Critica Sociale - Anno XXII - n. 8 - 16 aprile 1912

116 CRITICA SOCIALE a favore di concessionari tutt'altro che corretti, e tutt'altro che buoni e zelanti agricoltori; - lavori pubblici, eseguili anche per impiegare i disoccupati, indebitati, dall'ozio forzato, presso i for– nitori; - ·commercio di navigazione dell'Italia, per un terzo inferiore a quello dell'Inghilterra; commercio di importazione dall'Italia, inf.eriore a quello della sola l'lldia; commercio di esportazione_ in Italia !,imi– tato a un quarto del totale, con palmare smentita alla f.rase foatta in materia coloniale, che « il commercio segue la bandiera», e conferma del principio che la nazione, che spende vite e milioni per coloniz:utre, avv,antaggia piL1 gli altri paesi che •se stessa; - paSi.Sività permanente della Colonia, che grava per due terzi sulla madrepatria; - bilancio con carattere militare e parassitario, in quanto tre quarti deUe spese servono ai militari e agli impiegati, spediti dall'Italia, e agi-i indigeni, assoldati o... comprati. Se questi sono i frutti di 30 anni di colonizzazione sulla terra dalle pepite_ d'Qffo, dagl,i altipiani dove cresce ogni gene11e di flora, alle porte dell'Etiopia, nel centro· del Mar Rosso; che_ cosa dovremo a-spet– bal'Ci dalle arene della Libia? ... ALESSANDRO SCHIAVI. Sembrandoci debbano 1°iusci1·e opportuni an_cheper la propaganda spicciola, pubblicheremo fra giorni in opuscolo (pagine 24) gli articoli di ALESSANDRO SCHIAVI DALL'ERITREA ALLA LIBIA 6l'insegnamenli ditrent'anni dicolonizzazione ital -africana nelM r Rosso Centesimi 15 (Per 20 o più copie, sconto del 20 °lo) Libreria della Società Editrice Socialista Avanti! Vi_aS. Damiano, 16, Milano. INTORNO ALLA FILOSOFIA D MARX L'articolo acuto e brillante di Tullio Colucci sulla filosofia di Marx (1) è informato ad un criterio, del quale non· si , affermerà mai a bastanza l'importanza e J.a necessità: chi voglia intendere il pensiero del Marx deve rifarne e 'J.Uasiriviverne il processo di sviluppo. Dall'idealismo hegeliano, per l'umanismo del Feuerbach, per il socialismo utopistico e le lotte di classe al mate• rialismo storico: tale la serie dei momenti costitntivi e la dottrina finale in cui quelli vengono a unificarsi in una sintesi dialettica. Ma la sintesi finale per essere rettamente intesa esige una esatta ricostruzione dei momenti costitutivi.: quella fedele visione storica, in somma, che ottengono ordina– riamente l'idealismo hegeliano e il socialismo utopistico; ma che è quasi sempre negata -all'umanismo del Fener– bach. Alla consuetudine non si sottrae neppure il Co– lucci; il qnale si attiene in sostanza, come altra volta il Gentile (il cni libro: La filosofia di Mam;, egli ha forse presente) a quei lineamenti della dottrina del Fenerbach, che sono schizzati nelle Glosse del Marx. E parrebbe che miglior interprete non potesse cercarsi: se non fosse che il Marx e l'Engels, quando intendevano dif– ferenziare le loro dottrine dalle altre, adoperavano piuttosto l'ascia che il ce~ello. E chi accogliesse la dottrina del Feuerbach 11'ellaforma, in cui essa è pre– sentata dal Marx in quelle glosse, non riuscirebbe mai ad intendere nè quale sia stata l'azione che il 1·eale Humanis_mus ha esercitata effettivamente sul Marx, nè qnale sia stato il vero processo di sviluppo del pensiero marxistico e quale la sua definitiva caratte– ristica differenziale. Ali' apparire dell'Essenza clel cristianesimo (1841), Marx passa dall'idealismo all'umanismo, da hegeliano diventa feuerbacchiano. Ma qual'era l'opposizione del Feuerbach all'Hegel? Era veramente affermazione di un materialismo, per il quale la realtà sia nell'oggetto sensibile in vece che nell'idea, e di fronte alla oggetti.,. vità esteriore il soggetto non sia che una tabula rasa, che riceve passivamente le impressioni dal mondo esterno? In questo modo scompare ogni principio di attività, ogni p1·àxis: lo sviluppo e la storia diventano incom– prensibili: quindi, si dice, Marx da Feuerbach deve tornare a Hegel e alla sua dialettica, se vuol capire e spiegare il processo storico, preoccupazione principale della sua riflessione filosofica. Ma allora perchè proprio Feuerbach e non (per esempio) Epicuro, che il Marx aveva fatto oggetto di un suo studio prima che apparisse l'Essenza del c1•istianesimo, doveva richiamare Marx dalla contemplazione dell'idea alla considerazione del– l'oggetto sensibile? E quale azione avrebbe il Feuerbach esercitato, sul pensiero marxistico, maggiore di quel vecchio materialismo di Hobbes, Helvetius, ecc., che Marx doveva pur conoscere bene, poichè ne parla con acutezza di critico nella Sacra famiglia? In realtà, l'opposizione del Feuerbach contro l'Hegel è ben di versa da quella del materialismo contro l'idea– lismo: è invece l'affermazione del volontarismo contro l'intellettualismo, la rivendicazione di quel momento impulsivo che il_ razion_alismo hegeliano trascurava o negava. L'attività sensibile e l'impulso del bisogno contro l'impassibilità dell'idea assoluta; l'uomo, come essere attivo e sorgente e sviluppo inesauribile di bisogni; contro la concezione che lo riduceva a semplice por– tatore dei momenti di sviluppo dell'idea assoluta. ~eco il principio d~l bisogno nella sua infinita fecondità, che è concetto fondamentale nel Feuer))ach. Qoncezione dialettica sempre, perchè il bi~~gno è qui l'equivalente del non-essere hegeliano, trasportato dall'idea assoluta alla coscienza umana; è il sentimento di una mancanza o di un limite onde sorge l'aspirazione al suo Hupera– mento. Ma, per trasportare il ritmo dialettico dalla idea assoluta alla volontà umana, il Feuerbach ha bisogno , di una duplice condizione: la realtà 'effettiva del ijog– getto da una parte (impulso e forza di sviluppo), del– l'oggetto o natura dall'altra (limite ed ostac:>lo all'im– pulso). Soltanto riconoscendo questa doppia realtà, si viene a rendere concreto e reale il rapporto dialettico soggetto-oggetto, e il processo della praxis per un ritmo di affermazione (soggetto), negazione (oggetto) e negazione della negazione (attività del soggetto che supera il limite oppostogli dall'oggetto e si afferma entro. e sopra la sua antitesi). Ecco il naturalismo del Feuerbach, che si oppone alla teologia come all'idealismo hegeliano; ma che vuol essere così poco materialismo e passivismo della tabula

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