Critica Sociale - Anno XXI - n. 21 - 1 novembre 1911

CRITICA SOCIALE Diamo qui, a titolo documentale, l'ordine del giorno integratisi° e quello n/h/isteria/e. Ordine del giorno integralinta, (Voti 1073) «Il Congresso: in seguilo all'atteggiamento preso da alcuni compagni, atteggiamento che ha determinala la con- vocazione straordinaria del Congresso. medesimo; afferma che il carattere e le finalità del partito socialista non consentono appoggi ad indirizzi di GO- ',elio, ma soltanto, in via eccezionale, la difesa di un'azione concorde profondamente innovatrice, ma però coll'accordo della Direzione del Partito socialista e sentilo il parere della Confederazione del lavoro; esclude ogni partecipazione dei socialisti al Go- verno, anche in considerazione delle vigenti istitu- zioni politiche; ,,,fiaffertna inintli il dovere della disciNina e del rispetto ai deliberati del Congresso ». NICCOLINI, PAGLONT, PESCETTI, ZANARDI. LA STATISTICA DIT CONGRESSO In attesa del resoconto stenografico — che augu- riamo non venga, col solito passo di lumaca, quando' non offrirà più alcun interesse — abbiamo ricavato dalle Tabelle della Direzione i due seguenti Quadri, che ci danno sinteticamente, per regioni e provincie, l'uno, la distribuzione dei voti secondo le varie ten- denze, l'altro, il censimento della mobilitazione del Partito in occasione del Congresso — come farebbe una di quelle carte geografiche, che, colla varietà e intensità delle tinte, significano la distribuzione e i caratteri di un movimento. Il Quadro 1° dimostra come nell'Alta Italia, su un to- tale di 6749 voti, la tendenza riformista antiministeriale — adottiamo questa nornenclaturh-tanto per inten- derci, senza attribuirle, qui, soverchio valore— la ten- denza, cioè, rispecchiata nell'ordine del giorno Treves — abbia raccolto la maggioranza assoluta (voti 3421), superando di oltre una metà (1258 voti) l'intransigenza rivoluzionaria espressa nell'ordine del giorno Lei-da, che ne ebbe, nelle quattro regioni, 2163. Il ministeria- lismo — Ordine del giorno Basile, voti 691 — con 32 voti dal Genovesato e precisamente da Quarto (ah! non per .questo...!), 70 dal Bellunese, in prevalenza rivoluzionario, 185 da Padova e provincia, 85 dal Tre- visano, che gli diede tutto quanto possedeva di suf- fragi, e 60 da Verona e Legnago, non raccoglie che la quinta parte dei voti riformisti antiministeriali, e la nona parte all'incirca di tutti i voti antiministeriali (6058). Notevole, tuttavia, la prevalenza rivoluziona- ria-intransigente del Piemonte, (1019 voti Lercia, contro 691 Treves-Modigliani), determinata essenzial- mente da Torino-città (450 voti) e dalla provincia di Novara (434), sopratutto dal Biellese. In Lombardia, 'freves-Modigliani corrono il palio superbamente, so- spinti dai 630 voti compatti di Milano-città, e da quelli del Pavese (533 sopra 731). Nell'Italia Centrale, l'antiministerialismo riformista giunge ancora buon primo, ma per soli 97 Voti (5881 contro 5784); quanto dire, che, se non era la secesione del Forlivese, qui la partita era perduta. Il ministe- rialismo (989 voti) tocca appena la sesta parte dei voti riformisti antiministeriali, e non raggiunge il dodice- simo del blocco antiministeriale (12.244); si sostiene principalmente coi 696 voti delle Cooperative Brac- cianti e di Nullo Baldini — che gli reca egli solo, personalmente, 396 voti di sei Sezioni — da quel Ma- vennate, che, viceversa, dà anche (non si è romagnoli per nulla!) il massimo contributo (1371) alla rivolu- zione. La prevalenza riformista è assicurata, come sempre, dal compatto esercito Reggiano 2426 voti — che non si permette neppure la e fronda a modi- glianesca. Solo due Sezioni reggiane, Gavassa e Vil- la San Maurizio, diedero i loro 52 e 80 voti a Lerda, fra grandi applausi e clamori dei rivoluzionarli, che ebbero l'aria di supporre aperta così la loro prima breccia nella fortezza prampoliniana. Nel Mezzogiorno, comprese le Isole, le tre tenden- ze si spartiscono, in misura quasi eguale, da buone sorelle, lo scarso manipolo del Partito, con lieve pre- valenza rivoluzionaria, determinata dalle 'Pugile. Il ministerialismo qui sta in mezzo, e, se non sguazza, è perchè è magra la mensa. Il miraggio tripolino? Ma Ordine del giorno di Destra (ministeriale) (abbandonato dai proponenti, poi ripreso e ripresentato dall'avv. RASILE: Voti 1986) a Il Congresso: considerando che l'attuazione del suffragio uni- versale è destinala a rinnovare dalle radici profonde la vita pubblica italiana e a spostare il fulcro della rappresentanza politica del Paese; che tale allargamento del suffragio, meglio che essere per se medesimo una riforma, costituisce un fallo rivoluzionario e l'antefatto della riforma; onde non pnò trovare dissenziente alcuna ideologia socia- lista si alcuna frazione del Partito; che la lotta per il suffragio allargato — come Ora- mento di riforma, di conquista e di purificazione nel parlamento, nel Paese e nei Governi locali; posto in mano a milioni di lavoratori ancora oggi esclusi dalla politica nazionale— ha carattere pregiudiziale ei qual- siasi discussione sulla tattica parlamentare per il con- seguimento .delle riforme • in genere, e per la stessa rappresentanza politica del proletariato; che una .qualsiasi deliberazione, presa nell'ora presente,- in merito al futuro contegno del Gruppo Parlamentare, significherebbe sopraffazione oligar- ehica ai danni dell'anniensd egército prolètario, che aspetta di CNSCIT chiamato all'esercizio del diritto elet- torale; dichiara necessità primordiale la legge del suf- fragio; invita il Gruppo Parlamentare a Comportarsi, seconda le contingenze politiche e parlamentari, nel modo più adatto a prontamente conseguirla; e passa all'ordine del giorno». SIRIO CAPERLE, CLEANTO BOSCOLO, PIGNATARI RAF- FAELLO, GIANTRISTANO CARAZZOLO, FRANCESCO MOTTOLA, BRAGA PIETRO. Avete le prime tre annate? L'Amministrazione della Critica è disposta a ricambiare con una qualsiasi successiva annata, rilegata, oppure con un anno d'abbonamento, l'invio che le venisse fatto della 2' o .3' annata (1891,1892, 1893) di Critica Sooiale in buono stato di conservazione.

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