Critica Sociale - Anno XXII - n. 3 - 1 febbraio 1912

40 CRITICASOCIALE volta che se ne offrì l'occasione. Sono 'memorabili i comizi pacifisti internaziionali da essi organiz– ~;ai;1e tenuti su~le p~azze della Germania, e l'o– pera compiuta i11 comune tra socialisti· tedesc~i e socialisti francesi, per trarre in alto sempre p1ù il proletariato alle consid-erazioni che persuado– no alla condanna più recisa e assoluta d~lla guer– ra. La creazione e la generalizzazione costante f: minterrotta di questo stato di spirito costituisce uno dei primissimi fattori d-ei migliorati rapporti franco-germanici e .della pace internazionale. Ma ecco che ora per la prima volta un tale risultato è consolidato in una vittoria politica senza prece– denti: e questo consolidamento, se è un punto di arrivo, è anche un punto di partenza, e verso quali ulteriori risultati! La massa compatta dei centodieci deputati socialisti tedeschi, coi suoi quattro milioni e più voti rappresentati, formerà una salda e for.midabile muraglia contro le vel– leità imperialistiche, borsiistiche, guerrafonda,ie: ed è forse codesto, nel primo applicarsi del socia– lismo tedesco con forze impone11ti alld trasfoirma, zione e alla rinnovazione democratica dello Stato ancora semifeudale, una delle previsioni che il sociali$mo internazionale sente di poter formu– lare con la più fiduciosa delle aspettative. ·*** Accennai già aìla malafede internazionale che turba e inquina le relazioni tra· i vari paesi. La Russia non vuole essere da meno della sua allea– .ta, la Francia, e agisce in Persia in maniera con– forme, aggiungendo tutto ciò che di barbaro, di violento e di brutale è nel temperamento politico del suo sistema dirigente. Anch'ess!j, per mettere le mani sulla Pers:a ha dovuto stracciare una Convenzione intnnazionale·, che è, precisamente, la Convenzione della seconda Confel'enza deil' Aja, concernente « le leggi della guerra terrestre », e cioè la condotta. delle truppe nel territorio ne– mico, e che con l'articolo 50 proibisce espressa– mente "di colpire la popolazione con punizioni ool~èttive per atti individuali di cui essa non è ,-,,olidamente responsabile». :Viceversa il Governo russo, benchè la Pernia abbia àiposto nel modo ·,·ù dimesso e sottomesso all'ultimatum rueso, ha fatto a quest'ultima lo stesso trattamento èhe, un tempo, alla Polonia: istituzione di Corti mar– _zia:ìi, arresti in massa, impiccagioni di centinaia -,i ad ulti, uomini e donne, distruzione a canno– nn.te ·cli cfacine cli villaggi, nei cui incendi peri– rono centinaia di fanciulii e cli vecchi. Altri arti– coli non meno vi,olati figurano in qu.ella Conven– zione? che la Rusoia ha doppiamente calpestata: doppiamente perchè le disposizioni delìla Conven– zione si riferiscono allo stato di guerra, laddove la Persia non è nemmeno in istato di guerra. Di queste infamie ei è· resa complice l'Inghilterra. }\n_c~eJa Germania ha la sua parte di responsa– b1lyt-a, m quanto sembra che la Russia opel'l tran• qmllamente sotto le ah del famoso trattato di Pos– tdam e ·delle sue clausole se'grete, segrete alla sua stessa alleata Francia. Come si vede i fiori <;I,elila .malafede _i~ternazionale ·spuntano da tutti 1 rov~ del martir10 delle terre più deboli e più appetit_e dal brigantaggiio capitalistico. . ~~ m Inghilte~~ s'è t!'ovata della gente che s1 e mfiammata \h ira e d1 verg-ogna per la com– . ,, ~-,t<> del proprio_ paese, ed è i]J.sorta a protesfa– re m forme pubbliche e clamorose contro « il de– litto :r:usso». E qua~i nomi! N él grande comizio ·rgan :zzat.o due settimane fa~hanno fatto vibrare la l?ro voce Bare:lay, uno dé: principali_ artefici dell « entente », cucondato da un "ran numero di · membri del Parlamento, Browne, 0 dell'Università cli Ca:inbrid'ge, Ranis~ Mac Donald, il leader parlamentare del Partito del Lavoro, che pronun– ciò una requisitoria contro la politica di Edwar~ Grey, e parecchi• altri deputati, i quali espressero • 1_, 1 "> ·~clegno con_tro « i procedimenti tradis zional~ » della diplomazia, che i popoli ripudia– no con vigore e orrore crescenti. Questo è av-v"e– nuto nel paese degli uomini «pratici». Noi sia– mo, si i:;a, un popolo di « icleali~ti ». Ma chi i;n Halia, fuori del campo socialista o di qualche àl– tro partito, 9serebhe prendere un'iniziativa &i– mile? Si è vista la fine comicamente miseranda cl.egli apostoli della Società per la, pace .. ,. GIOVANNI MERLONI. "Espansionismo e col nie ;/ 1 > E' da'·augurare che i nostri. compagni deputati, prima di rientrare a Montec:torio per discutervi l'impresa tripolita,na, leggano questo libro testè u– scito, il qual,e - sebbene ,:.critto da un sindacai:sta - completa egregiamente l'opuscolo, con cui la Di– !'lezionedel Partito combatte, non senza efficacia, ma· da un punto di v·st9, troppo esclusiva.mente eti-co e s:entimenta,M~,la guerra coloni·ale. Sobrio, preciso, conciso, - assai m.èno astru:so che in altri suoi la– vori .- Enr.'co Leone , documenta. assai bene, sul terreno storJ:-cq ed economico, l'i-nanità le il danno dell'a colonizzazione politica, "quale vien,e prat'cata og.gi dal capitalismo. E il siuo libro - non meno· di quello , ben noto, del Colajanni - potrebbe essere, se letto d·a. molti, un'ott'ma salvaguardia w,ntro la inavvertita suggestionie, oo.n cui. le audaci fa.nfare patriottarde riescono a trascinare., a frotte, e' a· far marciare in cadenza, dietro di sè, i d:soccupaH e gli spi.riti deboli, vagabondanti pei corsi! e sulle piazze' d'Italia. ' · Al dubb:o: « e 'se a~•essirnotott,Ì L. »·, il Leone ri– sponde u·n no ben reciso. Lo avvaJora con l'esperien– za- costa.nte ,e quasi secolare di' paesi ·ben p'ù ricchi . e più forti del nostro; .lo conforta. con l'opiinione degli -econoinist', anch'iessa, in generale, co~còrde, se ne togliete l'eclettico Stuart Mill, l'a.ffa.rista tèo– rico~ratico Leroy-Bea.ul'eu e l'ultrasera.fìco Gide. Per « politica ooloniiLle» quì non ·s'intflnclie l'en– tusiasmo della. libera e· fisiolog,:ca. espa.nsione com– merciaJe, che a. Venezia, per es.,, conservò il dominio dei mari fin ch'essa. seppe tenèrlo co' ,suoi• ,fondaci, co' su•oi consolati, co' suoì scali e depositi portua– r.'i ovunque diffusi; bensì quella febbrie df conqui,sta, ·di a.v ven_tura, di violenza militaresca, ehe pretende crea.re o ll/5Soggettamsiartificialmente i mercati, so– stituend o la v éra. e Sa.na operosità produttrioe: che, quindi, 1 -no.nè sintomo di forza., che chieda ~ppl:.ca– zi.one e sfogo, bensì di debolezza naziona.le , che· ri– cusa di confessarsi. e di. ,ripa.rare a. se stess a; e per giunta va. a ritroso dell'evoluzi,one modierna, che -è· tutta oolll!IJ lerd'ialee quindi antim:litar~; che - a dispi,tto dele doga.ne :_ tende· ad a.prire un m1ercato internazi ona,le sern;p, re p'ù vasto, e ripudia i vecchi merca.ti chiusi; che sperimenta. le forze vie re dei p o– poli a.I Clilllentodella libera. concorrenza, i11, qua.le ri– duce e livella i ·pre-zzi ,e i ·profitti, scredita e scac cia le merci cattive, la.ddove il colonialismo ris=ita. il b_ara.tto, il :prezzo a.lto e molpeplice, il- p,rodotto cat– tivo, tutte msomma. le forme s,uperate, a.ggnessive, affa.ristiche del primitivo capital•e commerciale, che tenta quì - sull'ignoranza o sulla servitù -degli in° dig,eni - i terni a.I lotto, che il mercato dei popoli , civili ormai glii r: cusa. · Or questa espa.nsiou,e coloniale - nel pensiero ·del Leone - non è che una. dèlle manilestaziotli delia lotta per la, persistenza. del regime ca.pitalistibo cl.olla proprietà. · . ,, (t) G. Leone:_ Espansionismo e colonie. - Tipog-ra°i• editrice nazio• nale; 'Roma i911; pagine 235; L.2. -

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