Critica Sociale - XXIII - n. 2-3 - 16 gen.-1 feb. 1913

' • CRITICA SOCIALE rn Bissolàti si duoLe che nei Comizi si prospetti cotesta atroce_ frequenza di stragi di folla. quasi come una .fatalità d,el sistema capitalistico, la quale- non scom– ·parirà se non con lo scomparire del capitalismo e con l'avve-nto del socialismo.· Ciò è, per Leonida Bis- . solati, fare il giuocò ,buon·o per i conservatori; ciò è un esànerarli dà ogni responsabilità: ed emanciparli da ogni rimorso, ,ed anche da ogni obbligo. di porvi rimedio. Leonida- Bissolat.i vede giusto e vede acuto. Ma incompletamente. P.erchè, se egli, ad agevolare le più p,ecles~riapplicazioni rifo.rmiste, comincia ·col · mettere in dubbio che gli ~ccidii popolari promanino ,dal regime cli classe, egli si prepara da_sè un ban– chetto, un'orgia cli empiriche illusioni. Se, per zè-lo di indicar:e prontamente i1 rimedio, egli cerca di na– scondersi la profonda eziologia del male, la tera– p,eutica che salterà fuori_dopo una tal diagnosi con– sisterà certamente in un cataplasma applicato ad un arto di legnb. · · _ In fondo Leonida Bissolati - come accade spes– so ai 'destri - commette uguale e contrario l'errore si.esso che ègli censura. P,e·r nori venine alla con– clusiòne - « rivoluzionaria » çhe ·ogni malanno del capitalismo non scomparirà se non col socialismo, egli quasi nega in sostanza clte il capitalismo abbia in sè dei malanni, dappoichè ogni malanno del èapi- 1.alismo il « destrismo » si argomenta di fare scom– parire con un pronto ripiiego governativo, cori un rapido toccasana del potere pubblico ... E questo è ottimo giuoco per i « rivoluzionarii », e proprjo per quei rivoluzionarii che tornano a so– gnare impr;ovvise, miracolose conquiste ciel· potere politico, mediante l'imprigionamento di· quattro rap– pnesentanti dell'autorità in ciascuno degli 8000 Co– muni d'Italia: nel qual imprigionamento consiste– rebbe tutta la rivoluzione. Nell'un caso e nell'altro è meravigliosa la fiducia nell'attitudine del potere pubblico a liberarci da tutti i mali - nè il diverso modo di procedere alla conquista di detto potere, o per l'ammanettamento deì quattro funzionari o per l'impossessamento di qualche portafoglio, può togliere un ette alla sostanziale identità d,ella vi– sione. Nell'un caso e nell'altro è assoluto o il disco– noscimento o l'oblìo della buona teorica del deter– minismo economico, secondo la quale il _potere politico è' il rivestimento o la corteccia del modo economico di essere della società, il quale, nella sua essenza, quasi non si scalfisce neppure con la sem– plic~ aggressione e_sterio~epolitic::i., L~:ultrarea:lism<? degh um (che è poi anch esso un 1deahsmo, II1agan un misticismo) ,e l'ultraidealismo degli altri, rin.fre– s-cando l'utopia radicale o l'utopia rivoltosa - en– lrambe superate dal partito socialista <lacchè si co– stituì come partito di classe, per la conquista del pubblièo poterè, al fine di· mettere a' disposiiione collettiva di tutti i lavoratori i mezzi e gli strumenti di produzione, come· corollario e fine dell'evoluzion,e ciel sistema capitalistico - assalgono il partito nelle sue idee sostanziali e. ne squassano l'ossatura po– litica· di combattimento, che è l'organizzatione eco– nomica ,e po-litica del proletariato: opera, necessa– riamente, cli fede assidua, di sacrifizio consapevole, non di alcuni «generosi.», .ma di. tutta la classe, che vuole, sa e marcia alla p_ropria collettiva emancipa– zione, senza nulla (o assai poco) dovere o al pa– tronato governativo riformista o al patronato idea– listico rivoluzionario dellé aristocrazie degli eroi, dei.cospiratori, dei ·martiri, ecc., ecc., le quali sono pronte a dare la vita per il proletariato e sono pronte del pari a goderne la legittima signoria dopo la vittoria se la yittòria arride, come la storia in– segna. In questa tragica questione degli eccidi; destri e rivoluzionari sono propensi a commettere un altro errore, contrario ed ... identico. Per i primi, nel- l'eccidio popolare il capitalismo, il regime di classe, ci entra per poco o per nulla; e ciò è necessario -perchè da essi possa guarirsi il male, senza bisogno di eliminare previamente il capitalismo, come è, in– vece il pensiero dè-i rivoluzionarii. Per i secondi, invece, pèr i rivoluziona rii, non solo. tutto il capi– talismo, tutto il regime dì classè si riflette nell'ec– cidio popolar,e, ma vi si riflette in modo così squisi– tamente consapevole, così inequivocamentc politico; che per poco in ogni ,cecidio popolare essi non veg– gon·o impegnato tutto il duello fra la violenza auto– titativa e la violenza sovversiva, in guìsa ch,e nel– l'eccidio quasi non è da piangere ... che il risultalo maforiale dello scontro; nulla e eia lamentare fuor– chè la plebe fosse inerme; chè se la plebe avesse avuto armi, l'autorità ne avrebbe riportato grosso scorno, imperocchè la « rivoluzion,e » c'è, in ciascuno cli tali conflitti, in embrione, s'intende; ma non di– pende che dalla pr.epa'razioile delle· armi, da una parte, dalla propaganda antimilitarista, dall'altra; ohe la- «rivoluzione» non si affermi soltanto in ern- hrione! 1 · Quahto aberrano, entrambe queste concezioni dal– la.:. nostra?: Come possiamo noi, in fatti come quello , cli Roccagorgà, negare la reazione istintiva di una classe in rivolta contro la sopraffazione èli una classe in .esercizio di sua autorità? A che cosa dovremmo diversamente attribuirli? Ad una· astratta, ·cr-ud,ele e capricciosa volontà di uomini, e~plicanlesi di per sè, fuori di ogni determi_nante sollecitazione di c-'.lusc economiche e politiche? Tutio il nostro abito mentale « detùministico » si ribella a ciò! Nè Giolitti è quel– !'« assassino», che taluni amano descrivere, che or– dirla in un giorno solo tre stragi; l'lè Bissolati, ov,c lo sostituisse nel potere, col suo gran cuore, ci da– rebbe alcuna guarentigia che, l'ebus sic stantibus, non scoppierebbero più fatti simili od analoghi ... Ma, del pari, in fatti della natura di quelli di Hoc– cag·orga,_ come possiamo noi veci.ere l'urto cli due prmcipii, il conservatore e il rivoluzionario, in tal guisa spiegato c)1e soltanto l'esito materiale sia da deplorare com.e funesto, e, per tutto il resto, si debba riguardare l'evento come un esempio froebeliano di rivoluzione - con il solo correttivo della cautela di provvedere meglio un'altra. volta alla faccenda ·d,elle armi?-Se a Roccagorga la popolazione, invece di es– sere soltanto passiva di violenza, fosse. stata attiva, e, facciamo pure l'ipotesi, vincitrice, essa avrebbe, sì, deposto, «legato» il sindaco, ma l'avrebbe pro– babilmente sostituito col pnesiclente del Circolo Sa– voia. Forse il servizio sanitario p,er cui si dolen1 la popolazione sarebbe stato «riformato», ma per tutto il resto la « rivoluzio,4e.» trionfante di Rocca– go1;ga avrebbe lasciato le cose nello stato di prima .. Sognare per ogni Comune un fatto come a Rocca~ gorga, semplicemente invertendone i risultati effet– tuali, e in cotal fatto scorgere la «rivoluzione», è tornare al tempo che l'istintiva rivoluzionaria in– travvedeva miracolosi. rivolgimenti in piccole cata– strofi municipali. Le bande cli Benevento occupano certo una pagina gloriosa clella~pr.eistoria socialista, cioè. del socialismo ante proletariato ... Il buono e grande Cafièro ju certo un idealista di cui l_a · memoria non diev~ per.ire nel cuore degli uomini; ma !',esempio e_il -_metodosono superati da· che la classe ha voluto .és"sere la protagonista della storia - la classe, non esclusivamente le belle in– dividualità, i generosi impazienti, gli Enjolras sa– cri alle sommosse, votati alla morte sull,e barricate. In cotesto « falso vedere >> chiara è la traccia del– l'insidia intellettuale del modernismo neo-idealista, eh.e ha un'altra volta confuso le idee di forza e di violenza - come è palese nelle riflessioni su.Ila violenzà del Sorel, cotesto pedante continuatore di Marx, al modo che sono continuatori i contraffattori.

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