Critica Sociale - XXIII - n. 11-12 - 1-16 giugno 1913

. CI\ltlcA sòclAl..E ·1.s7 tuii ·volontieri nello svolgere una mozione, che affret– tava la discussione di questo disegno· di legge. Dissi ben~ì anche allora che il progetto mi pareva fosse. già stato ecce~siv;amente attenuato dalla manipolazione se– natoria. Ma, quando poi lessi il te~to ultimo della no• stra Commissione, io mi . chiesi se questo disegno di legge che si>presentò al Senato e alla Camera munito di una relazione ministeriale così ponderosa; irta di cifre e di gr.afici, sul crescere deÌla delinquenza, della pazzia; ecc., in proporzione dell'aumento degli spacci e del crescente consumo di alcoolici, per atterrirci sulle -conseguenze terribili dell'alcooliHmo, rappres·enti ormai qualc'osa più· che· ia parodia di sè stesso, tanta è.l'acqua cl.te si è versata in questo vino. MOLINA 1_ relatore. Meglio cosi; non farà male! (Ila- rità). · ' TURA.TI. Farà male, anzi, perchè dar~ l'illusione di possedere un rimedio e distrarrà dal cercarlo sul serio. Io sono convinto dell'opportunità di combattere l'al– coolismo; credo che •l'Italia diventerebbe presto, forse, la prima delle nazioni, s·e il suo popolo tesoreggiasse l'annua quantità di denaro, di tempo, di forza nervosa, di salute, di moralità, che sacrifica all'alcool, e, più ancora che all'alcool, all'ozio dell'osteria, ii' nemico de– cisivo di ogni cultura. Ma, per combattere questo nemico, adottiamo dei mezzi adeguati; non pretendiamo, come fa Ì'on. Molina, di conciliare lé cose più opposte: gl'inte-ressi dei viti– coltori, quelli degli osti, quelli dei bevitori.. ... e quelli dell'igiene e della mÒrale l Bisogna scegliere: o la botte piena o la moglie ubbriaca. (Si r_ide). Ora, a che era ridotto questo progetto di legge quando ci venne dal Senato? A pochissima cosa. Lasciamo da parte· il di vieto· relativo all'assenzio, che in Italia non si fabbrica ..... GIOLITTI, p1·esidente del Consiglio, ministro delt''in– terno. È per l'importazione. '!'URATI . '.... e non nego che il div:ieto sia da ap– provarsi. Se la legge si limitasse a:· quel solo articolo, si potrebbe accettarla. A parte questo, vi era dunque un primo articolo il quale vietava la vendita al minuto dei liquori senza una speciale autorizzazione ..... MOLINA, relatore. Ed è· rimasto come era; non è modificato. . · TURATI. Mi'lasci dire, on. Molina. Vedrà come tutto sia evaporato. Si vietl\va, dunque, la vendita al minuto dei llqµori senza 'una speciale autorizzazione del pr«1-. fatto, Ù quale doveva avere otten1,1.to il favorevole pa– rere di u_na speciale Òommission.e provinciale perma– nente, composta del prefetto stesso, di un designato dal Consiglio provinciale, di un altro designatp dal Consiglio provinciale di sanità, del medico provinciale e di un funzionario di pubblica sicurezza. · Questa Commissione doveva anche stabilire gli orarii di ch~usura degli spacci, e \imitare le ore in cui la vendita dei liquori, negli spacpi a ciò autorizzati, fosse permessa, in relazione anche' alla diffusione dell'alcoo- . lismo Ì'n çiascuna plaga. . MOLlNA, relatore. Ed anche adesso si stabiliscono I TUH.ATI. Aoche adesso, ma vedremo in che modo. Era fissato il criterio per limitare in avvenire gli spacci di alcoolici in genere, quindi vino, birra, ecc., non potendosi concedere nuove licenze se non in ra– gione di uno spaccio per 500 abitanti. Ora tutto questo se ne va. MOLINA, t·elaiore. Per i liquori rimane. TURATI. Ma i;e ne va per il vino, col quale in Italia si prendono il 90 per centb almeno delle sbornie! In sostanza, il progetto è diventato non la dffesa ·contro l'alcool, ma la difesa del produttore di vino. Io nou so se nel Collegio di Blandrate vi sia una grande quantità di viticultori.. ..: MOLIN .A., relatore. No! Io non subordino mai le mie azioni agli interessi elettorali. Questo per sua norma! ( Commenti). TURATI ...... ma il fatto è che nella sua Relazione, ·ella continua ad invocare l'interesse ·dei produttori. Interesse rispettabili:1simo,: mi guardo bene dal con– testarlo. Soltanto non è quello più adatto a fornirci il punto di vista per compilare una legge efficace contro l'alcoolismo. In questo spero consentirete! In Italia, ripeto, l'abuso dei liquori, come risulta dalle stati– stiche, è minimo; l'ubbriachezza è, per 95 casi su cento, ubbriachezza di vino. Ma, .nello stesso primo articolo, notiamo un'aggiunta veramente singolare. . Il progetto, come dissi, vietava, salvo speciale auto– rizzazione, lo spaccio di liquori negli esercizi pub– blici,. Ora, che ha fatto la Commissione? Essa, che in generale ha attenuato dap!)ertutto la portata della leggé, qui, invece, per eccezione la estende; e~teude cioè lo stesso divieto anche ai Circoli, e alle Cuoperative di consumo! Per combinazione, cosi facendo; va incontro ad un desiderio molto vivo degli esercenti, che detestano la concorrenza delle Cooperative e dei Circoli. MOLINA, relatore. Dove c'è ·u consum9. I BELTRAMI. Sono pervenute anche delle memorie alla Camera! MOLINA, relp.tore. Ripeto, dove c'è consumo. Non so che differenza ci sia tra l'utibriacarsi in un Circolo o in uno spaccio ... BELTRAMI. O in un club, al Circolo della Oaccia, ad esempio. , MOLINA, 1·elatore. Anche nei Circoli signorili; anche in quelli. · . · TURATI. In pratica non saranno questi che verranno pre11i di mira. E la cosa ha qualche importanza anche da un punto di vista politico. Voi intervenite con questa disposizione, qua~i direi, nel domicilio privato. Io non sono amico affatto dei Circoli vinicoli, neanche, intendiamoci bene, quando sono, o si dicono, socialisti... · GIOLIT1'I. E sono numerosi quelli lì! ... (Ilarità). TURATI. Non più numerosi dei Circoli vinicoli cat– tolici od apolitici. Anzi, dove la propaganda si rallenta; il Circolo vinicoio si moltiplica. Ma è certo che è più facile diffondere del vino, buono o . cattivo, che non diffondere delle dottrine. (llal'ità). Dtibbo tuttavia riconoscere che il fenomeno non solo ~i spiega, ma ha anche un lato che merita considera– zione benevola. In uu paese e;isenzialmeute vinicolo; sopratutto nelle campagne, nei piccoli centri, dove non sono svaghi di nessun gecere, non biblioteche popolari, non clubs, non altri luoghi di ritrovo., neppure caiema-· tografi; il contadino, l'operaio, per sottrarsi all'ozio stu– pido del sagrato, nelle ore libere della domenipa, nelle ore del riposo quotidiano, non ha, salvo _la chiesa al-· l'ora della messa, per chi ancora la frequenta, altro ambiente che lo accosti ai suoi simili e gli dia la sen– sazione della vita collettiva, all'infuori dell'osteria, op-_ pure del Circolo e della Cooperativa di consumo, che

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