Critica Sociale - Anno XXII - n. 5 - 1 marzo 1912

CRITICA SOCIALE 77 « Con la vostra organizzazione voi difendete l'inte– resse del pubblico e il vostro; voi av•ete creato un ammirevole strumento di riforme; voi date all'Ammi– nistrazione consigli utilissimi, perchè dati con quella conoscenza del lavoro che solo gli uomini del me– stiere, qua-li voi siete, possono avere. Noi abbiamo con•si<leràto che vi siete assunta una parte eccellente nel miglioramento dei servizi ». Infine, nel 1907, Clémenceau scriveva agli insé– gnanti organizzati : . « Voi domand•ate la personalità civile per J,e v,ostre associazioni. La legg,e (del l O luglio 1901) ve la ac– corda. Voi domandate di potervi costituire in Fede– razione. La legge autorizza l'unione delJ.e associazioni fra loro». · · E Jea_nn ~n.ey , il rel_at?re ~el disegno di legge sullo sf:ato 1pur1 d1co degli impiegati che ancora pende dmanz1 al Parlamento francese, aggiungeva : « L'organizzazione professionale è uno strumento prezioso di progresso sociale». · _In Italia rambiente clericale-monarchico non per– n~ISe_ nè· tali ammessioni ufficiali nè - quel che più d1spia~e --:- ajtrettanto rapido sviluppo delle nostre orgamzzaz1op1. Dobbiamo a malincuore riconoscere che esse sono molto meno solide ed operose delle francesi e che ll!,nozione dell'~nteresse pi:ofessionale e la co~cienza sindacale non si sono egualmente estese da noi come nella vicina repubblica, a causa della diversità es– senziale dell'ambiente politico. Ma anche in casa nostra - nonostante l'ultimo at– Len~to reazionario della legge di Stato giuridico - crediamo che nessuno ardirebbe più mettersi loro n_soluta~ente, .con~ro; e ormai, come pei compagni di Francia, s è chmso anche per noi il periodo del– l'affermazione e sta per iniziarsi quello più faticoso e difficile .dell'attuazione pratica, nascostamente ma tenacissimamente contrastata. Se noi siamo meno Pteparati, ~bbiamo il compenso di trovare abbre– viato e spianato dalle altrui esperienze il cam– mino (1). . A. ques~o. pu.nto ~e~lo sviluppo d~lle organizza– z_wm degli 1mpiegat1, il potere pubblico cambia Lat– tica con esse: sveste la gabbana del poliziotto e in– fila la falda del diplomatico. I Governi e le burocrazie - che non vogliono ce– dere alcuna delle loro prerogative, anzi le difen– dono ancor più strenuamente - dopo il disprezzo ostentalo, dopo la repressione ingiusta, si atteggiano a una cortese condiscendenza e tentano la blandizie· e zimbellano il diversivo parlamentare. A fine di ritardare le inevitabili giustizie ripara– trici, ecco i custodi del diritto costituzionale a sbrac– ciarsi per convincere gli impiegati che essi non pos– sono e non debbono seguire le vie sediziose deì la– voratori. Per le serene giustizie che han da recla– mare, v'è, per loro, un arbitro naturale, al quale debbono fiduciosamente e doverosamente rivolgersi: il Parlamento. ' Soltanto per quel tramite il Gover~o può pren– dere in esame le loro richieste e non per altra via : ne andrebbe della sua dignità. Il Governo è... il Governo. · Chi non ricorda, in Italia, all'epoca della destitu- (l) Vedasi al rtgnardo Il libro di GEORGECAHEN: Les fonctiot1- nai.-u - 1,e,.,. actlon corpo,·atlve, che· è la storia accurata e lnte– resaantleelma del movimento degli lmpiègatl francesi, delle varie amministrazioni, dall'Inizio ad oggi. Storia nella quale Il lettore aa'rà aorpreeo di ritrovare come fotografati In precedenza tutti gli avvenimenti - I progressi, le stasi, gli entusiasmi, gl1 smarrimenti, le riprese, 1!'11 errori - del movimento nostrano. zione di ça_mpanozzi, il discorsone dell'on. Schanzer, allora m1mstro delle Poste, discorso che fu stam– pato a_ spese d~llo Stato in quìntali di opuscoli e r~>Vesciato nel Collegio di Biandrate, perchè· ser– visse_ a far eleggere deputato il nostro amico e a !ar riscaldar noi. che, dopo la propaganda all'aperto m quella cruda mvernata, trovandolo accatastato in tutte le osterie, lo . utilizzavamo a... rianimare le fiammate dei camini? Ebbene: g:li impiegati provaròno anche a ricor– rer~ fiduc10si ~1 Parlamento, ma l'esperienia fu ne– gativamente risolutiva. Non occorse mo'lto tempo perchè s'accorgessero che il' Parlamento tutto occu– pato -dalle questioni dei partiti: senza ~lcuna com– petenza __ sulle qu~stioni tecnich~ ed amministrative, ta!lto pm se spec!fiche e minute, e prigioniero delle clientele elettorali, è incapace ad esercitare un qua– lunque effic?ce contro~lo_sulla disciplina e.sul lavoro nelle pubbliche Ammm1strazioni. I deputati e_i. mini~~ri_sono. quasi s~mpre esclusi– v~me_nte ~?m1m. polit1~1, t1;1tt1~ssorb1ti dalle que– sllom politiche, 1 quah tutt al più hanno· una èono– scenza, superficiale - fatta a rispettosa distanza - delle_ Amministra:zio~i a cui sono preposti, o sulle quali, se deputati, di rado, ma ben di rado e svo– gliatamente, si accingono a discutere e a legiferare. Il prof. M9reau spiega appunto, col carattere pu– rall!-en!e tecmco d~lle leggi d'ordine amministrativo, la md1fferenza dei Parlamenti verso di esse. «... Il Parlamento - egli scrive - si dimostra sempre meno adatto alla legislazione in genera-le. « Delle sue funzioni essenziali, la legislativa e la politica, questa tende a sopraffare l'altra; effetto ne– cessario, forse, del regime· parlamentare, che man– tiene in permanenza la lotta dei partiti per la con– quista del potere esecutivo .... <e Salvo eccezioni ognora più rare, il ·Parlamento non discute seriamente se nòn le leggi che si ricon– nettono alla politica: egli accoglie e vota di-stratta– mente l•e J.eggi tecniche» (1). Ed è inevit.abile che sia così. Come è possibile che i 1!,0S~r~ 508 ~eputati, e i componenti la· Ca– mera v1tahzia, abbiano anche la più lontana cono– sc~nz~ d~lla immane congerie di fatti e di cose, pel cm disbrigo lavorano oltre un milione di impiegati, se a quelli delle aziende pubbliche si aggiungono gli altri delle grandi aziende che hanno carattere pubblico e sono sotto il controllo governativo? La subordinazione del Parlamento ali' Amministra– zione è completa, osserva Maxime Leroy, di cui riteniall).O interessante rip.rodurre sinteticamente il pensiero. E a lui fanno eco il Duguit, il, Clunet, lo Chardon, lo Challaye, il Cahen. · Per confessione degli stessi relatori dei Bilanci, le Relazioni sono preparate integralmente, o quasi, dalla burocrazia, e i relatori stessi sentono spesso il bisogno, a salvaguardia delle loro responsabi,lità, di avvertire che è loro impossibile dì controllare se– riamente i dati che forniscono loro le Amministra– z1om. Le Camere, ogni giorno più, quando debbono le– giferare, sentono la necessità impresQindibile della collaborazione e dell'imbeccata dell'alta burocrazia. Per i bisogni preliminari di ricerca e di studio, i Parlamenti ·si rivolgono a coloro che sono in rap– porto costante con i bisogni e le necessità, a quelli la cui opera è una inchiesta continua: i Ministeri. « Dato ciò, si può dire .:._ prosegue testualmente il Leroy - che non c'è più un potere superiore, ma (1) IIIOREAU: Le Oodt Olt!U, citato da LEROY: Les transforma– . "ons, ecc.

RkJQdWJsaXNoZXIy