Critica Sociale - XXIII - n. 2-3 - 16 gen.-1 feb. 1913

20 CRITICASOCIALE Il neo-idealismo, anche quando si applica alla ri– voluzione è reazionario, come è cattolico anche quando è, ateo. Non per nulla il Sorel è finito cleri– cale e monarchico, precipitando per quello stesso pendìo on_deera stato a~tiposi~ivjsta ed an_tisocialista. del socialismo del partito socialista, ufficiale e par– lamentare; 1,c sue apologie della violenza potevano tanto servire ieri ai sindacalisti dello sciopero uni– versale a ripetizione automatica, come oggi ai ca– melots du roi per 1e loro affermazioni antirepub– hlicanc cd antidemocratiche. Ma il determinismo dassieo marxista oppone la classe, che è la forza, .1i gruppi, che sono la violenza, perchè esso è una dottrina di rivoluzione e non di rivolta, e, come taJ.e, non può storicamente servire che ad una classe, la clas8e proletaria, esclusivamente, nulla conservando del « rivoluzionarismo » delle classi sorpassate, il' rivoluzionarismo aristocratico o borghese dell'ottan– tanove o del quarantotto! Ogni abuso di iniziative violenti per op,era di gruppi idealisticamente privi– legiati è un'usurpazione manifesta sui diritti rivolu– zionari della classe, i quali maturano nella organiz– zazione sindacale. Ed •ecco appunto che della or– ganizzazione sindacale le iniziative rivoltose sono la negazion,c più pragmatisticamente insolente, pe_rchè necessariamente ne prescindono così tamqu.am non essei. Gli eccidii popolari sono· fenomeni di violenza e non di forza, e gridano la nostra miseria sociale, il trist,e livello dei nostri rapporti di classe, e gride– rebbero anche se, p,er ipotesi, l'impensata fortuna di un giorno facesse cadere i morti e i feriti dal– l'altra parte. È medioevo sociale che tarda ad en– trare nella fase dell'evo capitalistico contempora– neo. E non se ne modificano i termini indulgendo, per amore di praticità, alla dissanguatrice politica della guerra e degli armamenti, come fa il Bissolati, il quale si riduce a credere al miracolo dell'onni– potenza di e.erte perso-rie che, con la sola loro tau– maturgica presenza e pur facendo la politic•a... na– zionale, arricchirebbero i Comuni poveri e mettereb– bero in valore il Mezzogiorno, chiamandolo alla flo– ridezza cui ha diritto e verso cui anela al.traverso ad ogni nuova cacciata di sangue popolare pier il piom- bo civile... . . . E gli anzi<lelli termini di colai morboso medioevo sociale si inciprigniscono addirittura quando, per ;1more di idealismo, quasi si esalta l'« eccidio po– polare>> come la monade rivoluzionaria, c,ome la 1wcme·ssa indeclinabile di un più vasto e cosciente « urto » tra il principio conservatore e il principio rivoluzionario, tra l'autorità di oggi e l'autorità di ... domani, e così si vanni;, disseminando i germi ed esasperando gli istinti di violenza e le passioni di rivolta sempre protese; i quali e le quali - concor- 11endo. la stolida indifferenza del Gove'rno, i bestiali sarcasmi d1el giornalismo costituzionale la balor– daggine della democrazia, piena di buoni sentimenti e_serva costante di propositi che a quei « buoni sen– timenti» contrastano in pieno,' e la crudeltà crescente delle. cri_si capitalistiche di disoccupazione, ecc. - contnbu1rann~ l??ssentemente al più frequente ripe– tersi d~gh ecc1d11,senza alcuna sp,eranza - almeno p,cr 1101 ·- che, da ~no scontro di truppa e di folla, per una vo!ta, non inerme, balzi finalmente •«il più grande ecc1d10 » - come lo chiama Benito Musso– lini - « quando le due classi si urteranno nel ci– mento supremo». Funestissima e non socialista ci sembra la concezione della lotta di classe a mo'· di una « ·gu~rra » guerreggiata, che abbia bisogno - come scrive l'Avanti! - di« o-uerrieri >> « i quali sap– pi?1~~ i grandi. amori . e sia~o pronti ai grandi ,sà– cnjizi ». Ben riconosciamo 1_nqueste espressioni il brillante e vano linguaggio della dottrina niet.zchia– na del «superuomo» - dottrina individualistica, aristocratica di violenza, la quale, come risultato pratico, da una parte lusinga la elegante poltro– neria degli insofferenti dei piccoli sacrì{izl, ma quo– tidiani, che impone la organizzazione e, dall'altra, vota la classe lavoratrice al sistematico impoveri– mento dei suoi migliori, istigati a farsi massacrare via via nei tanti « ecc.idii » che anticipano l'eccidio ... supremo. CLAUDIO TREVES. DUE DIAGNOSI (Prefazioncina ai due articoli che seguono) Nou è, non può es~ere, fortuito che da dne collabo– ratori, di così diversa indole e mentalità, come lo Zi– bordi e il Colucci, ci giungano, alla stess'ora, ad insR– puta reciproca, due articoli, col medesimo tìtolo, sopm l'identico tema: la crisi dei pa'l'titi._La coincidenza, pii1 <l'ogni ·parola, dice quanto sia reale la crisi, e comune il tormeoto della crisi; e quanto debba preoècuparci la spiegazione di essa. La diagno~i, purchE\ approfondita ed esatta, potrebb'es~e1e la cura, potrebb'essere for~e . la salute. Largo dunque alla discussione, la più vasta, la più libera e. spregiudicata. Non affrettiamoc.i a concluderf>, non pretendiamo, cosi presto, di intervenire. Poco im– porta se essa debba turbare il comodo ottimismo di coloro, che si aggrappano, come molluschi, allo scoglio della tradizione convenzionale e, quando i fatti non si acconciano alle teorie preconcette, ~on tentati di dar torto ai fatti e di rinnegarli. La veri1à ha diritti im– prescrittibili, scrisse Beccaria; anche, anzi tanto -più, se giunga molesta. Ma la verità -:- se contrasta a 11,nabito mentale in– veterato - noli si conquista senza sforzo e d'un colpo. I nostri amici, cui preoccupa ugualmeute la crisi dei partiti - e, perchè socialiijti, sopratutto la crisi del partito socialista - ci consentiranno di osservare clie dalla meta cui mirano sono ancora, forse, alquanto lontani. · Converrà marciare, forse rifare, più d'una volta•, il cammino. Senza broutolare se es~o sia lungo e non piano. Han toccàto almeno una tappa? E si vede, nel lon– tano orizzonte, il punto d'arrivo? * * * Per Z, bordi - spirito emine'ntemente pratico, cùi i.I contatto assiduo col movimento reale delle masse· con– tadine e operaie della sua regione infonde una chiaro– veggenza immediata ·dei fenomeni che caratterizzano quel movimeuto - il problema è beo definito e l'ana– lisi ne può e_ssere breve e relativamente precisa. Egli scorge, neil'attuale ·disorientamento, onde il socialismo soffre come gli altri partiti, l'effetto necessario e tran– sitorio di quel va-e-vieni delle idee e. delle tendenze - di quel corso e ricorso ·psicologico, di quel salire a spirale - che sembra essere una legge costante del pensiero e de'lla s·toria. Il concetto 'realistico della vita sociale, che il socialismo ~oderno· portò nella politica, se sgretolò .le· vecchie idealità retoriche del democra– tismo di maniera e lo stesso utopismo ~ocialista del buon tempo antico, condn~~e - c6me per la inerzia tltessa dell'abbrivo preso, pe1· reazione contro ogni ma– niei:a di ·astrazioni sentimentali e ·di nrbalismi ste– reotipi - verso un culto troppo esclusivo degli inte– ressi materiali· immediati, s1àno pure interessi legittimi

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