Critica Sociale - Anno XXI - n. 11 - 1 giugno 1911

CRITICA SOCIALE 167 nostra psiche (mano mano che si evolve e si raffina) di ordinare la materia grezza, quale è data dall'espe– rienza, in una sintesi ideale sempre più elevata e consona ai bisogni e alle aspirazioni dell'universalità degli esseri umani, e non di una piccola parte di essi; così può affermarsi che anche il socinlismo è una elaborazione mentale di una realtà politico– economica, plasmala su di un ideale, che, sinteti– camente, può appellarsi giustizia sociale. In Lo.I modo, l'idealismo critico del socialismo si riduce a un realisn1o idealistico, che Lien conto tanto dell'esperienza est.orna, quanto delle esigenze supre– me della ragione e della coscienza. Idealismo, che condanna le fantasmagorie utopistiche, e che impe– disce al sooialismo di perdersi nel piatto empirismo e opportunismo (!). Per concludere: a parte la questione se possa esi– stere e funzionare w1 parli/o di classe (il che si può impugnare), il partito socialista (che non è un partilo come tutti gli altri, ma che deve tendere alla trasfor– mazione sociale) non può nè deve esser soltanto il difensore e tutelatore degli interessi operai; non può, nella sua azione, attenersi al metodo della lotta di classe, perchè questo metodo venne proclamato in base a premesse, che poi si sono dimostrate false. Potremo usare fin che si vuole la parola lolla di classe nei comizi e su pei giornali, ma con signifi– cato ben diverso da quello usato dai marxisti a de– signare la lotta politico-economica del socialismo. 11 partito socialista ha una funzione sua specifica da compiere accanto a quella delle Leghe e Federa– zioni di mesilere; ma, in questa funzione, esso non può non attenersi a una concezione idealistica: essere la molla e il focolarè d'irradiazione di una elevata idealità, quale è quella della giustizia sociale. In que sta funzione esso deve basarsi e fare assegnamento su una sfera più ampia di quella che segna il limite delle classi· operaie. li partito socialista, se non vorrà essere assorbito e annientalo da altri organismi, se non vorrò essere un semplice meccanismo per la. coIYquista e la con– servazione di mandali elettorali, acquisterà e serberà prestigio, alla lunga, solo nella misura in cui avrà la capaciU1 di essere, a fatti, non solo a parole, il difensore della giustizia sociale, contro tutto e con– tro lutti, eventualmente anche contro intere categorie di operai, che cercassero di ledere - nel nome della lotta di classe - gli interessi e i diritti della mag– gioranza. f. cosa assm·da voler raggiungere dei fini con mezzi inadeguati o contrarii ai fìni stessi. Il partilo socia– lista ha una fìnalilà idealislica; anche i mezzi devono essere idealistici. La lotta di classe è inadeguata per due ragioni: perchè si basa su false premesse, e perchè deriva da una filosofia meccanico-materiali– stica. Bisogna quindi conformare la pratica alla finalità. Una pratica idealistica non può essere che un'azione innessibilmente conforme alla giustizia sociale. Siccome l'argomento merita qualche ulteriore os– servazione, così rimetto ad altro numero il comple– tamento dell'articolo. ETTORE M AR.CHIOLI. (IJ Secondo la mia oplnlone, ora, anche la,eollaboraziont dt classe a Intermittenza è un metodo empirico; può essere un comodo espe– diente, ma può anche BCrvlre di glust1fleazlona al peggiori opportu• 11isml o alle più allegre g!ra,·oltt', a danno, ln dcfln!tlva, dell'Ideale cui si aspira. BibliotecaGino Bianco IL NUOVOSOCIALISMO La crisi teorica del socialismo si risolve or– mai nel ricorso all'azione. ln principio fu il verbo. Poi venne la pratica, difiicilo, complessa, avvicen– dala. Sgorgala furtivamente da mille fonti diverse, si compose in unità fluUuosa, e s'ingrossò per via, impetuosa, imponente, inarrestabile, lasciando die– Lro di sè, dimenticato ed inutile, il fantastico ca– stello delle dottrine. Il socialismo ritrovava final– mente il suo letto più proprio: solo operando po– teva vivere e, vivendo, diventare storia. Dal momento in cui si fece prassi, dal momento in cui, come riflesso ideale, si ridusse ad essere una filosofia dell'azione proletaria, il socialismo non potò più essere confutalo, ma restò invitto e pal– pitante sul terreno dei falli. Esso è ormai la realtà d'ogni giorno, d'ogni ora, d'ogni istante; vita vis– suta, ele,nenlo della nostrn storia: nella quale si immerse, a fecondarla, a saturarla, a modificarla, allorchè ebbe vita la prima organizzazione operaia, cioè la prima coesione, la prima coscienza, la pri– ma lolla della classe lavoratrice. Da quel momento, la sua pura esistenza teorica cessò, e cessò quindi la possibilità e la ragione d'ogni sua confutazione. Da quel momento, ebbe origine la sua esistenza nialeriale, contro cui il ragionamento è vano e la dialettica si frange e rovina. Percltè nUlla c'è da obbiettare al socialismo, che, attraverso i fatti, im– periosamente afferma se stesso: « sono perché sono>>. Ma tal carattere pratico del socialismo - per cui i socialisti pratici acquistano importanza maggiore rispetto ai teor.ici; per cui Marx agitatore diventa più fecondo, se non più grande, di J\ilarx dottrina– rio - tal carattere pratico, che sin dalle origini nitidamente apparve, è stato rilevalo solo da poco: da quando il rovinare delle Leorie ha fatto con sor– presa constatare che il socialismo restava. Che cosa allora ruinava? Spariva per sempre il socia– lismo dal mondo, o si dileguava soltanto una sua evanescente forma ideale? No: il socialismo vive– va: viveva profondo nella tendenza clegl'interessi e nell'anelito degli animi; viveva fecondo nei con– [iitti economici, nelle tenzoni politiche, nell'almo– sfern lulla della storia contemporanea. Era, dun– que, il suo riflesso mentale, il concetto che di esso si costruiscono gli uomini, il suo cristallo ideale simmetrico e rilucente, il quale si sgretolava e si polverizzava. Restava e vibrava giù, nel fondo, co– me precipitato chimico, un tessuto organico di fotti, cli vita, cli storia. E questo era il socialismo; e, crescendo, svilup– pnnclosi, compiendosi 1 sarà il socialismo. Combat– terlo non si può più col dimostrarne infondate le teoriche, illusoria la saldezza deJle costruzioni ideali; ma, invece, con l'cl'igergli di fronte falli vissu,ti e rcal!à piene, col contendergli e strappar– gli, palmo a palmo, il terreno della storia. Contro il fallo non vale che il folto. Il socialismo non do– manda più battaglia nella nebbia delle idee, ma sulle asperità della terra. li suo campo s'è spo– stato ccl abbassato, s'è adegualo al suolo, s'è con– fuso con la vita. Indarno lo cerca e vi si prova chi eia! limbo delle chimere non scenda· nella realtà dei folti, in cui il socialismo s'è incarnato per non più partirsene. Nella sua irnmediala proiezione· spirituale, co– desto socialismo diventa una Jìlosolla dell'azione. Non pili astralle disquisizioni sulla sua « giustizia economica,>, non più dimostrazioni computistiche della sua ragionevolezza, non più calcoli di pro– babilitù sul tempo e la forma del suo avvenire. Il c6mpilo naturale del rinnovato socialismo è preciso

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