Critica Sociale - Anno XXI - n. 21 - 1 novembre 1911

332 CRITICA SOCIALE depositaria (si noti) della intellettualità nazionale: è la lotta fra Turati e Bissolati, per la preminenza nel Partito, per la precedenza nell'andare al potere. Voi dite che son giochetti, il cui scopo è troppo chiaro, per denigrare e abbassare il Socialismo? No. In gran parte codesta gente è sincera: applica a noi la concezione e la pratica della vita comune della politica nostrana, dove il primato degli individui e i raggruppamenti personali formano La base e danno il ritmo alle grandi vicende della politica d'I- talia. E codesta gente decrepita, che ha portato alla ca- pitale la piccineria delle farmacie dei natii codesta gente provincialuccia, che ha immiserito Ro- ma e Montecitorio, crede d'essere moderna. E una parte dei nostri amici (qui è forse il più grave dis- sidio) s'accosta ad essa e si misura e si destreggia con essa, accettando il suo terreno e la sua scherma, se non le sue armi; é convinta d'aver progredito e di entrare in una fase ulteriore, e non vede d'estere ri- caduta nella fase vecchia e sorpassata; e stima an- tichi noi, che riaffermiamo e intensifichiamo l'opera del rinnovamento della vita politiea, fatta dalle ra- dici... GIOVANNI ZIBORDI, GINO 13AAGLICINI Per la riforma ferroviaria Note e proposte, precedute da una Introduzione di FILIPPO TURATI su la resistenza e collaborazione del personale nelle grandi aziende industriali di Stato. Un opuscolo di pag. 112, centesimi 50 (Per dieci esemplari sconto del dieci per cento) Presso la Critica Sociale. La casa oggi, la pensione domani (Per un inventore :contabile) Chi ha seguìto con qualche attenzione lo svi- luppo, in Italia, del prOblema delle case popolati non ignora probabilmente gli studi e gli sforzi, fatti per la sua soluzione — consegnati in- vari succes- sivi opuscoli e articoli e conferenze — da Sigi- smondo Balducci, impiegato ferroviario; un pas- sionato di materie contabili e amministrative con riflessi economico-sociali, e lavoratore instancabile attorno a quelle, che egli pensa essere vere trovate o invenzioni, atte a semplificare i congegni, ad ar- monizzare, a utilizzare le energie, il denaro, il la- voro, meglio che non soglia farsi, nelle aziende di indole collettiva. Il Balducci — che, in alcuni arti- coli, accennò anche a iniziative possibili per sempli- ficare e far più- redditizia l'attività burocratica della amministrazione ferroviaria, a cui appartiene — medita e, sgobba intorno al problema dell'abitazione da oltre un decennnio. L'idea nucleare *o centrale, che egli persegue; oltre l'adesione ponderata e motivata di economi- sti; finanzieri, attuarii, costruttori valenti, suscitò anche obiezioni e critiche vivaci; e consiste — all'ingrosso — in questo: nel creare o accapar- rare un complesso di case per abitazione, nel- le quali il capitale d'impianto, scambio di esau- rire in breve termine la propria capacità di ripro- duzione, riuscendo tutt'al più a triplicarsi, la man- tenga viva per un numero di anni molto maggiore e riesca a decuplicare se stesso. Egli riesce a que- sto intento, disponendo una serie di investimenti annuali, sempre lievemente decrescenti, secondo una data ragione aritmetica, e alimentandoli con una tenue anticipazione, che tutti gli inquilini do- vrebbero rilasciare all'atto della prima locazione: una forma, in sostanza, di risparmio, quasi insen- sibile, investito in modo eminentemente produttivo. Tale anticipazione o deposito, in origine, il Bal- ducci configurava in una somma di danaro, equi- valente a una frazione del costo della parte di sta- bile rispettivamente beata; e, per agevolarne la di- sponibilità alle famiglie operaie, faceva intervenire una Banca od Istituto speciale, con un'operazione ingegnosa complessa,_ che era insieme sovven, zione e assicurazione sulla vita. In seguito, preoc- cupato dalle non indifferenti difficoltà di attuazione di questa parte del sistema, la semplificò, e foggiò diversi modi di contratto, più accessibili al loca- tario comune, cui rispondono, naturalmente, di- verse quantità e forme di benefici futuri. Il sistema Balducci, del quale l'idea madre rima- ne, nei successivi adattamenti e perfezionamenti, sempre, in sostanza, la medesima, non suppone di necessità la creazione di edifici nuovi; può appli- carsi ugualmente a case che già esistono, che si pos- sono, ove occorra, migliorare e riattare, e di cui si unificherebbe e riorganizzerebbe il regime ammini- strativo; nelle sue ultime versioni, l'Autore pro- pende anzi a preferire questo secondo modo di investimento, preoccupato dal pericolo, che gli venne affacciato — e forse se n'è lasciato troppo impressionare — delle crisi edilizie, che seguono da presso la pletora delle nuove costruzioni, e che — oltre gli altri malefici che recano — avrebbero per effetto di alterare alcuni coéflicienti-base del suo sistema: il tasso di interesse del capitale e il prezzo relativo delle pigioni. Separato dal fatto della creazione di nuovi gran- diosi stocks di abitazioni, il sistema sembra per- dere molta parte della sua attrattiva; cessa intanto la speranza di un ribasso sensibile delle pigioni, dovuto al rapido incremento e quindi a un'abbon- dante offerta di nuovi locali. Vuolsi però notare che il sistema non tanto tende ad ottenere imme- diatamente e direttamente 3.l ribasso dei fitti, quan- to a conseguire altri vantaggi equiyalenti, e forse maggiori. Fra l'altro, all'inquilino fedele, assicu- rerebbe, dopo un certo periodo di locazione, o la abitazione gratuita vita natural durante, o una corrispondente pensione di vecchiaia. Ed è questa — dell'innesto della previdenza nel problema della casa popolare — il lato più geniale e caratteristico della trovata balducciana. Alla quale — appunto per la apparenza di pro- digio dei risultati che promette -- già in varie occa- sioni si appuntarono critiche, polemiche, sospetti d'errore. Ma una recente Relazione, di una Com- missione di matematici, attuarii e costruttori valenti, delegata dall'on. Luzzatti, allora Presidente del Consiglio dei ministri, ad approfondirne l'esame, (presidente il prof. Paretti, direttore generale della Cassa nazionale di previdenza, relatore il prof.. Tullio Bagni) stabilisce in modo irrefutabile che l'or- ganismo contabile ideato dal Balducci è assoluta- mente perfetto. Dubbii si elevano, invece ' di carat- tere economico, circa la possibilità del successo pratico, sopratutto sopra vasta scala, in vita delle troppe varietà, e delle imprevedibili modificazioni

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