Critica Sociale - XXII - n. 21-22 - 1-16 novembre 1912

CRITICA SOCIALE 323 sibile senza alcuni requisiti che ogni proletariato na– zionale è beh lungi, oggi, dal presentare: numero e forza. Forza· vera, minacciosa, imponente; che sbarra la via alla, progressione delle spese militari; che so,f– foca o isterilisce ogni mala pianta imperialistica, na– zionalistica, dilapidatrice; che deriva a proprio v.an – Laggio, e a quéllo delle forze produ.ttrici della n.a– zione, le correnti auree del tesoro; che, insomma, con la sua semplice· mole, con la sua sola, direi, forza di gravità, imprime di sè il P.aese e dà passi– i•amente l'indirizzo interno ed esterno ·allo Stato. Ma qual proletariato è giunto a tanto? Ed è possi– bile giungervi, nella condizione di classe non domi– nante? f; dubbio persino se il proletariato tedesco - gigante terribile - realmente influisca, in tal modo, sulla politi-ca estera dell'Impero. Noi lo cre– diamo, amiamo crederlo. Ma, comunque, la nostra affermazione è assolutamente incontrollabile. Altrov,e la cos.a va peggio. La forza, la grande forza, la più gr.and-e minaccia interna, c'è_e non c'è. O-è un atto di. .. protesta. Lo Stato italiano volle, credè ne– cessario andare .a Tripoli. Ma il proletariato nazio– nale non seppe nè prevedere nè prevenir-e: possiamo forse affermare che era già riesci/o, - con la sua sola forza passiva - ad orientar~ le cose proprio co– me... sono andate? E -chi potrebbe affermarlo? Dimo– strazione impossibile. Quello ch'è certo, e che s.ap– piamo, è solo quello che appare: che cioè il proleta– riato non volle, quando altri già faceva: rivelazione di .assenza in un momento precedente, nel momento decisivo, quando occorreva volere, perchè non si f,a– cesse. Tutto ciò dimostra che la politi-e.a estera operata per ripercussione è esteticamente seducente, ma è di difficile e quasi impossibile attuazione, perchè involon– taria, incontrollabile ed affidata al solo impulso ci-eco d'una forza tale, che in pr~porzioni poderose e real– mente efficienti è ben lungi dall'esistere, neppure in un imminente .avvenire. Questa forma cli politicà estera proletaria non è cl.a escludersi: chè art_ziè l'unica che ,appartenga al pro– letariato per tradizione di teoria e di prassi. Ma non è la sola. Ve n'è un'altra, ni-ente affatto tradizionale, meno meccanica, consapevole, volontaria e mollo più efficiente: ed è quella tratteggiata nel mio secondo ar– ticolo, da te pubblicato. La prima forma lascia ,esclusivamente alla borghesia la politica estera; la Seconda, esige l'intervento dir·etto del proletariato. L'una non ,esclude l'altra; ma questa è un'integrazione, necessaria, pratica, feconda, di quella. All'azione per ripercussione, il proletariato può aggiungere l'azione cliretta. Lo scopo è unico: confuso e indistinto in quella; chiaro, preciso, voluto in que– sta: la più intensa lotta di classe, con progressiva va– lorizzazione p-roletaria e crescente infiacchimento del capitalismo. Senonchè, mentre, nella prima forma, il proletariato può rimaner,e rinserrato nella sua nuda percezione di classe, non d'altro premuroso che della sua semplice lotta di classe, e sicuro che il resto, per ri.percussione, ne dovrà derivare naturalmente; nella seconda forma invece, esso deve cominciare col cono– scere e riconoscere la realtà cl-ellanazione, una « so– •cietà' di nazioni», e una competizione internazionale, in cui la nazione, e non la classe, è il valore ammesso, necessario ed efficiente; e deve quindi, senza perdere il proprio punto di vista di classe, anzi potenziandolo ~on ]'.estendere il proprio raggio d'influenza, sollev-arsi alla percezione della nazione, assumerla e sintetizzarla in sè, e tentare - per tutte le vie, e in tutti i modi, nella piazza e .nel Parlam:ento, nella dottrina, nella stampa, nella propaganda - cli rendersi l'espressione - una delle espressioni - della volontà nazionale, ol– tr-e che il coefficiente - uno dei coefficienti - di que– sta volontà medesima; onde formulare, suggerire e, o-ccorrendo, cooperare alla esplkazione di una dete,·– minata politica estera; la quale, dunque, rappres,enti la maggior somma di utili, o, meglio, il minor danno, in un m0mento dato, per la classe lavoratrice, e in genere per la nazione, di cui questa -classe ha raccolto· i bisogni, la voce, le aspirazioni. Una mèta cli politic:i estera, ed un mezzo per raggiungerla: ecco, in sin– tesi, i requisiti dell'azione diretta. Guardiamo l'Italia. Oggi si discute se rinnovare la Triplice alleanza o accedere alla Triplice intesa. Le due soluzioni comportano conseguenze diverse - fi– nanziarie, politiche, economico-sociali - p.er l'Italia, e per il proletariato in ispecie. Questo non può disin– teressarsene. Non può rimettere la salvaguardia dei propri interessi - interessi di classe, di ,classe sog– getta, -condannata a pagar, -comunque, di persona, e sino al suicidio, .economico, politico, morale, fisico - al puro e semplice gioco della ripercussione della pro– pria min?-ccia passiva, sterile quando non è veramente minacciosa; ma d-eve prontamente int.ervenire, deter– minare i propri interessi, riconoscere un'Italia costret– ta a far la politica estera, e sugge-rire una tale poli– tica, che sia in corrispondenza -con quei propri inte– ressi, dilatati ad interessi nazionali, che li rispetti, o che li danneggi il meno possibile.- C'è, fra le due solu– zioni, una, che il proletariato stima di minor e/anno, per -sè e per la nazione? Ebbene, sostenga quella, stre– nuamente, contro l'altra. E si sforzi di far valere, a momento opportuno, il -suo punto di vista. Avrà oprato più utilmente, che non astenendosi dall'oprare, e_d aspettando il fausto evento dalla meccanica di una ri– per-cussione priv;i. di volontà. Foi·se il proletariato (il socialismo) presume troppo di sè: ed è per questo che si astiene dal battere vie, che gli sarebbero di _maggior vantaggio. f; una presunzione di vecchia data, che si risolve in un danno. Conohiudo. Non v'è antitesi fra due mezzi che ser– vono entrambi allo stesso_ fine, benchè l'uno sia, in particolari condizioni, ben più fecondo dell'altro. E se un torto ho io avuto, si è quello di averli conside– rati in due distinti articoli, necessariamente parziali, ed apparentemente inconciliabili. Ma ormai - mi pare - la pace è fatta. Ti ringrazio e ti saluto. T. COLUCCI. SEGUE SUL MEDESIMO TEMA. Sullo stesso argomento - Politica es/era, na– zione, pi·oletariato - ci manda da Venezia alcune note at;'a lamda, delle quali sopprimiamo soltanto il primo paragrafo, che commentava amichevol– mente l'antitesi fra i due articoli del Colucci, la quale il Colucci stesso ha spiegato qui sopra. Tutto il resto merita di essere letto e ponderato - tanto più in questo momento di ardenti conflitti e di formidabili minaccie internazionali, in vista delle quali è convocato pel 24 corrente il Convegno so– cialista internazionale cli Basilea. f; un vecchio lamenk, che il partito socialista sia sempre stato un assente dalla politica estera. Quattro

RkJQdWJsaXNoZXIy