Critica Sociale - Anno XXI - n. 15 - 1 agosto 1911

226 CRITICA SOCIALE sindacalismo tenta minacciarlo; che il democristismo ne è la inane parodia; che le sue ragioni, infine, di lotta e di vittoria, rimangono intatte...; e gli ungete i piedi e la fronte coll'olio santo! Lo misurate al Sindacato; dite che questo, ora- mai, basta a se stesso; non ha più bisogno del so- cialismo. Fosse vero! (Voi invece soggiungete: pur troppo!). Ma tacete che il Sindacato sarà tutto col socialismo, nulla, assolutamente nulla, senza esso; e il Sindacato o lo sente, o lo apprenderà dall'aspra lezione dell'esperienza. Questo, se non lo taceste, vi rovinerebbe la tesi! ir** Perchè la vostra — dal Colucci illustrata splen- didamente — altro non é che una tesi. Fecola, nello stile originario; poichè anche lo stile è rivelatore: — Quel che manca, irreparabilmente, oggi, al socialismo, è l'anima; l'anima antica; l'anima pri- mitiva; orientatrice e fecondatrice di intime; clic si raccoglieva e si espandmù. solleeitala dal fascino di una rivelazione improvvisa; si ripiegava a sivutare, al di la della nionela •orrerile del lame e del male, le rag-ioni lidi di isia vita superiore; che \ pile\ a nella lotto di classe il mago soni.erancii di prodigiose 1,dingenesi; che - si cibava di fede, lii la pura fede li pochi, di un attivo misticismo che iiessuna effetiliazione contaminava... Dispersi — lo ammetteva anche la Critica — quei « miraggi fantastici dell'ora prima », la forza spirituale. la virtù d'espansione morale del socia- lismo, e \ aporavzi con essi. Il si ciclismo è finito_ almeno pel quarto d'ora (1). Ogni tesi ha un'antitesi. Oggi la formuliamo. La illusirererno via via. -- Noi pensiamo che. per Inno coleslo. giusrap- e soltanto per colesle cagioni, il sociali- smo i ive e vivrà. Il meriggio non può avere le co- loravioni dell'alba. I « fantastici miraggi », neces- sari a suseilito; il vi:lino' aSSI ,ifilal0 e • a spingerlo in cammino, lo oggimai,stiro lii già s'è allenato e inoltralo, e sa cogliere alle siepi i frutti saporosi del quoin Cotesta no- stalgia di un mislicismo superalo e anacronismo di spiriti troppo tormentati, che si allardano a ri- muginare il passato, che non ritorna. Il folto del socialismo li ha sopravvanzati. Non se lo tr‘)vano più accanto. Non avrebbero che da accelerare la Sono le orgie, e le seguaci espiazioni, del peli - siero vagalmndo, avulso dalle cose concrete, cbe si crede autocniuo e si avvolge in se stesso. La sal- Vezza, i/ contrae/Acuii, sta ielLizione. realmenle, sola, genera il pensiero, lo alimen- ta, lo controlla, lo feconda e se ne feconda, lo av- vince alla [erra. razione ha crisi, stanchezze, smarrimenti, sosle. riprese, che il pensiero asiratio non sa. (lue- siti si smarrisce sei cieli. poi s'inabissa; quella si indugia ad iigni passo, incespica, barcolla, spesso dee rifare il cammino; nia iirocede per le vie se- guiate. Pone termini; solca canali; fa la storia; rin- nova la vita. La vita, che è invincibile; — la vita che è, sola, immortale! LA CRITICA SOCIALE. IO È notevole — e dovrebbe dire qualche.)ou all'acuto spirito dei nostri collaboratori —li fatto clic, di tutta questa.... mitologia, chi più sì allegra sono i socialisti cristiani. lieti commentano: ma è quello che noi — soltanto con un tantino più di logica — abbiam sempre proclamato; tutto questo è la religione; tutto questo siam noi! „ Leggano Colucci e marchion le glosse, ai loro scritti della Critica, nell'ultimo fascicolo (31 luglio) della Sinistri internazionale dt scienze scolali del Talamo e del Toniolo, a pag. 351 e seguenti. E poi ci pen- sino su. GRANDEZZA E DECADENZA DEI SOCIALISK L FEBBRE DI CRITICA. Il socialismo freme anch'esso in una crisi di rin- novamento. L'ora è propizia. Una prodigiosa revisione di va- lori ferve intorno a noi, accorata, incessante. Da un capo all'altro del mondo, la filosofia lancia la parola d'ordine del raccoglimento, del riesame, della rielaborazione. È un domani, ma é anche mia vi- gilia. L'uomo si è come arrestato nel suo cammino faticoso, per chiedersi la ragione, il contenuto, la funzione dell'opera sua e del frutto di quest'opera. In meno d'un secolo, egli ha penetrato, rovistato e dato fondo a l'universo; ha formulato leggi, ha co- strutto teorie, ha distrutto fedi, ha rivoluzionato lo spirito. Lacerata violentemente l'antica, ci ha dato una nuova carta di valori, ce •l'ha raccomandata, ce l'ha fissata nella coscienza, a permearla, a saturarla. E noi, accettandola, ne abbiam fatto la nostra atmo- sfera respirabile, ne abbiamo vissuto, ne- abbiamo inorgoglito, ne siamo diventati difensori e paladini... Oggi, quella inagna charla, a cui noi giuramnio fede, mostra le incrinature e le consunzioni della vecchiezza. Oggi, da un centro nuovo di vita spi- rituale, si diffonde una voce insolita, ch'è di critica, e anche di negazione: una voce che mette lo scorti piglio nelle vecchie idee, che scuote e minaccia di scardinare gli antichi principi, che chiama in fretta a raccolta, alla difesa del sudato patrimonio intel- lettuale, che obbliga, quando non lo si voglia per- duto, ad uno sceveramento di elementi, col vaglio scrupoloso del riesame critico, della rinondeiazione dottrinale, della rielaborazione filosofica. .In ogni • campo del pensiero umano, oggi, arde codesta febbre di revisione: essa raggiunge talvolta il furore delficoiniclastia. I correnti valori — filo- sofici, scientifici, estetici, etici, sociali — sono pro- fondamente alterati, non di rado invertiti. Non sem- pre l'oro è salvato dalla sepoltura che accoglie le scorie. La selezione si compie con rapidità e con ebbrezza di trionfo. Lo spirito, che si profonda in se stesso, sembra diventare un eroico distruttore. Nel suo soffio ardente, tutto pare avvizzire ed ince- nerire, volteggiando. Il bisogno di critica si trasforma spesso in un bisogno di demolizione. Il verbo è: negare, superare. La vittoria non ha limiti. Basta la parola, perchè il fatto sia compiuto; perchè tutti vi credano e vi giurino. La misura non esiste più. La critica si fa passione. La passione supera se stessa: diventa mania. N'è preso il sommo, come il piccdlo. Tutto il mondo è negato. È una corsa frenetica: il primo che nega ha un premio di più. 2. L'ASCESA VITTORIOSA. Ma lasciamo da parte le esagerazioni. Anche il socialismo è stato proclamato -- nel suo contenuto filosofico — come irrimediabilmente su- perato. L'affermazione ha un fondamento di verità, in cui tutti convengono. S'è niolto disputato, a' suoi bei tempi, se il socia- lismo fosse tutta filosofia, o quanta ne contenesse, o se ne fosse del tutto immune. A vederlo, oggi, così inopinatamente « superato'', c'è proprio da dire ch'esso n'è tutto imbevuto. E nessuno, infatti, può contestare che il socialismo abbia rappresentato, e rappresenti ancora, una par-

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