Critica Sociale - XXIII - n. 11-12 - 1-16 giugno 1913

190 CRITICA SOCIALE in contrapposto ai ripieghi anodini, alle misure ambi– gne e contrarlrlittori11, evirlent.emente inspirate, pint.tosto che all'int1mto impelli>nte di tntelare la salute rl!ll po– polo itali:rno dagli atta,•chi rlell'Hlco olismo, a malintese e particolari preoccupazioni rli di fesa cont.ro fantastiche minaccia alla ricchp,zza <lei Paose; _ e sia in ogni morlo 11vitato il danno erl il rirlicolo di una !11gg!l inutile rli più, la quale non recherebhe contro l'akoolisrno che la sua vuota etichetta e collocherebbe la nostra Italia alla coda di tutti gli altri paesi civili, che contro "l'alcoolismo banno saputo darsi ben più seri provvedimenti legislativi. Questo steAso ordine ciel giorno. approvato il 16 maggio nal Consiglio ciirettivo nella Lega an– tialcoolista fìorentina, venne accolto dal Conve– gno nazionale pe1" la lotta contro la crim.inalità dei m.ino1·enni, tenutosi in Firenze nei giorni 28, 29, 30 maggi_o 1913 - con le firme ci_eiprofessori Ta.nzi, Borri e Pistelli, nei consiglieri A. Mmwhini e U. Castellani, di Ersilia Majno-Bronzini, Bianca Flury, ecc., ecc.; - e fu pure votato cialla Società Italiana di I,oiene nell'Assemblea pubblica nel 30 maggio 1913. E noi - ossia il nostro ciirettore .:._ sebbene esso ci fosse a suo tempo sfuggito, siamo ben lieti che il flemplice senso comune cii profani ci abbia conciotti alle stesse conclusioni. No1. P.S. Qnesto centone di articolo era messo assieme - com11traspare più su - nella leirittima ipotesi che questa Critica uscis~e.,.. in orario. L'indngio ne con– sente di constatare avvernte le nostrll pr(lfezie meno peRsimiRte, esRendosi ottenuto in effett,i qnel che da noi si domanrlava in Rubordine: il ritorno al testo di lel!'ge, meno " sabotato,,, dei Senatori. E lo sforzo non fu grande, il ·che _prova che, alla Camera, baRta, molte volte, ess!lrci e non dormire .... Sebbene i famnsi deputati " più schit,ttamente e autrfrevolmente favorevoli al mo– ·vimento antialcoolico ,, nell'ottimo rlott . .A rnalrli non fos– sero ilavvero legione: Vincenzo Bianchi, Lorenzo El– lero, Gaetnno Pieraccini - che pronunciarono rliscorsi veramente notevoli~simi -'- e il Rosarli e il Beltrami e il meno "-autorevole,, ma il più "mulo,, di tutti - noi'- e l'appPllo nominale è, a un di ·pre~sò, finito. Ah! sì, c'era anche il sempre piacevole ravag11ari,, il quale propose un ordine rlel giorno invocante nn'applicazione di legge più inilulg,mte e blanda - Giolitti lo accolse come eccitamento a maggiore severità - la· Camera, vattelapesca in, .qnale dei due sensi, allegramente lo approvò. A digiuno la Cam11rà,semivuota e meno vigi– lata dalla stampa· e dal pubblico, è quasi sempre aRsai gain.... _ - E così non abbiamo. nella legge, tutto. ciò che i buoni e neppure i cattivi Templari esigevano, ma almanco non sarà di>l tutto una derisione, come se n'era nreso l'abbrivo. Del resto ne ilirà di m·iglinr proposito lo Schiavi nelle sue " Cronache dell'Alcoolismo ,,. Quel defiSO. CRONACA DELL'ALCOOLISMO Una impressionante curva statistica ·.che sale. - La nuova legge italiana contro l'alcoolismo. __:.__ Crimina– lità e divieto degli alcoolici nella Nuova Zelanda. - Salari e consumo dei liquori, del vino e della birra· In Inghilterra. ~ L'Inter esse e il" dovere del proleta– riato - L'esempio del popo.lo Finlandese, il più so– brio dei popoli cristian i. - Il dovere del Sindacati secondo un'lnèhlesta del '\ Mouvement. Sociali~te· ,,. Nell'Annuario statistico italiano, 1912, una tavola di diagrammi presenta I-a mortalità, ·per, alcune -cause _più caratteristi_che, dal 1887 a} 1910; e, mentre il vajuolo, il morbillo_ e ~a·scarl!l~ti':1!J,, J.a f11bb~·e~ifo,idea~la, difterite e_la larmg1te crupa:le, le febbri d1 malaria e da ca– chessia, le malattie tubercolari e la pellagra preRentano altrettante linee discendenti, anzi, talune, arldirittura precipitanti, ~egno confortante di una vittoriosa lotta contro le insidie. di' ·quei morbi; tre· altre salgono di continuo: le linee dei tumori mali~ni, dell'alcoolismo cronico, del suicidio. Si>, come pensa qualcuno, i tumori maligni allignano spi>cialmente ·nei grandi mangiatori rli carne, e l'alcoo– lismo segue ogni miglioramento delle· condizioni eco– nomiche, e il suicirlio è come la cri~i di una profonila impotenza n conquistare le gioie sognate, che ogni giorno la civiltà contemporanea ci offri> .... in visfa; dir11mo ilun– que che son questi i morbi della uma~iià arricchita e gaudente, in contrapposto a quelli della miReria, che vengoo~i, via via, vincendo nelle loro manifestazioni numeriche più impresRionanti? _ Perdiamo noi dunque, da un lato, pel fatto del nostro volontario regime di vita, ciò che guadagoamo dal– l'altro nel ridurre la virulenza dei morbi che insidiano subdolall).ente il nostro organismo? Certo è che l'alcoolismo, prodotto in parte da un persistente stato di miseria e di abbrutimento, in parte da una troppo limitata scelta nella Rcala dei godimenti, e dalla errata valutazione degli effi>tti reali e rlurevoli delle hevande alcooliche in confronto a.gli effimeri ef– fetti illusori, trova un terreno sempre più propizio nelle masse lavoratrici, trnsmigrate dai campi nellll officine e nelle miniere, italiane o straniere, <love, per alcuni mesi almeno, percepiscono, la sera del sabato, un salario in denaro apparentemente più elevato.· · Il diagramma, cui si è accennato, se gna, d al 1904 al 1910, due cuspidi, nna più elevata dell 'alt.ra. Posto uguale a 100 il numero rlei morti per a.Jcoo– lismo cronico nel oninqnennio 18871891, da tale nnmero indhe si sale a 170 nel 1905, si ridiscende a 185 nel 1907, si toccano i 270 nel 1909 per ricalare ~ 180 nlll 1910, cosicchè, da una merlia rli 1.48 mort,i per io0.000 ahitànti in quel primo quinquennio, nel 1909 si è arri– vati a 4,09. Cifra in se st.essa non grave, si dirà; ma è I' anrla– mllnto della nuova curva quello rbe preorcupa, perchè è l'inrlice di un progrerlire v.ertiginoso del male, tanto più che, parallelamente, cresce il numero dei pazzi in– ternati nei manicomi per 'franosi alcoolica. Come arrestare, o almeno, attenuare un flagello, che miet.e tante vittime ·specialmente netla classe lavora– trice? * . * * Dopo che il IV Congresso antialcoolistico (Milano 30 e 31 ottobre 1910) ebbe approvato uno sch11ma <li pro– poste, pr11sentato dal Comitato direttivo della Federa– zione antialcoolist.ica italiai;ia, per un di~egno di lege:e contro l'alcoolismo, il Presidente dlll Consiglio rlei Mi– nistri on. Luzzatti presentava, il 5 dicembre stesso anno, al Senato quei "Provvedimenti per combnttere t'alcflo– lismo ,, che, modificati poi dal suo RuccessorA on. Gio– litti, il SAnato approvava il 29 maggio 1911. Venuti alla Camera il 3 giugno successivo. la Commi sijione, che doveva riferire, vi si addormentò so'pra per qua.si due anni, fino a che ,,..,_ rirle•tata a forza da un a moz ione Canepa Turati che, valendoRi di un certo articolo del RAgolamento, condusse a prefiggere un termine per la discussione. con o senza la consueta Relazione - li ri– p_or·tòalla Camera rosì trasfigurati, che Pon. Zerhoglio, uno dei pionieri dllll'antialcoolismo in. Italia, potè dire di ravvisarvi " il Codice dell'Alcoolismo ,,; e lo stllsso on. Turati, Qhe pure quella d_iscussion_e aveva solleci– tato, io vista del nuovo te~to non potè che proporre la sospenRiva. Battuto formalmente su questo punto, la· sua insistenza a domandare su ogni articolo if puro e Sllmplice ritorno, come a un meno peggio, al testo del Senato - insistenza a cui la imminente chiusura estiva dei lavori diede valore Ejd efficacia di Vllro ostruzio– nismo - persùase il Presidente del Consiglio, nella tor– nata matutina del 12 corrente, antivigilia appunto della chiusura ---:--a gettare a ,mai:e d'un colpo e la Commis- · sione e· tutto il nuovo testo che aveva con essa con- ' cordato! · · · Anche il testo· Senatorio, approvato così definitiva– mente, non cont,iene certo tutte le dfoposizioni proposte dagli antialcoolisti italiani·; ma esso segna un· discreto primo passo, se si._pensa eh~ è questa la prima ·volta che, i p_oteri pubblici _riconoscono nell'alcoolismo un pe– ricolo R<iciale da infrenarsi, e ciò in un paese in cui la viticultura rappref<enta uno dei maggiori cespiti di red– dito della proprietà terriera; mentre in Francia, paese altrettanto viticolo, le preoccupazioni_ elettoi;alf dei de-· ·putati ebbero tanto potere, che ·un disegno di legge,

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