Critica Sociale - Anno XXI - n. 5 - 1 marzo 1911

CRITICA SOCIALE 79 mani si riscontrano debolezza tisica e mentale, povertà, alcoolismo, misticismo. - Lazzaretti ebbe madre de– vota; egli stesso voleva farsi prete; era povero; in quanto all'alcoolismo, manchiamo di notizie. Per In professione, i teomani si reclutano ordinaria– mente nella classe operaia - e Lazzaretti fLl barroc– ciaio. Per quanto riguarda la suggesti011e, la maggior parte dei teomani sono degli ignoranti che subiscono sugge– stioni mistiche - Lazzaretti la subì da preti e frati gioachimiti, dalla lettura della Bibbia, da un romanzo del Rovani. Quanto alla seconda, personalitù, i te.Jrnani finiscono sempre col credenii dii e a tale titolo profetizzano - Lazznretti si dichiarò pubblicamente profeta prima e dio dopo. L'allucinazione è la manifestazione più interessante dei teomani - e Lazzaretti ne ebbe di ogni maniera. I teomani possono avere eccellente memoria ed intel– ligenza, ma non mancano mai di buona foimaginazioue, e sono contemplativi, meditativi, sognatori - Lazzaretti fu tale. Pel carattere, i teomani sono tristi e severi, qualche volta emotivi ed entusiasti; sono dominati particolar– mente dall'egoismo e dall'orgoglio. - 'l'utto ciò si ri– scontra in Lazzaretti. I teomani si valgono della simulazione e della dissi- 11mlazioue - Lazzaretti fu simulatore e dissimulatore. I teomani vanno soggetti ad insonnia - come Lazza– rett.i - e a Dromoma11ia, per cui Rbbaodonano la professione e ,•ivono nel vagabondaggio, lasciandosi crescere barba e capelli - Lazzaretti smise di fare il barrocciaio, vaga– bondò fino in Francia, portò barba e capelli alla naza– rena. I teomani soffrono di disturbi nervosi - e Lazzaretti soffri va di convulsioni. Il proselitismo i teomani Io esercitano specialmente fra i contarlini, gli artigiani, i preti, soggetti suggestio– nabili. - I lazzarettisti furono tali. I eomani hanno ma1tia di persecuzione; essi veggono tanti nemici in coloro che si oppongono alle loro stra– nev..ze- Lazzaretti ne fu affetto. Quanto alla loro missione, i teomani essendo poveri, inveiscono sempre contro i ricchi e i potenti, consigliano e praticano la comunione dei beni, fl digiuno, la po– vertà, l'elemosina e vogliono riformare o trasformare la religione, la morale, la società, arrivando, in ambiente propizio, a fomentare cc.spirazioni e insurrezioni più o meno estese e pericolose, a fondare sette e religioni. Lazzaretti ebbe tutte queste aspirazioni. • • • Questa la fisionomia fisica, mentale e morale del Laz. zaretti, ch'è in tutto e per tutto la figura clinicamente perfetta del teomane o folle religioso. Il Barzellotti lo riconosce là dove <lice che " quelle del Lazzaretti non erano, a rigore, vere e proprie idee, ma fantasmi di so– gnante in delirio ,,. Pe1 ò non ne ritrae tutte le conse– guenze necessarie, percbè, da buon Ioico, vede che ne riceve un colpo mortale il prAteso eterno religioso. Ma, se ormai anch'egli consente che le manifestazioni lazzarettiste sono cose di uu altro tempo, di un altro mondo intellettuale, diverso da questo nostro, e ormai passato per sempre, fuorchè nella montagna solitaria; che la fiamma del sentimento religioso non fu mai prima d'ora così bassa, com 1 è oggi in tutti i paesi civili; cue l'irtea di dio 4a subìto un'attenu~zione continua e Biblioteca Gino Bianco progressiva; che nel mondo morale il prevalere lento dalla cultura e della riflessione è causà io tutti di una trasformazione, che fa pensare al raffreddamento della crosta terrestre; che le forze mistiche dell'anima umana - come le forze ignee centrali del globo - banno esaurito da secoli il rigoglio della spontaneità giovanile, anche nel mondo della coscienia e della storia; se da tutto ciò si deve dedurre che l'umanità cammina fatal– mente verso l'areligiooe, a che persistere nel pregiu– dizio dell'eterno religioso? A che rimpiangere le reli– gioni e gli <lei che se ne vanno, Illusione e inganno dell'umanità bambina? Come non riconoscere nella reli– giosità un morbo, di cui l'umanità va guarenclo, di cul deve guarire pel suo meglio? L'umanità, uscita dall'infanzia, deve abbandonare le illusioni religiose proprie a quell'età; chiunque credo che, coll'estingueni della sentimentalità religiosa, l'uma– nità perda l'armonia della propria personalità morale nella bellezza delle sue proporzioni, s'inganna, iu quanto o vuole conservata l'umanità nel suo stato primitivo, cioè selvaggio e barbaro, o prererisce una civiltà rim– bambita - un assurdo. L'umanità è sempre creatrice; per questo ogni epoca ha le sue idealità. Coloro, che vorrebbero conservate nell'umanità adulta le idealità religiose p·roprie a.Ila sua infanzia, tradiscono inconsapevolmente l'umanità, perchè le energie della fede, che altra volta furono spontaneo sospiro dell'anima, oggi non possono essere che delirio di fanatismo; se, in altre epoche, poterono essere leve potenti della vita e della storia, ora sono ferravecchi, cui l'umanità ha sostituito leve più potenti) le idealilà. razionali, pitl luminose e più benefiche di quelle. È per questo che noi dissentiamo da coloro, i quali si ostinano a ripetere che tutto quanto vi è di più grande nell'umanità sia sgorgato dalla fonte religiosa, e cho il torbido e il limaccioso di quella fonte abbia deposto pure materie fecondanti e germi di nuova vita. Se i fe– nomeni religiosi devono essere giudicati dai frutti che portano nell'anima umana e nella vita sociale - come vuole non solo \V. James, ma come vogliamo tutti, e come logicamente dev:essere - davvero c'è ben altro da conci udere: la storia di tutte le religioni, grandi e piccole, è !:ltoria d'illusione e d'inganno, di feticismo e mistificazione, di cecità e di ignoranza) di aberrazioni e psicopatie, di servilismo e di avvilimento, di prostitu– zione e di delitti. La teoma.nia, che fa ancora tante vit 4 time, ò triste retaggio della religiosità; i mistici, gli spiritualisti o spiritisti: i devoti, tutti i poveri di spirito e colli torti non sono che il frutto della spontaneiUL primitiva incolta, che va sparendo, ma che molti lauda• tores tempo1'is acti, anche fllosofl, rimpiangono. È inutile distinguere religione e chiesa, per caricare a questa le responsabilità di quella. Dove comincia e dove fluisce la religione? Dove comincia e dove finisce la chiesa? Non s 1 è vista mai religione senza chiesa, con questo'di più, che la religione tace e la chiesa parla; la religione muore e la chiesa vuole vivere e impedire all'altra di morire. L'umanità di oggi è, per ogni verso, migliore dell'u– manità rli altri tempi, e migliore sarà nell'avvenire. Non è affatto vero che, col progresso dei tempi e col matu– rarsi della civiltà e della riflessione, quello che v'era di più fresco e primitivo, di più umano, insomma, in fondo al genio di ogni popolo, si va ritirando, sparisce man mano per dar luogo a qualche cosa di artefatto, così nel pensiero come nell'azione. L'umanità areligiosa non solo non è meno vicina alla natura cti quella religiosa,

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