Critica Sociale - Anno XXI - n. 21 - 1 novembre 1911

328 CRITICA SOCIALE la Sicilia, per esempio, è tutta per Treves. La preoc- cupazione del suffragio universale? Un po' più, forse. Ma il fenomeno, più che di partito, almeno finora, è tutto personale. Nel Mezzogiorno come altrove. Non ci consta che alcuna Sezione abbia deliberato mandati •ministerialisti. Dal Comasco porta 42 voti al Ministero un ottimo avvocato socialista a nome di 4 Sezioni; in Campania sono tre compagni, fra essi lo stesso avv. Basile, a riunire quei 124 voti, dei quali 78 della Sezione di Napoli; nel Cremonese, sono 74 voti di 4 Sezioni, sempre con un solo delegato, e nel Pado- vano, 3 delegati, per 6 Sezioni, mettono assieme quei 185 voti; così, per l'Aquilano, è sempre un solo de- legato — altro eccellente avvocato — che reca 82 voti per le 4 Sezioni che rappresenta. Un solo delegato, parimenti, ministerializza Teramo e Chieti, le altre due provincie d'Abruzzo. Ma ha soli 55 voti, fra tutte e due, contro 11 a Lerda. Dimenticavamo... i residui dell'integralismo; 1073 ovoti, rifugiatisi su un ordine del giorno Nipolini-Pao- loni-Peseetti-Zanardi, non si seppe bene il perchè; e che, nel ballottaggio, si sarebbero in parte . riversati sull'ordine del giorno Treves, e in parte astenuti. , All'Estero — dove le •Sezioni dei nostri emigrati, da tre che erano al Congresso di Milano, son cresciu- te a 35 — spira vento rivoluzionario (407 voti -contro 15). Per nove decimi è Svizzera, e il delegato è quasi sempre il medesimo. *** Il resultato complessivo del nostro scrutinio cor- regge lievemente quello ufficiale, aggiungendo 10 voti a Modigliani (1746 in cambio di 1736), 32 a Basile (1986 invece di 1954; si può essere generosi!), e, senza ombra di malanimo, sottraendone 40 a Lerda, che scende da 8634 a 8594. Queste cifre confermano il facile nostro presagio, dell'incremento rivoluzionario in seguito alla calata di Bissolati al Quirinale e di Giolitti a Tripoli. Il guadagno di 2666 voti (Milano 5928; Modena 8594) è tante più significativo, dato l'esodo forlivese e dato il minor numero dei congressisti (Milano 24.413; Modena 21,217; differenza in meno 3196). Il blocco opposto perde 4970 voti (da 17.553 a 12.583). Certo, gli assenti e i non votanti — e furono verso gli 8000 — sa- ranno quasi tutti riformisti — è nel loro costume! — ma non toglie che gli assenti abbiano torto... di esserlo. Si aggiunga che, se Bissolati, Bonomi, Ca- brini avessero presentato un loro ordine del giorno di tendenza, esplicito, invece di quel mostricciattolo, che Caperle abbandonò e Basile, impietosito, raccolse, avrebbero forse raccolto un altro migliaio di voti, in danno dei riformisti antiministeriali; e che, senza l'accentuazione antiministeriale Modigliani, è proba- bile che, dei suoi 1746 voti, una parte passava ai rivo- luzionarli. Così come andarono le cose, la somma dei voti anti- rivoluzionarii (12.623) supera di 4029 i voti rivoluzio- narli (8594). Ma, se da quella stacchiamo, com'è one- sto, i 1986 ministeriali e i 1073 integralisti — insieme, 3059 — il vantaggio, come si vede, (12.623 — 3059=9564; 9564 — 8594=970), si riduce a meno di un migliaio. Equilibrio alquanto instabile. I commenti di carattere politico li facciamo al- trove. Qui notiamo soltanto — per la verità strettamente contabile — che i rivoluzionarii esagerano forse un pochino, affermando che, senza la secessione forli- vese, avrebbero ottenuto la maggioranza assoluta. Invero, quella secessione non fu che parziale. Al Congresso di Milano potevano aderire, del Forlivese, 73 Sezioni con 1986 soci; aderirono di fatto 62 Sezioni, con soci 1774. Nove, con 189 soci, non risposero al- l'appello nominale; 3, con 108, dichiararono l'asten- sione; 3, con 40 voti, si pronunziarono per l'ordine del giorno riformista (Turati) prevalso; 13, con 391, per quelle Modiglioni, riformista di centro; 34, con 1046 voti, per quello rivoluzionario intransigente (Lazzari). — A Modena, non erano più che 13 Sezioni (delle 29 rimaste nel Partito), e ne votarono 11, con 319 voti, tutti per Lerda. — Ma, supposto pure che le 45 Sezioni staccatesi (le quali avean dato 30 voti a Turati, 108 a Modigliani, e 669 a Lazzari) esistessero ancora tutte, supergiù immutate di quantità e di qua- lità, e avessero riportato al Congresso di Modena quei 669 voti rivoluzionarii, e quei 138 viceversa, gli 8594 voti di Lerda sarebbero saliti a 9263, e i 9564 Treves- Modigliani a 9702, con un vantaggio,- pur sempre, per questi ultimi, di 439. Salvochè — sia detto per chiasso — questa diffe- renza non potesse colmarsi con un più esatto accer- tamento del reale contingente delle Sezioni. Nell'ul- tima In soffitta, un collaboratore lamenta, e a ragio- ne, che parecchie Sezioni e prelevino un numero di tessere minore del numero effettivo dei loro inscritti, non comprendendo l'importanza del numero dei tes- serai ai fini della valutazione della forza ai Congres- sir. Or bene; sulle 81 Sezioni, fra le aderite al Con- gresso, che denunciarono. soli 10 soci — il numero minimo statutario, non uno di più, al quale, quindi, salvo per qualche caso eccezionalissimo, si può dire, come si fa coi bambini, che « si vede la bugia nel- l'occhio » — prescindendo da 8, che non votarono, e indagando le sole 73, delle quali il voto ha rivelato il colore; 33, poco meno della metà, votarono l'ordine del giorno Lerda, rappresentando 1/26 dei voti rivoluzio- narli; mentre, ad esempio, soltanto 16 votarono per Treves, cioè non più di 1/44 dei voti rispettivi. Geo- graficamente, coteste Sezioni, troppo modeste, furono 26 su 212 (1/8) nel Settentrione, 34 su 389 (1/11) nel- l'Italia media, 11 su 43 (1/4) nel Mezzodì e nelle Isole, e 2 su 35 (1/17) all'Estero. r** Il Quadro LI ci presenta, come già notammo, la mobilitazione del Partito poi Congresso. A Milano, 'delle 1121 Sezioni allora segnate in anagrafe, con 32.108 soci, ne furono ammesse 851, con soci 26.847; ma ne intervennero solo 743, con 24.413 soci. A Mo- dena, le Sezioni ammissibili erano 1056; ignoriamo il numero preciso dei soci, ma ci consta che supera di alcune centinaia i 30 mila. Aderirono Sezioni 663, ottanta meno che a Milano, con voti 22.693 (voti in meno 1720). Rimasero latitanti 393 Sezioni. Delle 663 suaccennate, 59, con voti 1476, o non presenziarono, o non votarono. Rimase così un effettivo di Sezioni 604, con voti 21.217, distribuiti come fu detto di sopra. Confrontando la frequenza delle Sezioni e il nu- mero dei voti fra l'Alta e Media Italia e il Mezzodì, si capiscono a volo molte cose: fra l'altro, perchè giornale centrale abbia dovuto far fagotto da Roma. Vennero a Modena circa 350 delegati — parecchi con più di un mandato — e votarono poco più di 300. Il numero esatto è in viaggio — a piccola velocità — da Modena a Roma. IL CONTABILE.

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