Critica Sociale - Anno XXIII - n. 1 - 1 gennaio 1913

CllltICASOCIJ\t'lt ti lismo, ma soltanto di fare- un primo, pi,òcolo passo nel senso del ,socialismo. Senonchè, ,avendo egli di– mostrato al proletariato tedes-co ,che, per ottenere l'appoggio dello Stato a:UeCooperative, bi•sognava che prima il pro-letariato acquist:i,sse una influenza pode– rosa nello Stato, e conquistasse ·per-ciò il suffragio universale, egli sviò l'atte-nzione del proletariato dalle Cooperativ,e di produzione e, d,estandone l'interesse· per l'azione politi-ca, gettò eff.ettivame~te J.e·basi della organizzazione operaia -e preparò la costituzione della democrazia socialista. Insomma, dal 1848 alla .fondazione d-ell'foternazio– n.ale, ·la cooperaq;ione di consumo è, dai socifJ-listi, o ignorata o ,condannata, e la coope-razione di pro– duzione è caldeggiata so'lo .a condizione che lo Stato sopperisca alla inoofficienza dei mezzi ,e delle inizia– tive operaie. La reazione marxista. ' La reazione a que-sto modo di vèdere, iniziata da , Proudhon, ,che·,,col suo i-ndividualismo, concludle con-· tro il sodalismo e l'associazionismo -di Stato di Louis Biade, è precisata da Marx. , Non -ciede questi, di fronte allo svHuppo eno,rme •della grande industria inglese, che il proletariato possa rendersi padrone de·i suoi mezzi di produzione, sia colla cooperazione libera, si.a èolla cooperazione · -sussidiat(l. dallo Stato: bisogna impadronirsi dello Stato-, stabilire la dittatura· co'llettiva del proletariato e servirsene per porre fine al regime capitalista. Nel 1865, Marx ammette •che cc le Coo-perativ-e di produ" zione sopprimono l'antagonismo fra capitale e lavoro, stantechè gli operai vi sono capitalisti essi stessi, e vi appli-cano i mezzi di produzione a mettere· in va– lore il loro capitale»;· e riconosce che cc le Socie-là ca,pita:listiche per azioni sono, -come le fabbriche coo– perati.ve, forme intel'medi-e della trasformazione del'la proàuz"ione capita.listi-ca in produzione associata; sol-· .tanto, l,e une risolvono l'antagonismo tra il capitale e il lavoro .negativamente, le altre lo risolvon-0 posi- 'tivamente »; ma poi, davanti agli insuccessi, special– mente in Germania., delle- Coop-erativ-edi produzio-ne, si fa &ell?,prepiù s-cettico, e arriva sino a pronunciarsi nettamente contro l'idea Jassallian~ -della Cooperativa di produzione accreditata o sovvenzionata dallo Stato. Cosi, col pr-evale-re della concezione marxista e dei principii ,colletfivi-sti nei partiti p·olitici socia·listi dei varii paèsi, si a-0centua la co-ndanna, o, ·per lo meno, r: '··hr sottd-'vaHHazione' dei tnb'vihfMit'o'éboj:Jè'r::ltivti.- i • La controreazione. Ma intanto,· in Inghilterra, il movimento dèlla coo– perazione di -consumo· si veniva sviluppando al punto, da attirare- l'attenzione dei socialisti del -00ntinente, destando in loro la· preoccupazione di ristabi·lire il contatto fra il movimento coope11ativo e l'insi-eme del movimento operaio. Ed ecco il colpo di genio di Anseele nella fonda– zione. del Vooruit di Gand nel 1881, costituito da so– cialisti, solo fra socialisti, allo scopo di fornire, colla vendita d-ei prodotti di consumo, mezzi alla propa– ganda, per aiutare il proletariato nella sua lotta con– tro il capitalismo. Il successo del Vooruit influi a determinare una vera rivoluzione nell'atteggiamento del socialismo in– ternazionale, verso il movimento cooperativo: si mol– tiplicarono ìn Belgio le Cooperative di consumo che assegnavano buona parte degli utili alla propaganda -e, dopo il 1890, si diffusero anche in Francia, in Ger– mania e tin po' dappertutto, .accordandosi i· socialisti nel riconosce-re che i -lavoratori hanno interesse a ,crear-e delle Coo·perative. Ma ora si trova su-J tappeto pur-e dappertutto la questione dei rapporti fra movimento cooperativo e movimento soci,alista. I rapporti di fatto tra socialismo e cooperazione. L'Inghilterra, si sa, è il paese delle W holesales gi– gantesche, dalle molteplici attività, -che vendono i prodotti del1e loro fabbriche come delle loro ·pian– tagioni di caffè o· di the, ma è onche il paese, dove 'la ,cooperazione ha svilu,ppato prodigiosamente il ba– cillo del dividendo nei comprato·ri. Vi sono soci che domandano un aumento· del prezzo delle merci, per avere la gio,ia di intascare un dividendo del 20, 25, 30 per- -0e-nto. cc Non è certo questo - nota il Gide - un grande servigio, reso d-àl'lacoopéfazi'011e al progresso morale e sociale». Ma, a questo mercantilismo della cooperazione, si nota già un movimento· di reazione fra i soci, sia ,per dare una rappresentanza politica al mqvimento ,cooperativo, sia per collegare l'organizzazione coo– p-erativa all'insieme· del movimento operoio. Da moiJti cooperatori, -che però son.o ancora mi,noranza, il so– cialismo è guardato come lo svil•uppo legittimo ~ ine– vitabi-Je d-ei principii cooperativi, che soppianterà il traduriionismo e la cooperazione, i quali non ne sono che un rifl.esso e un'anti-cipazione. Così, il movimento cooperativo passa, ora, per lo stesso pro.c,esso·di evo– Iuzione politica, che fu sp~rimentato, otto o dieci anni f.a,· -dal movimento si•ndacale. La sua trasform.azione sarà oerto più -lenta, ma anche quelli che la temono non contestano che sia nelle probabilità dell'avvenire. In Francia si sono trovati di fronte, sinora, l'Unione cooperativa, aperta a 'tutti, e la Borsa delle Coope– ,rative socialiste, -chiusa a tutte le Società non socia– liste; entrambe, rochdaliane, distribuiscono ai com– pratori il plus-perçu, e tendono, con me,zzi diversi, a socializz-are la produzio-ne e lo scambio; ma la prima è fondata sul .principio della collaborazione di classe, la seeonda, la rossa, su quello della -lotta di class,e, considerando la cooperazione come un'arme di lotta in mano alla classe operaia per emancipa,rsi dal domi– nio· bor-ghese, ,coll\impiegare gli. utili in opère di pro– paganda; con che non si esclude che, tra le Coope– rative affiliate, v•e ne siano che fanno dell'affarismo non menò di queHe ,neutre, aderenti all'Unione coo– perativa. Ora, sotto l'influenza del Fournière e del Thomas, vi è una corrente fra i socialisti, che, affermando. la cooperozione •essere socialista per natura e perciò dover essere aperta a tutti, tende a neutralizzare la cooperazione socialista, ciò che significherà - os– serva Vand-ervelde - l'assorbimento di essa nella Unione cooperativa, ,che avrà così causa vinta (1). Esistono in Germania due grossi organismi coo– perativi: l'Allgemeine V~rband e il Zen/raie Verband, politicamente neutri; ma il primo è dominato da ele– menti piccolo-borghesi, antii-ocialisti; il secondo è (Il L'unità cooperati •a è stata sanzionata lo Francia, 111 ° novP.mbre. Veggasl più addietro, In questo stesso rasclcolo (pag. s), Il Patto di alleanza.

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