Critica Sociale - Anno XXI - n. 11 - 1 giugno 1911

168 CRITICA SOCIALE e modesto: si tratta, ormai, d'illuminare il prole– tariato sulla via ch'esso segue per pratica; o d'in– dicargli, tuU'al più, nel continuo mutare delle cir– costanze sociali, la via ch'esso debba immediata– mente seguire. La mèta è, così, lransfusa in codesta via; è raggiunta ogni giorno un po'; diventa mobile come il nostro cammino, inarrestnbile come il no– stro desiderio. Il socialismo si fa forza, vita, storia. L'espressione di Antonio Labriola, che il socia– lismo sia una filosofìa dell'azione, era prematura allorchè fu della, perchè il movimento operaio non era ancora fìumana incoercibile, e le Lcoriclie del Marx mostravano appena le prime incrinature. Oggi solo, essa racchiucle una verità piena. Dive– nuto il movimento dei lavoratori concreto ed effi– ciente, disLrulla la maggior parte delle doLtrine marxistiche, il socialismo s'è ridollo alla teorizza– zione delle at.livilà pratiche ciel proletariato. Come questo procede per una serie coordinala di espe– rienze successive, il socialismo idealizza e com– pone in precetti l'utile· risult::ito dei var-ì tentativi, dei varì momenti, delle varie Lappe di quel pro– cesso. Il suo scopo precipuo sta nell'accrescimento della forza operaia, nello sviluppo delle capacità ciel lavoro. Così una questione di forza e cli capa– cità arde nel suo seno. Occorre oggi cli sapere, non più ciò che il proletariato debba essere, ma soltanto ciò che possa essere: in rapporto, sia pure, a ciò cui aspira, a ciò che vuol essere. :Ma, come volere non è ancora polere, e, peggio, può essere un sernplice desiderio, cui la fede ponga la maschera della volontà, così all'odierno socialismo interessa solo la polcma reale della classe lavora– trice, solo la sua capacità economica, tecnica, mo– rale, solo la sua volontà concreta, deliberala e pronta all'azione; e, ad interpretare e sviluppare codeste doti, esso impiega tutte le proprie energie, esaurisce tutti i propri suggerimenti, dedica intero se stesso, al cli qua delle teorie, al di qua delle nebbie ideali, al di qua dei miraggi seducenti, dai quali esula la vita e non diviene storia. La trasforrnazione pratica del socialismo ha tra– sformato altresì la natura dei suoi clissid1 interni e della loro composizione. Oggi non più battagliano comnnisti e collettivisti, socialisti agrarii e socialisti industriali, socialisti di Stato e socialisti democratici; non più s'azzuffano, in sterili torneamenti, teorie e dottrine contrastanti. Non pi_ù, oggi, il socialismo svaria lo splendore de' suoi sogni e si consuma nel farli più leggiadri e più fulgidi. Oggi esso opera, più clic non pre– veda. Prevedere è vano, perché impossibile, pet'chè superfluo all'azione. Le forze sono dietro cli noi, e dinanzi non è che l'ignoto. Se noi sapremo va– lutare quelle forze, irrobustirle e renderle allive nel senso del loro appagnmento, noi avremo sicu– l'amente gettato un ponte verso l'avvenire, qualun– que poi esso sia, nella concretezza dei suoi parti– colari istituti, nel tessuto della sua molteplice vita. 1, questo, pel socialismo, il c6mpito dell'ora pre– sente; e questo sarà, sempre più, il suo c6rnpilo futuro. Ecco. perché oggi sono gl'indirizzi pratici a con– tendersi il terreno: sono il riformismo ed il sin– dacalismo. Benchè solo il primo apertamente ma– nifesti la propria indole, a differenza del secondo, D'.1cora aduggiato eia vellcitù Leoriche ed imbevuto dt formule astratte ed assolute, nondimeno entram– bi svolgono la propria attività nel campo concreto dei fatti. E, se pure una qualche antitesi doltrinalc sembra dividerli e dilaniarli, essa in reallà si ri– duce, senza il volere e la consape\,olezza degli \ ~iblioteca Gino Bianco uomini, all'antitesi di due diverse fìlosofìe della pratica, al conflitto vivo e vibrante di due opposte precellist.iche, cli due forme distinte di prassi OP¼,raia. La crisi pratica del socialismo è ormai tutta qui: in queste due cliffercnli e, alle volle, contrastanti concezioni dell'azione della classe lavoi-alrice. Or– mai son due indirizzi concreti a muoversi Querra e a disputarsi il monopolio della cura proletaria; non più due principii teorici ad accapiglia~-si per decretare la corona del trionfo al vincitore. La loro contesa, solo formalmente teorica, vive nei fotti e per i fatti, trae continuo alimento dalla reallà pe– l'ennemcnte rinnovantesi, cd opere cli reallà pro– duce nel circolo eterno della propria esistenza. Lungi dal perpetuarsi nello ·sterile g·iuoco della pura dialettica, essa, nala dal fiollo della vita, vi ritorna in creazioni di vita. La sua origine deter– mina la forma della sua dissoluzione. Essa s'ac– cende ed arde, non per spegnersi poi, inutile c. dimenticata; ma· per risolversi nella pratica, per essere utilizzata e negata dal progredire ciel pro– letariato, dall'incoercibile azione della classe lavo– rntrice, che sviluppa e compone la propria storia. E l'azione combina e confonde e distrugge in sè ogni precello. Segna la Une d'ogni rilosofìa: senza preferenze e senza timori. l~ l'iconoclasta indoma– bile, l'eterna rivoluzionari::1. Così la prassi ope– raia climinn in se stessa il dissidio fra sindacali– smo e riformismo. Senza tregua, in sè compone e concilia gli opposti. Mali?.iosamente, si compia– ce, ad un tempo, di srnentir·li lutti e cli dare a tutti r'agione. A nessuno la vittoria inter.a, a nessuno il predominio. rvra ad entrarnbi il vanto e la gioia cli collabornre al suo t,·ionfo, al trionfo ch'è solo e lutto suo, cioè della vita e della storia. Perchè l'interesse cli classe non si soddisfa nè nella linea ciel sindacalismo, nè in quella del rifor– mismo; ma, come da se stesso si genera, si sod– disfa da se stesso, seguendo la li1lea che l'istinto e le circostanze suggeriscono, e che può essere l'una o J'altra di quelle, o può esserne la risullante, o può essere addiritLura estranea, nuova., non pre– veclula, nè preordinata. Nondimeno, quei due in– diriz:,,.i conservano il loro caraLtcre di filosofìn del– l'azione, e tendono senza posa a provarlo e n ri– temprarlo nl continuo contatto con la realtà, rico– noscendo e dimostrando ognora che il proprjo scopo non è stabilire veritù, ma suscitare e aiutare l'azione. Il socialismo, che in quelli indirizzi oggi tutto si esprime e si riassutrie, s'è fatto pragmali'sta. Ma rton lo dice; forse _neppure lo sa: appunto per que– sta. sua nuova arnrna, che lo rapisce alla mcdita– zior~e, per lanciarlo nei vortici della vita vissuta, a riempirla di sè, ad intesservi la trnma falicosa della propria storia. Tu1-uo CoLUcc1. Ancora per la statificazione dell'assicurazione-vita Mentre gli assicuratori privati, e rnolLi loro ag-entì o cointeressati, inlcnsific::1110 l'agitazione - cÙper- 1.ae palese - contro l'annunciato intendimento del !\ 1 [inislero cli sottrarre questo ramo di previdenza al la speculazione e di farne un primo apporlo alla futura_ assicu_razione obbligatoria per le pensioni operate, a not seguitano a pervenire scritti e tesli– monianze cli competenti e cli pratici - pur troppo i più, vivendo di quel pane, non possono svelar'c l'essere loro - che ci incitano a farci paladini di

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