Critica Sociale - XXIII - n. 11-12 - 1-16 giugno 1913

CRITICA SOCIALE bastano a sanare la disoccupazione. La disoccupazione ci sarà ete-rnamente, sarà la piaga perenne della so– cietà, finchè non verrà quel comfoo ministro- della pro– duzione ·nel s,ocialismo futuro, che .., non v-errà mai,. peirchè quello è socialismo da teatro <li marionette. Ciò significa che, per confossione dell'on. Sacchi, la &ociet~ borghese non riesce a garantire la vita, a ga– rantire dalla fame. Badiamo: questo è c,oncetto straordinariamente sov– ve,rsivo. Ma è anche - se• lo ·lasci dire - _troppo assoluto. Che non bastino i lavori pubblici a vinoore la disoc– •cupazione, è vero, sinchè li oonsideriamo ·come un soooorso. Ma, se noi allarghiamo la questione nel campo in cui l'hanno portata gli amici che parlarono dopo di me, e speci,almente il Samoggia, non si tratta più di -lavoro dato come un soccorso, ma di un lavoro che cr,ea la ricchezz,a e le fonti d-eHa ricchezza, e si mo.Jtiplica nell'avvenire. lo la.equi della politica fo11estaleper ,carità fraterna. L'on. Sacchi ne parlò, e forse fu imprudente, perchè egli sa benissimo, credo l'abbia oonf.essato egli stes– so, che, su quel terreno, poco o nulla si è fatto. Ci è voluto ,che andasse· al pote1,e quell'on. Nitti, che ci av,eva inond:a.to pe,r tanti anni oon tutti questi libri: La ricchezza dell'Italia; La conquista della forza; L'e– lett,·icità a buon mercato; La nazionalizzazione delle forze idrauliche; Nord e ·sud; la que-stione di Na– poli, ecc., ·ecc., dimostrandoci come tutta la reden– zione dell'Italia non può altro-ve consistere che nella di&ciplina deUe acque e nella ricostituz.ione• deHe fo– reste; pe11chè poi il Ministero, <li cui l'on. Nitti fa parte, ci qicesse che su questo campo non si ·può fare g11anche più <li quel che si è fatto, anzi di quel che ... non ,si è fatto. P.erchè, nella politica foresta.le , non s,i è fatto niente. Onor,evoÌi colleghi, guardatevi ,bene ,da,ll,oscrivere ,inai dei libri se volete entra,re in un Ministero. (Si ride). Perchè, se non fossero• le ore v,enti... PRESIDENTE. Appunto, on. Turati, tenga •conto d,eil'&a. TURATI. ... potrei fare ddle citaz:ioni d,a questi li– bri, che sa,r,ebbero de'liziose. (Interruzioni). Una cosa è sfuggita all'on. Sacchi. Non si trott.1 soltanto di impiegare in queste opere i fondi delh Stato,. Si· tratta, s,opratutto, di non fare troppa con - corr'enz,a, con le vost11eope-razi-oni finanziarie, con Ie vostre emissioni a gitto continuo d.i buoni del Teso– ro, ecc., agli investimenti >industriali. Questo è il punto: quando sottraete miliardi di capitale all'indu– stria mercè investimenti di. Stato per le spese militari e coloniali, voi gene:r,ate le crisi; precludendo il cre– dito alla produzione, voi create la disoccupazione! Noi vi domandiamo <li fare una politica ... &emplice– mente opposta. Finalmente, ,no-n possiamo essere int.e=ente sod– disfatti perehè - pur avendo voi riconosciuto che la selva selvaggia di leggi contraddittorie, che, <lai 1865 ad oggi, hanno regnato in questa materia, deve pro– durre il disordine - quando noi vi domandiamo una ·revisione, una rinnovazione legislativa, ce la ricusate. .Voi non vi muovete, se altri non vi porta <lei pro– getti concreti, meditati, definitivi. Noi vi domandiamo invece u'n vostro programma, che quei progetti susci– terebbe. L'on. Sacchi ha pronunciata una irose, tra hege– liana e marxista: « l,a realtà ohe diviene gradualmen- te». Io mi ,compiaccio di questi studi filosofici, in cui egli va rinfrescando .Ja -sua intelligenza. Ma, tradotta in volgare, quella fras·e può significare: non guardia– mo più in là dello. punta del n-0stro naso. Noi vi chied-evamo ... che guardaste più in là. On. Sacchi, poièhè ella oggi 'inca,rna in &e stesso i Lavori pubJ:;>lici,l'Agricoltura, l'Industria, il Com– mercio; la Guerra, la Marina, gli Interni, 1a Presi– denza de,! Consiglio e tutto il resto, mi permetta di conclude,re rivç>Jg,endo.Jequesta osserv,azione: Noi ,abbiamo un bilancio, in cifre grosse, di 2 mi– liardi e circa 700 milioni. Per la guerra, la' ma,rina, ,la Libia, ,e annessi ,e connes·si, sciuper.e,mo ormai più di un miliardo. Un miliardo se n'andrà, oomprendèn– dovi gli ·oltre 100 milioni di debito vitalizio, per i de– biti più o meno consolidati, che le vo&tre nuove emis- _sioni a gitto, continuo e i prestiti più o meno Larvati vi;i.nnoancora ingrossando, ,e coi quali restituiamo ad usura ai capitalisti le imposte dirette che fan le• viste di pagare e che quindi non pagano. Che rimane pei servizii veramente utili e, produttivi, l'istruzione, i l.a– voi'i p"ubblici, l'agricoltura e cosi via, quei servizii che attestano la civiltà di una nazione e concorrono a crearla? Forse.mezzo miliardo, forse - .Jargheggi,amo! - 600 milioni. La quinta parte del bilancio•. Ebbene, ,io vi dichiaro che è enormemente troppo poco! Vi sono due diverse guerre. Vo-i tenete più all'un,a, noi teni ,à.mo più all'altra. Voi vi sentireste disonorati se, per lesinare, perd-este domani una battaglia in Africa. Noi invece ci sentiremmo disonorati se per– d,essimo all'interno la baittagJ.ia d.ella civiltà, ,costretti a conf,essare che ·cento, dueoent-0, tr-ecentomila citta– dini onesti e laboriosi sono conda,nnati alla disoccu– pazione, alla miseria, alla mendicità, e rinnegano Ja patria, dove devono stendere la mano. Due guerre: due concezioni opposte della vita e della soci-età. . Di fronte al turco od all'arabo voi trovate ehe vin– c·er,e è necessario a qualunque costo. Non cercate allqra .J.e&cusa,nti del tempo-tecnico, de-i progetti im– maturi. Dopo un'Abba Garima voi precipitereste dal poter-e, e trovereste che è giust-0. , Ma la fame, la miseria, la disoocup,azione, questa Abba Garima pe•rmanente, non vi fanno la stessa im– pressione. P,e,r noi una guerra vale l'altra; anzi la disfatta in patria è infinitamente più ignominiosa. (Approuàzioni a/l'Estrema Sinistra). UNA NUOVAMOZIONE. Cons,eguenza logica <li quanto sopra una nuova mo– zione, p11esentata illico et immediate, firmata dagli on.. Turali, Bentini, P,escetti, Quaglino, Bissolati, Po– drecca, Beltrami, Eug-enio Chi,esa, Campanozzi, Sa– moggia, Merlani, Cabrini, Rondani e Treves, e la quale -~i esprime così : « La Camera, convinta che la crisi economica, che affligge il paese, e il çui indice più grave e doloroso è la disoccupazione operaia, è precisamente il portato della politica .di eccessivi dispeiJdi militari e di prov– vedimenti finanziari, che fanno una concorrenza aisa– strosa nel credito interno alle imprese private agri– c_ole, industriali e commerciali; invita il Governo a contenere le spese militari e 11d ini::iore 11n11 pi,ì forgn ed nrg11nica politica di la-

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