Critica Sociale - Anno XXI - n. 6 - 16 marzo 1911

CRITICA SOCIALE 85 Non è il caso qui nè di discutere i criLcrì gcncrnli dell'imposta, nè di scegliere tra i \•nr'ì metodi con– crei i adollali nella pralic::i. Basterà aver segnalala la necessil:\ di un'indngine 1 e anche di un esperimento, che ,•nlga a risolvere i vari dubbi, sorti e che sorgono, sulla bontà del si– slemn, che il legislatore il.alinno ha adottalo colpendo le aree fabbricabili. Con ciò, e dando al problema dcll'nrea una grnndc impol'lnnzn, noi non vorremmo cadere nell'errore di qucl!i, che mettono non solo in rapporto clircllo i! cre– sciuto prezzo degli affìll.i col cresciuto w1.lore delle aree, ma credono che, risolto il p1·oblernn. dell'nrcn, sia, a un dipl'esso, risoli.o quello del rincn1·0. Ad cccczio11c di alcune ciltà, in condi7.ioni ecce– zionalissime, Gcno,·a, ad esempio, e Venezin, le ::!lire potc1·ono e possono ovviare nl rincnro dcll'al'ca con una politica propria delle aree o con una politica dei t.rnsporti. Noi possinrno valutnrc 1 anche in lire e centesimj 1 , qunl'è e quale' può essere l'incidenza elci prezzo del– l'arca, suil'affìtlo o, se si ruole, sulle quote di ac– quisto. Fnccinrno il caso del Belgio, cli unn piccola casn del rnlore di 5.000 o 6.000 lire, dola in ammorlamenl.o srmplice, e ,c;;upponinmo due casi: lcrreno n IO lire il metro qunclrnlo e terreno a 20 lire: 100 melri quadrali, costo lire IOOO, costruzione lire 1 1.000, quota annua lire 300; 100 metri qundrnli, costo lire 2.000, costruzione lire 4.000, quota annua lire 360. E questo è il caso più sfa,·01·evole, perchè l'aumen– to del costo del terreno caJe per int.e!'O sopra un nl– loggio solo. Facciamo ora il caso di una Cooperalivn per im– piegati, quella di Torino, che costruisce un fabbri– calo per afnllo. Primo caso: Te1-reno, 5.000 metri quadrali a lire 10, lire 50.000; Coslru,.ioni, lire 900.000: Cnmerc costrulic 500, lire 1.900 in media per rn– mera; Afilli.o (nl 7 per cento) lil'e 133 all'nnno. Secondo cr1so: Trrreno, 5.000 metri quadrati a lire 20, lire 100.000: Cosll'uzioni, li1·e 900.000; Camere cosln1Uc 500, lire 2.000 pùr camera; Afnllo (al 7 per cento) lire 140 all'anno. Se, nel pr·imo caso, per ottenere il tenono a mi– nor costo, si deve fabbricare alla periferia, l'utile può essere, per intero, assorbilo dal mezzo cli lrus– porlo. Con ciò, ripcti:1mo, non Yogliamo negare la grande importanza del problema delle aree, ma solo UYYCr– tirc che non sì dee fare esclusiva fidanza nella sua soluzione per la risoluzione ciel problema della casa. Concludendo su questo: è da incoraggiarsi la po– litica comunale delle aree, merita qualche ritocco la legge sulle espropriazioni per pubblica utilitù, per rendere più facile, esscnzialrncnlc ai Comuni mi– nori, l'esproprio di terreni a buon mercato per le case popolari; è da csaminnrc la imposta sull'inct·e– menlo del valore dei terreni. Però è da nol:Ji'e subito che questa nuoYa imposta gioYer:ì sorraluito a rin– forzare le fìnanze locali, e solo in modo indireUo po– lrù giovare ol problema clclle case popolari. GIULIO CASALINI. Biblioteca Gino Bianco MmA~RIA f BRnmAHrnrn 1 ft~MAfiffA nr. I pvoblcmi delbracciantato. lapermanenza i Romagna diuna categoria numerosa dibraccianti coslituisce unf nomeno patologico. Nelle regioni, in cui la mezzadria non esiste, od esiste accanto a f'orrne di conduzione diretta o per fitti, ivi la permnnenza di un hrAcciantnto 1 entro certi li111i1,i, si comprende. L'avvent.izio agricolo si può infatti conr.epire - almeno i11 parte - come una. con:seg-uenza della. conduzione diretta. Questa, invero, si serve dei salariati: dei quali un certo nt1111ero ~arfl fisso, ma un certo altro numero sarà avventizio. L'avven1iziato divent'a allora una delle cond1zio11i normali del sistema (1). · Ma ben diversa si presenta la cosa in quelle re• gioni, nelle quali ht moizaclria è la base dell'agrj– colt11ra. 'l\tli regioni, in Hali,1,, sono tre: la Toscana, le Marche e la Romagna.. Ora, le prime due non prese11rano il feno111e110di un braceiantuto pernHL· nente. Solo la Hornttgn,i dà luogo alla coesistenza delle due t·ategorie, tlei rnczz,Lclri o dei braccianti. B,tsta questa osset·va7,iono ba.nsle a persuaderci che l1e~i~tenza. di un bracciantato perrnamrnte non costi– tui1iCe l'ell .. etto necess,trio del sistema della mezza– dri..i. fnvero, se eiò fosse, noi dovremmo trovare u11 bracciantato permanente c1nchc nell11 Toscana e nelle 1\l11rclle. Qunli ,ono le cause di questo fenomeno, proprio alla sola. H.011rng11a? J,a pi i111,t causn, che è comune, sia pure in diversa rnis1m-1, a turte le parti della. Ht)111agna,si scopre fti.• cil111en1e. l:faMn os:wnclre per 4uale 11rocesso la. To• sca11a e Je .J[archc haunu e•:1tarn la funnaz:one di un hnu·ci;111tato pen11a11e11te. Poil'liè la terra c•o~tiruisce 1111 hene caratterist.ica· nwnte limitato, è intuiti,·o che, quando in una certa zona la JJop«,hizione agricola. cre:-;ce, deve venire un mo~nento jn cui essa, Jwl' quoc111to la coltiva;,,iune si inteusifichi, 11011 puù più t,ovare un laroro continua– tivo ,wi campi. Pcrc·iò, se 11in(1u;itria. locale 11011 si sviluppa, o, per lo l!lt·110, unn :si :-;viluppa in tale mi– sura. da as..;orhire la popolaziuue agricola sovrabbon– dnnte. dh·enta indh•pensaldle la emigrazione. È que– sto un fatto, elle, selihene con diverca misura per le due categorie, rimtt.ne in genende vero, tanto per i mezzadri, Qlll:t.Hto per i braccianti. Soltanto esao ri– sulta. J)iÙ, t'f'1"0 - diciamo così - per i braccianti, in q11:111to il loro numero aumenr.a molto più rapi– da111e11te e la loro condizione economica è, in ogni caso, inferiore a quella. dei mezzudt'i. Tutti i co111pete11ti ricun0.:iC0no che la causa prin– cipale, per cui nelle .Marche e nella Toscana non si è formato un bra.cciant(l,to permanente. è costituita nppu11to dnlhl cmig-rnzione. Jnvcce, nell'alto piano, e tanto più neJla lrn~sa piRnura Romagnola, non si emigTn, oppure si cmignl in proporzione di gran 1ung-a ìuf'eriore nl bisogno. GPneralmente: una. emi– gr,1zione molto sensibile 11011 si verifica in Romagna, se non da parte do.:-:li ahitanti della collina media ed ulti-1. li che, ceno, costituisce uua nuova dimo– strnzioue del fatto che, sotto certi uspetti, il mon– ta1rnro raie più <lei pi,rnigiano. ( 1) Xon \11tenrl !11.mo con qnesto nffernrn.re che :1brncclftntl\to debba. e11serc, 1n tutn I cfls!, u11uco11setiuc11za 11ecesrmrli1.dell(l. contluz\otle rl\1·1•f,11t. J,ì~ (10\'0 si i.Ublfl u11 razlonnlo e(11J\!lhrto ncllu colt!\•nz!onc dc!lo val'le specie di prodotti, la co11duz1oue dlt"ctta. U·J)er gr(l.ndl' • -fitti, bi lrnsa qunsl escluslvnmentc sul s:ilarlnto fisso. Esempio tlplcQ li C1'1"11L011('8C,

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