Critica Sociale - Anno XXI - n. 5 - 1 marzo 1911

78 ORTICA SOCIALE ciò che possedevano; portava in fronte uno stigma, che diceva attestasse la sua missione. In ultimo, le allucinazioni e i Fenomeni catalettici si rinuovnvaoo con pericolosa intensità. Andava ripetendo, nei borghi del Monte A.miata, fra gli altri racconti stra– ordinari, di avere ricevuto il suo sacro rnaurtato di pro– feta da sette grandi personaggi, comandanti di sette legioni, comparsigli in sogno; ritol'nato dall'isola di :Montecristo, raccontava le parole udite dalla bocca di dio sette volte fra il fragore del turbine e lo scrollo terribile di tutta Pisola. Il ritegno primitivo nelFaffermare la divinità della sua missione, e quel vago indefinito in cui aveva lasciato sempre le sue predizioni, a un certo punto scompaiono, e raccontava di essersi trovato faccia a faccia con dio, di avergli parlato e di averlo udito parlare a luogo; descriveva fino nei più minuti particolari la sua visione, e in iiipecie quelle ch'egli chiamava le sette ciUlt eter– nali, una clelle quali doveva sorgere nel Monte .Amiata. Dopo di essersi proclamato profeta, infine, negli ultimi Rcritti e nelle ultime prediche,si proclamava Cristo cluce e gi1edice, tornato al mondo. Le idee del Lazzaretti erano vaghe, oscillanti, arruffate. Nelle sue prediche, ora si uniformava alle mire cleri– cali, ora si avvicinava alle idee comuniste; ora si pro– nunziava in senso monarchico, ora in senso repubbli– cano. Pur professandosi, fino all'ultimo, fedele alla monarchill, negli ultimi giorni sollevò il vessillo col motto: La re– JJltbblica è il regno di Dio j pur professandosi, fino all'ul– timo, fedele alla chiesa romana, incominciò ad atteggiarsi a depositario immediato dei segreti di dio e a capo di una nuova fede; predicava il matrimonio degli eccle– siastici, confessava e comunicava con nuovo rito, emet– teva idee ereticali colla stessa facilità con cui le ritrat– tava. Nella sua mente, insomma, era un subbuglio di irlee, che in fine sboccavano in una confusione di teocrazia la più assoluta e di democrazia la più larga, in cui ogui poterA, ogni legge e sanzione penale emanava da dlo ad un tempo e dal popolo, e il sacerdote eL·a re, e il re usciva dalla plebe, e religione 1 Stato, morale e po– litica erano una cosa sola. Si atteggiò sempre pit1 ad ispirato, a credersi e a volersi far credere, aucile nei più minuti particolari della sua vita, l'immagine di quella del Cristo. Come li Cristo 1 pretese discendere da famiglia reale; come il Cristo, si sentiva perseguitato da nemici immaginarì; come il Cristo 1 diffidava che, se i cristiani non aiuta– vano la sua missione, sarebbe ricorso a.gli infedeli; come il Cristo, capiva di dovere rimaner vittima della sua impresa pazza e lo predisse; come il Cristo a Getsemani, egli, alla vigilia della discesa da Monte Labbro, sotto– stava a una straordinaria oppressione; come il Cristo andò a Gerusalemme senza scopo prefisso, egli scende da Moitte Labbro senza sapere quello che va a fare; come il Cristo, anch 1 egli, posto a un certo punto dalle sue profezie e da' suoi seguaci nell'alternativa o di ri– nun.,.iare al suo prestigio o di tentare una impresa, la tentò pazzescamente a giorno fisso, in cui sarebbe inco– minciata la nuova éra del grande liberatore - il Laz– zaretti stesso - e tutti i popoli sarebbero stati accolti sotto un solo pastore, lui, e sotto una nuova fede, 1·a sua; ma venne ucci.;,odai carabinieri. Se a questa biografia - intessuta colle parole stesse del Barzellotti - si aggiungono le Società do.I Lazza– retti istituite e presto fallite; se si aggiungono gli scritti Biblioteca Gino Bianco strani, che, riuniti, formerebbero una ventina di volumi - i I Libro dei celesti fim·i, Avvisi e 11redizioni d-i un 1.n– cvgn1to profeta, La m1a lotta con d1o, il RisvegUo dei po- 11oti; una quantitll. cli lettere ai re, ai papi, ai parroci, ai cittadini romani, ai popoli d'Italia, a tutti i fratelli in Cristo - dove immrigini, sentimenti, verità e ut.opie pazze sono combinate negli accozzi più mostruosi di cui sia capace la povera mente umana; la follìa del Lazza– retti è indiscutibile. li prof. Barzellotti, malgrado tutte le sue prevenzioni, è costretto a riconoscere il pensiero del Lazzaretti essere aberrante sotto le illusioni di una. fantasia malata; è obbligato a scriverà: " A poco a poco il Lazzaretti perde la coscienza del vero esser suo e della sua personalità in quella fanta– stica del personaggio misterioso che egli crede di rap– presenhre ....David propagava con furore di maniaco la sua follìa religiosa a quanti aveva intornò a sè. n ·"i: .. Anche così come viene ritratto dal Barzellotti, Laz– zaretti e il lazzarettiamo costituiscono un caso tipico di teomania o follia religiosa, svoltosi, si può dire, sotto i no3tri occhi 1 e riproducente nei più minuti particolari tutti gli altri casi prossimi e lontani di' cosiffatte mor– bo3ità. Questo fatto di storia contemporanea, nel suo processo fli t'ormazione embrionale dei fenomeni mistici,arassumo un grande valore di esperienza religiosa, perchè mostra le tracce dello svolgimento delle religioni in genere, e percbè se ne possono dedurre le leggi storiche di altri fatti similari ben più grandi, quali il bramanismo e il buddismo, il mosaismo e il cristianesimo, il maometti– smo e il babismo, ecc., che tanta importanza assunsero nelle società antiche e tanta influenza esercitano ancora sulle moderne. Questa rassomiglianza, anzi identità del la.zzarettismo con tutte le grandi religioni, può sorprendere solo chi delle leggi della mitologia comparata e della psicologia mistica è ignaro; può stuph·e gli ingenui credenti che, per tali relath•amente piccole esperienze religiose, ve– dono andare in fumo le loro religioni rivelate. Ma il li– bero pensatore, spregiudicato, sa che cosi è perchè così dev'essere; sa che la follìa religiosa, o teomania, è una malattia classificata, colla sua sindrome precisa, che ne stat,ilisce la diagnosi e la prognosi sicure. Ecco perchè tutti i profeti,•messia 1 dii, grandi e piccoli, antichi e moderni, quelli sugli altari e quelli nelle carceri, sui rogbi e nei manicomi: Brama, Budda, Mosè, Zoroastro, Elia, Geremia, il Battista, Gesù, Maometto, Mlinzer, 1.'or– ralba, Sabbatai Zevi, Svedenborg, :Frank, Le Bàb, Riel, Conselheiro, Schlatter 1 Monod, Lazzaretti e tante altre migliaia di simili ammalati sono calcati sul.lo stesso stampo. Nessun teomane è originale. La classica sindrome di Cotard è ricavata dall'esame scientifico di tutti questi teoma.ni: analgesia - malinconia - idee di dominazione, d'invasamento, d'immortalità, di non esistenza o distru– zione del corpo umano e rtel mondo esterno, di mutila– zione, sintomi che si riscontrano nel Lazzaretti. Il tipo teomaniaco, osservato in tutte le razze, sotto tutti i climi, in ogni tempo, è identico, ed è schizzato così dal prof. Binet-Sanglé: Per la razza, i teomani si reclutano più specialmente nell'ebrea. - Nell'Amiata c'erano molti ebrei; è pos.'lì– l>ile che nelle vene del Lazzaretti scorresse sangue ebreo; certo, ebreo è il suo nome. Per la costituzione e l'ereditù, nella famiglia dei teo-

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