Critica Sociale - Anno XXII - n. 3 - 1 febbraio 1912

CRITICA SOCIALE Le velleità ~~zionaliste. e lapolitic~ tell'einigtàziohè Biohi_{l;mia,rriv tutta l' Q,ttenzione dei lettori su l'articolo, che segue, del nostro Peter Augen, ·il collaboratore di cwi essi bem ricord(Jlfl,oaltri ma– gnifici studi su a1·gomenti d·i em·igrazione. E 01•1i, egli {l;çi,dita......:... con pm·ola sobria e rnisurata - uno de-i,rnaggioq•iperùol-i t;he si n'a.scondono in questà imm;(]Jlie « scemenza » gòv'erriativa, che ha nome : da 1'ripoli. , _ Il pe1"icolocioè che questo i?nperialismo e affa- 1·ismo da farsa non si linniti a c1·earedelle colonie d'i sabbia investendo1;i l'onore, il sangue e le f01·– titne de.l paese, ma spinga la sua logica idiota fino· a ferire e dist·ruggere le sole colonie serie e ve1·e e possibili, che osp-itano già e sfa·rnano e incivil:i– scono milioni di itaDiani che la patria respinge, i quali - se non t1·ovavano questo sfogo - avre'/;,– bero accumulato in Italia gl-i elementi di una ine– vitabile guerm civile; invece, da olt1·e Oceano, di mandano migliaia di ~ilioni e, quasi da so-li, ten– gono ritte 1 le nostre bilancie comm'erciaU. La glo- 1·ia di impioca1·e degli Arabi che difendono il_loro paese non ci pa1•eche compense1·ebbe a sufficienza quest'altro disastro. · ' La C. S. Nel timore d'aver tediato troppo i lettori col problema dell'emigrazione, ci eravamo proposti di metterlo anch'esso, come Marx, in soffitta, tanto più che altra questione gravissima oc_cupa e preoc– cupa attualmente l'animo degli it~lia,ni, tra i quali ~ checchè ne pènsino i nazionalisti - sono pure compresi i redattor,i e i lettori dellaC1-itica. Ma poichè tale questione è appe1!a nata e. già, tra le tante cose che. minaccia .di travolgere con sè, tende a oolare a pièco la pdliticà democratica de:l'emigrazione, conquistata con anni e anni di lotte e cli fati.che, s'arà l:Jèné rompere il silenzio, e - quand'anche clamantis in d_eserto ... libico - far intendere la nostra v-oce. · _ La politica clell' emigraz1io1J e; come tutte le po- 1 i tiche, può avere diverse direttive, secondo gli interessi di chi ne tiene le fila. Un tempo, quan– do predominavano le correnti :reazionarie, ebbe carattere poliziesco di vessazione. Basti ricordare Le circolari OanteUi, ché proibivan·o l'emigra'zio– ne, e quella emanat~ nel 1891, con cui si ingiun-. geva ai Pr_efetti di non r.iTasciare il passaporto ai contadini che, su denunzia dei proprietari, non ' avessero p:cima regoiato i contratti di affitto, di mezzadria, o di soccida. Più tardi, quando .ii susseguirsi d·elle crisi eco– nomico-:finanziari,e-bancarie gettò il paese nella più squallida miser:iia, e il popo1o affamato dive- •iva pericoloso, l'emigrazione fu lasciata comple– tamente libera, consicleran<lo1a come il miglior provvèdimènto di pubblica sicur-ezza per mante– nei:e la pace all'interno. Fu quella l'età de':l'oro peT gli speculatori sulla -•,~lle del povero, comprese le_ patriottiche e non mai abbastanza lodate Oo;ni.pagnie di n avigazione, le quali sérrrinarono di cadaveri le v.ie dell'oceano. Anche q,:ri ba.sti ùn solo ricordo: l'avv elenamento dei 600 passeggeri della nave Ago·rdat, avvenuto nel1' ott'obre clel 1897. L'affermarsi dei socialisti .nel cani.po politico modi':ficòl'azione dello Statò rispetto al mo vimento èinigratorio. Dalla coercizione e dall'indifferenza (glorificata col n ome di liberismo) si passò alla tutela, e si eo.bé :to' t1u'ttierbà1 provvedimenti à fa. vore d_egli. emi,gra,i;iti, chf valsero,, ~f n~ ~:!~r<;>, 3 a far l?ro compre~dere r,ome, la patria; da cu,1-"fl allontanavano forzatamente, non era del tutto ma- rigna. · Oggi il soffiare dei venti :haz_io;n~listi ha. ii~ fatto cambiare un'altra volta la rotta alla poli,tica diall'emigrazione. ·I ;pr,imi brutti sintoki si ébbeto nel 1909 col noto discorso dell'bn. Ferri, che .noi già criticammo su q-qestè colonne (Yédasi Cr:itidt Sociale del 1910, numeri 11-12). L'èni. Ferri so– stenne allora ché il Governo italiano non deve li– mita:rsi a tutelare l'emigrazione,ma deve indiriz– ~arla o frenarla a suo beneplacito, usandola come. arme cli pqlitica internazionale. Noi, che battezzammo· questa concezione un assurdo, non ci aspettavamo di vederla, dopo qualche tempo, presa sul serio dal Governo e tra– dotta in atto, come si fece l'anno scorso co1l'emi– g1;azione diretta, all'Argentina. 'Il decreto ministerial_e ,del 30 lu~l_io 1911, con cui è stata sospesa l'emigrazione vèrso quella Re– pubblica, diversifica profondamente dal deqreto cosiddetto- Prinetti, emanato nel 1902 per l' emi– grazione nel Brasile. Ne~ 1902 il Governo, pi;e"oè– cu-pato soltanto cli giovare agli einigi::anti nei li– mili :fissati dallJ.a legge e consentiti dai P,iù ele: mentari -principii di libertà, non v,ietò l'èmigi:a– zione al Brasile, ma si limitò a togliere l'autoriz– zazione di trasportare colà !)migranti a v.iàggio gratuito, e poi vietò il rilascio dei passaporti per chi non emigrasse' al Brasile spontaneamente. Ap– punto perchè l' emigrazio'!le a traspor_to gfatu~to ed arruolata era quella più soggetta allo sfrutta– mento. Con l'ultimo decreto, invece, si è proibit,a in modo assoluto l'emigrazione per l'Argentina, e ciò non nell'interesse degli emigranti, ma per vendicare a spese loro il trattamento non riguar– doso che il Governo Argentino aveva US :l.to verso il nostro Governo. . Insomma, l'emigrazione, che, prima é:.el 19C1, .fu adoperata a Gcopo di polit~ca interna, ora:, dopo una decennale parentesi cli· assennata poli– tica democratica unicamente, intesa alla tutela del1' èm-i;grante, · c?~incia ad' •~ssere. us_ata qutal_e strumento di politica estera 1mperiahsta. E 11 Governo non he fa alcun mistero. In una èirco– ìare, diretta agli' Agenti diplomatici e a~ Consoli, il Ministro degli Esteri ha dichiarato ultimamente che « l' e1nigrazionè itàl·iana non ~ già oggi qon– seguenza di povertà interna; è volontaria esporta– zione di forza a beneficio dell'Estero; CONSENTI/ll<A O IN'l'ERDIRLA, NON SOLO SECONDO LE GARANZIE CHE PEL SUO BENESSERE CI VENGONO FORNITE, MA CON– FORME .AL t:ONTEGNO TENUTO DAGLI ALTRI STATI VERSO LO STATO NOS'l'RO, E' DUNQUE IN NOSTRO PO· TERE, COM'E' NEL NOSTRO DÌRITTO ». Questa dichiarazione, naturalmente, lia :rìsoos– so caloroso_ plauso dai nostri cari nazìonalisti'. Nel Marzocco del 7 gennaio così la commenta il Corradini 1 : Non so se altri prima abbia pen~ate_e dett_e parqle simiE a queste: so che queste· sono state dette da.I rappresentante •dello Stato itaLiano, ora, _ ,:fu~~– do hanno un costrutto nuovo e una nuova pO&l!-bi– lità. E debbono, dinanzi a.gli occhi d'ogni italiano che -abbia coscienza nazionale, essere li-dealmente scritte in lettere d'oro. Debbono essere preposte come ep'grafe al capitolo che separa i d ue pe riodi .storioi della nuova Italia... Noi <:ominc1 ·a.mo a considerare l'emigrazione come un'arma nella lotta della nàzio– ni ... Ciò che exa nel mondo la nostra catena_ al,_p_itr cfe, l'emé.g.razione, è oggi. la nostra arme in manò nostra Ebbene ,noi, che sentiamo d'avere u:iia coscien– za nazionale non certo al disotto di quèlla del Cor-

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