Critica Sociale - Anno XXI - n. 21 - 1 novembre 1911

CRITICA SOCIALE 331 UN COMMENTO POLEMICO DI GIOVANNI MORDI (Politica vecchia che vorrebbe esser nuova) zione della propria coscienza inquieta, dagli ex-so- cialisti che han perduta la fede, o dai piccoli man- giapane passati agli stipendi della stampa bloccarda o massonica, per trovare una sanatoria alla loro di- serzione; che Io dicano coloro cui piacerebbe vedere Bissolati alla direzione del Secolo per trovarsi in buona compagnia, si capisce, e può passare. C'è pa- recchia gentarella in Italia, che, per fortuna nostra, é andata fuori dei piedi, la quale, il giorno che Bis- solati uscisse, per una crisi superiore di coscienza, dal socialismo, ricovrerebbe alla sua grande ombra la propria miseria morale, e griderebbe, vantando- sene, d'averlo preceduto, s'illuderebbe di avergli spianata e facilitata la strada. E dire che, se il com- pagno Bissolati avesse dei momenti di dubbio, la vista, l'esempio, il pensiero di quei tali, contribui- rebbero a fermarlo sulla nostra riva! Ma, all'infuori di ciò, è ben comico, ed è indice della infantilità della nostra vita politica, vedere que- sto affannarsi dei vari partiti intorno al Socialismo, per insegnargli come deve fare per essere il Sociali- smo, e per persuaderlo che, per esserlo davvero, deve cessare di esserlo! Infantilità miseranda, la quale dovrebbe far ri- flettere quei nostri amici, come il Bonomi, che, mi- surando gli altri da sè, pensano tanto più seria e matura di quel che non sia la politica italiana, e perciò professano e propugnano metodi che sareb- bero buoni in ambiente ben più progredito. Non solo — contro ciò che disse il Bonomi nel suo di- scorso al Congresso — non abbiamo ormai parecchi partiti entro la Camera; ma non abbiamo neppure ancora, fortemente e sinceramente costituiti, quei due o tre grandi partiti principali, che dovunque esistono e vivono di vita propria ed esprimono le genuine correnti degli interessi e la lotta delle classi. Qui ognuno vive camuffandosi dei panni altrui; e cercando d'imbrogliare il 'prossimo e se stesso. I conservatori, quanto più sono feroci, tanto più s'im- bragano nella demagogia. I democratici vivono di briciole di Socialismo, emulsionato pei loro stoma- chi. I preti fanno gli anarchici. E perchè? Perche manca l'educazione politica e morale nelle masse, che formano il pubblico davanti al quale si recitano tali commedie, e che dovrebbe fischiarle. Quei tali sotto-partiti numerosi che l'amico Bonomi vede alla Camera, e destreggiandosi in mezzo ai quali ei s'argomenta di far avanzare e avvantaggiare il Socialismo, non sono organismi politici: sono gruppi e gruppetti di piccole vanità, di piccoli in- teressi locali e transitorii, stretti intorno a individui; sono fazioni personali, di quelle che infestavano, su per giù, tutta la nostra vita cittadina e paesana, po- chi anni o pochi decenni fa, e che appestano anco- ra il Mezzogiorno, finchè una coscienza nuova di interessi vasti di classe, costituendo le correnti .pro- letarie e socialiste, non li spazzi via e non rinnovi ed elevi la politica municipale e parlamentare. Chi ne voglia un esempio non ha che da leggere i commenti della stampa al Congresso di Modena. Fino a poco tempo fa, le interne crisi del Socialismo ita- liano erano spiegate, dall'infantilismo dei grandi giornali borghesi, con la lotta tra Ferri e Turati. Era la fiaba delle antiche religioni antropomorfe, ap- plicata alla vita attuale. Oggi Ferri s'è ritirato.., in soffitta, e ai dibattiti socialisti si dà una nuova chiave, dalla gente che è In risposta ai rilievi e ai commenti dei giornali borghesi al Congresso di Modena, questa volta to- gliamo di peso un articolo di Giovanni Zibordi, dalla Giustizia quotidiana, 24 ottobre. Di regola evitiamo al possibile di riprodurre: ma davvero, a questo proposito, non sapremmo dire, di nostro, nè altro, nè meglio. Non è ancora quetato il ronzio dei mosconi e delle vespe intorno al Congresso di Modena. lì la stessa ad ogni Congresso. Questo socialismo moribondo fa ben parlare di sè, tutte le volte che si raduna-! E ogni volta sono le medesime storielle che vanno in giro, con appena la frangia mutata, come vesti di ragazze di famiglia povera ma « civile ». — Il Congresso fu inconcludente; il Congresso non fu sincero; il socialismo italiano non sa quel che si voglia; a rinnovarsi o perire ». E tutto questo perchè? Perchè il Congresso non deliberò quello, che avrebbe fatto comodo agli altri, ai non socialisti, che esso deliberasse! Avessero almeno costoro un po' di furberia! Che diano consigli al socialismo; che gli insegnino — i conservatori o i democratici — ad essere socialista; che gli prescrivano come dovrebbe pensare ed agi- re.., per avere la loro approvazione, è abitudine an- tica. Ma un poco di decenza, per coprire il gioco, se non altro! I conservatori, che vorrebbero rovesciar Giolitti e il suo programma, dandone la colpa ai socialisti, .per screditarli in faccia alle masse, avreb- bero voluto che il Congresso votasse l'opposizione al Governo assoluta, recisa. E perchè l'ordine del giorno approvato lascia aperto uno spiraglio a un ministerialismo che salvi, non il Giolitti di Tripoli, ma le riforme e il suffragio di Giolitti, strillano che fummo incoerenti ed equi- voci. I democratici, che. vorrebbero portarci via Bisso- solati, Bonomi, Cabrini, per rimpolpare le loro file sparute; che vorrebbero il socialismo diventasse una democrazia sociale, per poter gridare vittoria e dire che hanno sempre avuto ragione loro predicandoci dia 20 anni che il socialismo.., è la democrazia, e elM essi « son più socialisti di noi », avrebbero de- siderato che il Congresso deliberasse ministerialiàmo ad oltranza, ministeriabilismo immediato, con un po' di Tripoli per condimento. E, perchè il Congresso deliberò altrimenti, biascicano amaro e continuano a sermoneggiare che noi.., non sappiamo come si fa ad essere socialisti. Il che, tradotto in lingua povera, e benchè paia un bisticcio, significa: che noi non sappiamo essere dei veri socialisti, perchè conti- nuiamo ad essere dei socialisti. Precisamente. Badate al contegno che adoprano con Bissolati. Tutto il loro sforzo (e non dei demo- cratici solo) mira contemporaneamente a questi due fini, così profondamente contraddittorii, che solo la loro ingenuità o il loro accecamento può non veder- ne l'incoerenza: — dimostrare che il vero socialismo è quello di Bissolati, o meglio quello che essi attri- buiscono a Bissolati; dimostrare che Bissolati è sem- pre meno con noi, e va sempre più con loro o verso di loro... cioè, che non è pia socialista. • Ora, che questo sforzo sia compiuto, per consola-

RkJQdWJsaXNoZXIy