Critica Sociale - Anno XXII - n. 17 - 1 settembre 1912

268 CRITICASOCIALE sangue suo è stato mai inoculato di virus roma:n– tico, o se nelle fibre del suo cervello il suo pen– siero è stato mai incrinato ed annebbiato dal sot– tile e fascinante aroma. Difficile confessione, più difficile indagine. L'anamnesi del socialismo è più complessa della più complessa anamnesi del più iper-evoluto fra gli uomini. Nella fisiologia di un essere si rispecchia e si coagula un mondo, e la patologia d'un mondo. Dove una sorgente si me– scola all'altra? Dove una vibrazione di pensiero, o un moto d'anima, mostra, nella sua sostatnza compatta, le linee di giuntura, d'intreccio, d'invi– luppamento? Acque che discendono dall'eternità: chi potrà risalirne il corso? Improvvise efllore– scenze periture: chi potrà coglierne, vagliarne, se– pararne le riposte tenui rarlici, o, più ancora, i lontani germi di vita - polline errabondo, sospinto in volo di fecondazione dal flusso delle cose e ca– duto per avventura in propizio suolo? Bisogna anche pensare ad un elemento contingente nel la produzione del socialismo, come in quella di qual– siasi altro fatto, fenomen0, pensiero. Ciò contro il meccanicismo dei meccanicisti. Orbene: il romanticismo fu esso mai un elemento del socialismo? E in qual misura? E' romantico il sociali:3mo? E può concepirsi un socialismo che non sia romantico? Il romanticismo è una mentalità; meglio, uno stato d'animo. Per definirlo bisogna cercargli un contraµposto. E il contrapposto suo è t?·adizione: cioè ossequio al passato, senso della discendenza, continuità temperata, misura, ordine. Il romanticismo - nella letteratura, nell'arte, nella morale, nella filoso.fìa, nella scienza, nella 1>olitica, nell'economia, nella psicologia, nella sto– ria - è il pitnto e a.capo; una specie di tabitla 1·asa del µassato, ricolmo di miserie, di dolori, d'.imperfezione, d'ignoranza e d'insipienza; e quasi un incominciamento assoluto, ab imis fundamen– tis. Il Novum Organum bacomano, sgrossato, in– frollito, infiorato ed applicato allo scibile. Il roman– ticismo pensa (sente) e sentenzia così: " Da me comincia una novella istoria. Incipit vita nova n· E' l'enciclopedismo, l'illuminismo, la Rivoluzione. Un frego di penna alla storia ed al mondo - e l'instaurazione di un novus 01·do, per decreto rlella fantasia individuale. Il romanticismo è individua– lista: e l'i:n1iiV'idualismo ..,...al dire di Oomte - è l'insurrezione dell'individuo contro la specie, la ribellione orgogliosa ed anarchica· del capriccio individuale contro le lezioni dell'esperienza dei secoli. " I morti governano i vivi: l'umanità si compone più di morti che di vivi ,, - scrive il filo– sofo del positivismo e il teorico dell'organicismo. E il romanticismo sopprime appunto i morti nel– l'umanità, ed impenna le ali ,ai vivi, isolati e liberi d'ogni catena, per i lontani e i più abbacinanti voli. Rousseau ritorna allo " stato di natura ,,; e la Rivoluzione lancia ìa "·Dichiarazione dei diritti ,,. Il mondo comincia appena, o ricomincia: 1'89 in politica, il '30 in letteratura, tutto il secolo XIX in tutti i campi. Nuove" tàvole di valori,,, diverse ed avverse: e cioè vaneggiamenti, follie, deliri; costruzioni, distruzioni, ricostruzioni; la ridda dei modelli, contra:ffazi0ne degli originali; il tripurlio dell'o1·iginalità, mascheratura nella spontaneità. Di fronte al romanticismo che bamboleggia, il tradizionalismo sta, grave e cnpo. Alle frenesie, alle febbri, ai miraggi lusingatori, alle forsennate seduzioni di quello, oppone il sno "no" gelido e funereo. E' la stasi, il rinculo, il ricorso: il proce– dere retrocedendo. " Bisogna riformare con ter– rore ,, - dice il De Maistre; e la morte dà la pa- rola alla vita, i trapassati schiudono le anime dei venturi. L'umanità è un fiume senza foce, o che non ba sulla terra la sua foce; e soonsolata:mente monotone sono le sue sµonde. Il progresso è una illusione - conferma Sorel; e i suoi assertori sono de'visionari: il romanticismo sopra tutti. Nella caligine che s'addensa intorno a noi, ogni fede si smorza, ogni impulso si prostra, ogni ardi– mento si fiacca; o~ni scintilla di nuova fiamma ba bisogno, per divampare, dell'exequatur dei trapas– sati. Così, nel sudario, in cui compone le ultime spoglie del romanticismo, il tra1iizionalismo tenta rinchiuriere ogni ideale onde va f1 1 emendo il mondo~ di niente altro sollecito, che di afll,iare al passato lo scettro dell'avvenire; ai morti il còmpito di seppellire i vi vi. Il socialismo - espressione del romanticismo cogli utopisti - si piantò con Marx sul terreno rlella storia. Sembrò passare da un polo al suo opposto: Da fantasmagoria df spiriti errabondi, di– ventò placido processo di eventi; da chimerica impalcatura di sentimentali, serrata costruzione di fatti. Il romanticismo sembrò svanire. Ma fu illusione. La visione de.Ila " novella isto– ria " - che pur tra.spariva qua e la in Marx - restava il fonriamentale elemento di suggestione e di diffusione del socialismo, che la dottrina filo– sofica ed economica di Marx non era Yalsa ad oc– cultare. Il socialismo " venuto di Francia ", il " vero ,, socialismo, il socialismo fichtiano non ces– savano dal dare alla psicologia socialistica il calore che Marx s'era illuso di darle altrimenti; e l'anima romantica 1;inasceva inrlomita, pur sotto gli strali avvelEmati del pensatore di Treviri. Gli effetti ottenuti differiscono quasi sempre dagli effetti voluti. Il socialismo, che Marx suscitò e crebbe, non fn quale Marx pensò: ebbe il presen– timento del millennio, il culto della" nuova,, uma– nità. Fu intinto di romanticismo; e tròvò i suoi prossimi antenati nei rivoluzionari dell'89. Molte formule furono prese a prestito; molte al tre ri pla– smate. Lo spirito egualitario trapassò tutto. Il so– cialismo fu, psicologicamente, in parte il continua– tore, e in parte pure l'esecutore del Verbo della Grande Rivoluzione; ciò che quest.a non fece, o non ebbe il tempo nè il modo di fare, quello si assunse il còmpito di portare a compimento. Jaurès sembra cavalcare il destriero sfuggito e sopravvis– suto a qualcuno dei baldi tribuni dell'epopea rivo– luzionaria, e, di questo, proseguire, convinto ed appassionato, l'opera di risurrezione. Marx ha fornito l'ordegno; ma l"anima appare tuttora" romantica n· Quanta Rivoluzione francese è nella Rivoluzione proletaTi11,, nel socialismo, con o malgrado Marx? Ohi pnò dirlo con sicurezza? E quanto, . e come vivrebbe e fiorirebbe il socia– lismo, senza la suggestione - puramente psicolo– gica - della Rivoluzione francese? Forse più della discendenza economica, v'è qui un11,discendenza ideale: e vi son paesi che, senza esser passati per 1'89 economico, già parlano e si muovono in nome del socialismo. Un nuovo aRpetto del socialismo, il sinrlacalismo, disprezza la Rivoluzione e la sua mentalità. roman– tica; ma nei Sindacati operai, e nel " mito ,, ohe li muove, scorge il principio volitivo del nuovo or– dine sociale. Come in Marx. sono forze che cre– scono; ma son pure formazioni ex-novo, animate da idealità che nella storia non. han sinora trovato nJcun riscontro pratico. Il sindacalismo ba anch'esso la serpe ascosa nel pett-0: è anch'esso -:- a modo suo - romantico. Vuole il nuovo, pur sapendo di non poterlo ottenere se non forzando e sforzando

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