunionismo>>, più che a difesa dalla tiran– nia dell'imprenditore, è sorto per resistere a, cotesto pericolo pel lavoratore, di precipitàre sempre più in basso, che è. una conseguem.a della struttura del ca– pitalismo. All'i.nizio, dovendo reagire alla guerra se,n7,a <ifUartiere dei padroni e del Governo, adottò metodi di violenza, che talvolta to-rnano in esso ad affiora-re e non sono che reviviscenze, degli istinti della sua rreistoria: Ma in complesso, in un.periodo in cui l'ut1litarismo individualista dominava in modo assoluto, il movimento tradunionista si inspira a una fede più ·alta -e la sua storia è stori-a di altrui– smo, di dievozione, di sacrifici. Per esso, la capa– cità nell'operaio di intendere i processi· industriali e· dii apprezzarne e promuoverne i migliommenti (dapprima non inspirati che all'utile pecuniario del capitalista) si è venuta formando e raffinando, di guisa chie i ben organizzati filatori, . ad -es·empio, d~l l:ancashire sono essi ~he spingono .~li impr(;n– d1tol'l ad adottare macchme sempre p1ù perfez.10- nate, e «sentono» l'importanza della « organizza– zione -scientifica dell'impresa» così come lè grandi associazioni dei maestri o dei medici «sentono>> la importanza del progresso delle loro arti rispettive. M.a il contributo più caratteristico recato dal « tra– dunionismo» all'elevamento della stirpe fu la effet– tiva democrazia che esso ha suscit,ato, ciò che chia– . mammo pe·r l'appunto « organizzazione dal basso». Le vaste orgàniz~azioni sono, per lo più, fondate' sulla gerarch ia bur oc•rat:ica - dall'alto in basso - e quindi sul sen.so della soggezione passiva. Ma ciò non è affatto una necessità. Certo, non v'è grande ,organizzazione industriale senza un qualche modo di gerarchia, senza tma decisa subordinazione, cioè, cleHa volontà e cl-eiclesiderii della gTan massa a cert'e norme; impersonale in capi, dir.ettori, gerenti, che ne vigilino la osservanza. Ma oiò che caratterizza un ordinamrnto <lcmocrat.ico è che co1iesta subordina– zione necessaria, anzichè dare il senso dell'oppres– sione e creare la servilità, sia sentita come l'appli– cazione del princip!Ìo, vantag 0 ·ioso por tutti, della divisione del lavoro, per la migliore attuazione cli un ·.piano prestabilito da un consenso comune. Dove di– rei.tori, operai, ti.ttti quanlti insomma, ubbidiscono a nna volontà generale, a una norma concordata, non v'è dispotismo nè oppressione, nessuno è se1"Voco- me ncssM.rto è padrone. · In sostanza, ciò chè determina il congegno e la disciplina di ogni azienda, o sia privata, -0 coopera– tiva, o municipale, o di Stato, è la domanda econo- mica, è il bisogno e la volontà di una comunità di consumatori. Ma se, di fronte a cotesta comunità, l'operaio rimane iso1ato, egli la sentirà come qual– cosa di lontano, di ignoto, di sottratto ad ogn:i sua influenza, qual è appunto la comunità degli azionisti di un trust; fosse pure. una comunità di consumatori in se stessa la più democratica, per lui - dal punto di vista del produttore come tale - essa è sempre un'estranea; si ha l'« or~anizzazione d·all'alto ». Fate invece che anche 1 produttori come tali siano .organizzati e che le loro condizioni di vita siano fis– sate d'accordo fra la loro org-°anizzazione e quella dei consumatori - fra la Trade Union e lo Stato o il Comune o la Cooperativa - e la dominazione perso– nale, cui fa riscontro il servilismo, sparisce, per far luogo al consenso reciproco, a una congrua parte– cipazione di tutti e di ciascuno al potere. In che modo questa concreta compartecipazione fra produttori e consumatori, questa co-parlnership /Jelween producer and consumer, possa realmente esplicarsi, non solo guarenten_do ai produttori con– dizioni materiali soddisfacenti, ma consentendo ad essi la loro parte di iniziativa,. rispettandone la di– gnità personale, promuovendo da parte loro quella cooperazione volontaria e consensuale che chiamia– mo « libertà », e la ,cui mancanza spiega la rivo.Jta sindacalista, è questo il tema diel 10° articolo dei nostri Au!Jori. · Oggi, non solo l'impnesa privata, ma ezian~io, e forse più, l'impresa cli Stait.o, si tratti pure cli uno Stato dichiaratamente democratico, è sostànzialm,en– te autocratica di fronte ai lavoratori. In Francia e in Germania specialmente; il Governo considera non solo lo sciopero <l'e' suoi dipendenti, ma qualsiasi loro resistenza, o critica ai suoi voleri, od organiz– zazione indipendente, come un alto criminoso di ri– bellione e dii s1ealtà. Il burocratico tipico tende na– turalmente ad applicare i poteri e i criterii discipli– nari. militareschi e di polizia · della Veru:allunr, o aulor'ilé régalienne anche alla Wirlhschafl o gestione nazionale e democratica dei serviiii pubblici, clire1ii a rialzare il lonor cli vita di tutti. I socialist.i hanno ragione perciò di non considerare· le attuali imprese di Stato come prototipi delle gestioni che eserciterù lo Stato cli domani. In ogni industria troviamo tre serie di d1.fcisio11i ben diverso per impo1-t.1nza e .per carallern: 1 ° Qua li e quante merci o servizi si devono produrre? - 2° con quali processi tecnici e mercè quale selezione ùi agenti? - 3° quali concliiioni debbono farsi ai pro– duttori? La servitù nasce dalla confusione di queste tre (fll·estioni, dalla loro àttribi.ii.1one"a 'uri solo ·po– tere. Circa la prima, è naturalmente sovrana la comu– nità dei consumatori; il produttore è incom petente a deciderne; schiavo della consuetudine, egli è por– tato ad osteggiare, in questo campo, ogni mutamento ed ogni progresso. Qui l'organizzaz.ione, dovendo tradurre in atto colla massima esattezza e col minimo sforzò la volontà del popolo, ossia della massa elci consumatori, è inevitabilmente, rispetto ai produt– tori, organizzazione dall'alto. Lo stesso è a dirsi, in parte, pel secondo punto: impiego di materie prime, processi di produzione, scelta degli agenti. Anche qui il produttore, come tale, è particolarmente inadatto ad essere egli l'ar– bitro assoluto; la sua stessa specializzazione tecnica, <' il conseguente misoneismo, lo controindicano a tale l'unzione. La, quale tuttavia rnal si affiderebbe esclu– sirnmentc ai rappresentanti od agenti dei consuma– tori. preoccupati sopratutto di abhassan~ le spese rii produzione, e indifferenti, pur di riescirvi, a adotlarc piuttosto una miglior scelta del materiale, dei pro-

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