Critica Sociale - XXIII - n. 9-10 - 1 -16 maggio 1913

146 CnITICA SOCIALE inconciliabili. Deve averne scritto qualcosa anche Erberto Spencer. Quando lo ripetemmo la prima volta - settem– bre 1911 - molti anche dei nostri amici ci guar– darono trasognati. Pensarono (Ivanoe Bonomi ne è convinto ancor oggi) che soffrissimo di dispepsia e di incubi notturni. Or si comincia a vedere e più si vedra. Gia v'è cbi, come Bertoldo, sente che " qualcuno si avvi– dna ! ,,. Era Bertoldo od Arlecchino? M:a diamo alfine Ja parola alla stenografia. SVOLGIMENTO DELL'INTERPELLANZA < 1 i Domanda cl1e sembra ironia. TURATI. Onorev,o,Ji colleghi, la mia interpellanz,a poteva arniche, -se non avessi tenuto a rise,rbairmi il diritto <li repli,ca, oontenersi nei confini di una in– terrogazi,o,ne, tanto è s-empJ,ice,,l'ogg,e,t:todella m.e,d'.e– .sima; ta;nto semp.Jioe•,,oserei <lire, che fa domanda, - se non si voglia 0.ttribuiri!e, una sottintesa drn,ten– z·ione rironiica ---;,c,oo,tiene già l•a .risposta. Chiedere al ministro de,i lavori pubbli,ci se c.reda conforme a!J.o spiriitio dlella J,egg,e,-che ha istitu,ito le rapp•resenita.nze eJ.eltiv,e d·i ,catego,ria de-i ferrovi,eri, iii f.atto. di :soUo– porne i membri al C-0nsiglio di di-s'C-ip11ina per aver man,ifestato la lor.o opinione neU'-espletamento del 1,o,ro mandato, francamente, è domanda, che pot11ebbe ,ap– •PM'ire quaS"i ingiuTio-sa. Sarebbe· come domanda-re se egìi pr,e,nda sul se.rio J.e iSltituzionii e le leggi, che il Parlament'o ha create. , · Senonchè, i fatti dimostrano che non si tratta nè <l-iuno scherw, nè di una i,ronia; per.cui (salvo che ,il minis!Jro - ·e, pUTtroppo ne· ho perduta !,a speranz,a in qualche collo-quio, avut-0 seco prima della seduta - mi di,chiarass,e che fummo male infoirmati, che>~I fatto che lamein,tiamo non è ,che un- sogno <li toote esiaJiate) l,a mi.a domanda si può tradurr-e in altra forma, p,iù grave: ossia se J'.on. ministro, ~iudi•chi ,cosa op,po,r– tun.a che l'Amministrazione si industri'i a ridurre la Rappresentanza di categ,ori,a dei ferr,o,vieiri a una semplice burla; s-e.egli -stesso ha il deliberato pro– posito di ucciderla, scred~,!Jando,la, rendendob ,ridi– cola, aii,enim<lo da es·sa irrevocabiITmente ogrn,i pos– sibile fiducia del personal,e; e se - nella, lotta di tendenze ,che oggi si oombatte, come in tutti i par– ti!Ji e ,come nelle masse popolari in genere, oosì an– che in quest-0 grande ,eseircito dei for-rov.ieri,, tra i fìautori d.i una az·ione J,eg.ale, di un'azione <li <lifesa civile e in,si,eme di c0Habo11azion,evoJ,onterr,osacon lo Sfato, nelll'interess•e del pubbli-co, e i fautori d,e,JJ'a-· zi,one si·ndaoali-sta, violenta, rivolto•sa; cara ag,li s-cai– man.at -i e .a:i f.ami.tici - i,l Go,verno•, per qu,a,J.chesuo fine occulto, ,che i,o,non ri,e-sco ad •indovinare, si sia_ messo dalla parte di questi ultimi, per togli,ere ogni possi.biJi-tà di prevalenza alle correnti r•agionevoli, de– mo1cirati,che,più seriamente -civili. Per prevenire i conflitti. Precedenti legislativi in Italia ed all'estero. Come fu che non si adottò l' arbitrato obbligatorio. fo non ho bis-ogn,o di r.a:mmentare pe,r esteso 01Ha Camera la st-0-ria de,ll\stituto di cui ci occupiamo. Basterà evocarla per sommi- icapi. (t) Al Ministro del Lavori Pubbllcl: "per sape,·e se gU consti, e se gluaicM conforme al!o .spirito e alle f111alltù ae11a legge che istitu¼ lei Rappresentanza elettiva a1 categoria ael fer,·ov1e,·1, u fatto che del membri di questa siano defe,-ttl al ConslgUo a1 disciplina pe,· opl11toni od app,-ezzamentt espressi in tale qualità.e neua esplicazione del lo,·o p.-eclso manaato. " (Turati, E. Mancini, Treves). Quando Governo e Parl,amernto decisero di rriven– dicare a.no Stato l'esercizio <leHe grand~- Reti, si posò subito, tra gli altri, come i,m1portantissimo, il piro– blem,a dei, rapp·orti fra l'Amministrazione• e il p,ers.o– nate. Si capì che una oosì vàsta massa <l.ilavoroto-ri di un'azienda per tanti aspe,tti industri,al;e, che questo rnumeroso pr-0,J.etariiato,che ha e co 1 n,serva, per quanto aiddeUo ad un s,e,rvizi-0di StJato, le condizioni, l'a– rnimà e !,a mentalità di da,s,se l:av,oiratri,ce,do,veva es– sere reg-011'ato, cion date norme, e munito di deter– minate· garanzie, maggi,ori e d·iv,erse-·da quelle che possono r-egger,e e tutelare - che so io? - i pr,e– fetti, i magistrati o le, guardie ca11cerorie. Era un fenomeno nuovo, che bisognava disoipli– nare. I fatti, d'altronde, ammonivano. In Itali.a: come all'est:ero, la storia recente ci pa<rlava di ,lotte fre– quenti, dli sci,operi ,avv-enuti o minac.ciati appunto in questo campo·; i,! fatto aveva i111teressato in vàrio mo:do. g,1-i.s·\Judfosi, i Parlamenti, i Gov,erni; e tutti si era in sostanza d'accordo - quali che f,o~s,ero le opini.ani astratte <li ci,as,cuno pro o contro ·hl d'i-ritto teo•riico del·lo sci-opero pei f.e.rr.o.vieri- tutti, in pro– ti-ca, -si e!fla <l',acoo,rdo sulla necessità eoo,n.omica e po,l'i,ti,c:a di evitare J.e·interruzion•i di un sèrvizio così vitale per la vita ,nazi.onale, o almeno- <li preveni•rle nelk1 misur.a <lei possibi,le, di rende,rle meno fìre– qoonti -e meno, prohabi,H, di togliere, con op,portuni con.gegni e g,arainzie legi,slative, ogni giustifioozi,one a. quei movimenti impulsivi di massa, che,, neHe altre irid'ustri,e,, sono <li gran lun:ga meno funesti. Perciò, nei v:arii disegni. <li .Jegge che vi•a via si suocede-ttero, e taluni rimasero sospesi, altri entra-· ron-0, ne,JJa n,o,st!'a legi-slazione, e <le•iqu,adi ved-0, qui , pr,ese,nii al•ouni dei più operosi ed auto-revo.Ji co:opec -ra,bori; sempre trovi,amo introdotte no:rme· e .<l'iscipH,ne spe,oiali, <liir:ette.a garantire in v;i.,rio'modo iJ per,s-0- nale terrovi,ari,o, d:a un laoo, il pubblico, e J,o. Stato <l1aH'aJtro.- Ci;as1cuno ri-corda i due progetti de,JJ'on. Tedesco, d,e,J 1904 e del 1905; i-I secondo, in particofare, creava i, Oonsigl_i speoi,al•i e il Co,nsiglio genemle, elettivi· l'uno e l'altro, <le-I ·personale; e -su di ess,i imp-erniava l'arbitrato -0bbligato.ri, o• per .Je controversi.e e. p,er i conflitti oollettivi fra l'Ammi,nislil1azione e i fer·t-0rvieri. Queste rappresentanze legali ed arbitrali del per– sonaJe venivano gius.ti.fi- cate da ,altissimi motivi, di d,iritto e di convenienz,a politica, e suffragate da tutta una sto,ria di J.egi•sbazionecomparata; ,particolarmente· dal buon, suoces,so che· 00nsimili istituti avevano ot– tenuto i,n aJl!Jripa,es.i, in Baviera; in Olanda, ,in Au-· s,tralia, ,al Canadà, neg,li Sfati Uniti <l'Amerioo ed altr-ove. Tuttavia, s,e,bbene · I.a Commissi,orne delLa Oame·ra, in una dotta relazione dorvuta a,IJ,acoLla:bo,razione d:e– gl·i on. La,oov,a e Pantano, no,n. sol10 avesse, a,coet– tato qiuella soluzi,one, quel sistema di prevenziÒne dei gr,a,ndij conflitti ev,en-tuiali- pos-sibili, inevi.tabi,!i ;anzi 'fino. a un oorto punto, per ragioni che tutti intui,scono - ma avesse anche procurato ·di avvailo– ·rare, -l'istituto arbi.tr, ale rendendo,lo ,s,em,pirepiù de– mocratico n:eUa sua costituzione ed effica,c;enel suo .J,av,oro; quel progetto non giu 'n.se al,ba disouss-idne. Scoppiò lo s'Ciopero fel"I'ovi,ario,;che pTodusse, come era naturale,. una subitanea reazi-0ne nel Parlamento e nel Paese. La! ·J,egge 22 aprile 1905 fu l'etfotto di cotesta rea– zione. Pooo- .dopo, il compiant-0 ministro ,Giantureo,

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