Critica Sociale - Anno XXI - n. 20 - 16 ottobre 1911

306 CRITICA SOCIALE dell'inquisitore? Chi, in quest'ora di chiamata a raccolta, ha bisogno di allontanare da sè il com- pagno più fidato di ieri? Perocchè egli pensa altro pensiero dal mio. „ Ohi luce del socialismo, che fosti, prima d'ogni cosa, luce di pensiero e di libertà, luce di ricerca indefessa e di discussione, risplendi tu sulle fronti, e inanimisci costoro, che si credono dei conseguenti, e son dei pusilli ; certo, non ne hanno il sospetto. Fa ch'ei sentano che non è qui nè il convento, nè la caserma; che l'idea, che pretende scomunicare l'idea, si confessa — per ciò solo — debole, caduca disfatta. LA CRITICA SOCIALE. LE PROPOSTE DEI SOCIALISTI RADER Poiché tutto fa credere che sarà, a un dipresso, sulle formule votate dalla Sezione socialista mila- nese — o su altre approssimativamente equivalenti — che si impernierà la principale discussione del Congresso di Modena, teniamo a qui riprodurle nel loro testo completo e definitivo, tanto più che in altri giornali, e nello stesso Avanti, in grazia del- l'inevitabile disordine dovuto al suo recente tra- sferimento, subirono un sabotage non indifferente. E le faremo seguire da qualche commento. Ministerialismo e partecipazione al potere. " Il Congresso, considerando: che le riforme socialiste — dirette, cioè, sia pure per gradi successivi, alla socializzazione dei mezzi di produzione ad opera del proletariato — presuppongono in quest'ultimo la coscienza, man- tenuta vigile, degli antagonismi di classe, e una lotta assidua, intesa a rinforzare sempre più le energie del proletariato per le sue conquiste di classe; che, pertanto, è antinomico alla essenza stessa del Partito socialista il concetto di una politica di patronato, o di uno Stato-provvidenza, che quelle riforme largisca, e quindi ogni atteggia- mento il quale — vincolando il Partito a qual- siasi Governo per la facile promessa di qualche riforma democratica o sociale, e paralizzando di conseguenza l'opera di organizzazione, di edu- cazione politica, di agguerrimento del proleta- riato — non può risolversi se non nell'abdicazione del Partito alla sua funzione specifica e nella sua inevitabile degenerazione in una democrazia so- ciale; che, viceversa, le grandi riforme, che rinfor- zano e agguerriscono il proletariato nella sua lotta di classe, maturate nella coscienza popolare, e assunte dalla rappresentanza socialista parla- mentare per essere portate al cimento della com- petizione dei vasti partiti in Parlamento, possono autorizzare il Gruppo parlamentare — per la implicita necessità di f;or valere la volontà popo- lare — a sostenere un dato indirizzo di Governo; dichiara: assurdo un sistematico ministerialismo del Gruppo parlamentare socialista; a maggior ragione, incompatibile, in mas- sima, colle direttive e coi bisogni del Partito la partecipazione di alcuni suoi uomini a un Go- verno borghese; che, quindi, la partecipazione di un socialista a un Miniqero borghese lo eliminerebbe automa- ticamente dalle file del Partito. L'affiatamento opportuno. Ferma restando la liber là e la responsabilità del Gruppo socialista parlamentare per tutto ciò che attiene agli atteggiamenti tattici dipendenti dalle improvvise e mutabili situazioni parla- mentari; Il Congresso ritiene: che, quando si tratti di assicurare a un de- terminato indirizzo di Governo l'appoggio con- tinuativo del Gruppo — sempre in via eccezionale e in base ai criteri su espressi — sia opportuno che la relativa deliberazione venga presa in con- traddittorio e d'accordo con una rappresentanza della Direzione del Partito e con una rappresen- tanza della Confederazione del Lavoro, colle forme e modalità da determinarsi fra i tre enti suindicati. Il distacco dal Ministero. In conseguenza dei criteri espressi nel prece- denti ordini del giorno, il Congresso ritiene: che, essendo ormai irrevocabilmente posta la questione del suffragio universale, che trionferà e sarà veramente utile unicamente se il proleta- riato fortemente lo vorrà e ne intenderà vera- mente l'importanza e il valore; in seguito alla impresa di Tripoli, che tende a rendere impossibile qualunque efficace politica di riforme democratiche e sociali; non possa e non debba più oltre il Gruppo socialista sostenere sistematicamente, coi propri voti, l'attuale Gabinetto. IV . La riforma della Direzione del Partito. Una quarta ed ultima deliberazione esprime il voto — che attiene formalmente al § i° del Pro- gramma dei lavori del Congresso (Modificazioni allo Statuto), ma sostanzialmente si connette al 2° degli Ordini del giorno più sopra trascritti -- che venga riformata la Direzione del Partito, nel senso di farne mi organo più agile, più vivo, più affiatato, dotato di più pronta sensibilità ed atti- . vità politica, riducendolo a cinque soli membri. E' certo che, fra le molte assenze che si lamen- tano nel Partito socialista, forse non mai quanto ora fu notata e lamentata l'assenza di quello che dovrebbe essere il suo maggior ganglio nervoso, pensante e stimolatore. E — data la composizione statutaria e i criteri che presiedettero alla sua genesi — è altrettanto naturale quanto inevitabile. Un'assemblea di 15 membri, in 12 dei quali — a parte, cioè, il Segretario, il Direttore dell'Avanti!

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