Critica Sociale - Anno XXI - n. 1 - 1 gennaio 1911

14 CRITICA SOCIALE pinioni correnti intorno alle cause principali che promossero un rialzo pressochè geneL·ale dei prezzi, il quale si manifestò lieve negli ultimi anni del se– colo scorso, subì oscillazioni effimere, e si mosse con incrementi rapidi e forti specialmente negli ultimi cinque anni. Per l'argomento che trattiamo, la conoscenza ap– prossimativa o precisa ddle cause ha un'importanza eminente, perchè con essa sono in immediata relazione i rimedì proposti, e da essa traggono significato e valore. Ciò premesso, fii capisce pel' quale ragione le proposte, che oggi vorrebbero sollecitare l'azione degli enti pubblici in favore di una diminuzione dei prezzi, difettino <l'uniformità: alcuni scrittori riten– gono ancora che l'aumentata corrente del fiume d'oro e il diminuito costo della sua produzione siano i motivi predominanti del livello aspro del caro vi– vere; altri ne ritrovano i motivi nella permanenza del disquilibrio fra le proporzioni della domau.da e dell'offerta dei generi alimentari; altri ancora fer– mano l'attenzione su motivi particolari e certo non di larghissima importanza, come l'aumentato numero degli spacèi, l'ascesa dei salarì, il ritardo nell'appli– cazione di· nuovi processi industriali, il dazio sul gl'ano, i rigori enormi del fisco, Ja scarsezza di mercati, la mancanza di pubblicità dei prezzi dei generi alimentari, ecc. ecc. L'influenza spiegata da questo secondo gruppo di cause ci sembra scarsa, se posta in relazione con il fenomeno che si manifesta in tutti gli Stati; notiamo inoltre come non possa invocarsi per spiegare uno stato di cose recente, risalendo la sua rlurata ai due ultimi decennì del secolo scorso. Il fatto poi dell'au– mento verificatosi nel numero degli spacci, chiara– mente commentato dal prof. Loria, ci pone iu evi– denza un aspetto interessante del fenomeno, ma che non certo si è manifestato su larga scala. Quanto alla sua speciale importanza di fronte al problema odierno, osserviamo che, se è vero che c'è spropor– zione tra l'aumento dei prezzi delle merci vendute all'ingrosso e di quelle vendute al minuto, è pur vero che, durante gli ultimi decennì, fu sempre con– statata una maggiore facilità e rapidità d'ascesa dei prezzi delle merci vendute al minuto. Consentiamo che in alcuni centri popolosi il numero degli eser– cizì sia aumentato in modo eccessivo, ma aggiun– giamo che la esuberanza degli spacci non può avere che lentamente e gradatamente aumentato il pro– fitto necessario all'esistenza di nuovi esercizi, in conseguenza dell'estendersi del frazionamento delle operazioni di rivendita. Rimangono pertanto due opinioni fondamentali sulle cagioni che originarono l'intensa elevatezza del costo della vita, caratteristica dell'ultimo quin– quennio. I sostenitori del predominio d'influenza esercitato dalla produzione dell'oro, assurta alla cifra impo_nente di 2372 ,milioni nel 1909, fondano i loro asserti, oltrechè sulla intuitiva evidenza della loro tesi, sulla negazione della verità della tesi contraria. E' bensì vero) ammettono, che l'aumento dei salari, le leggi per la protezione degli operai, la specula– zione, le imposte eccessive, la sopravalutazione della terra, il protezionismo, o eccitando direttamente in– crementi uei prezzi, o destando nuovi bisogni nelle classi lavoratrici 1 provocarono un'espansione nella domanda di generi alimentari, che non fu subito seguita da un'adeguata offerta; ma, a non alterare che lievemente e momentaneamente il livello dei prezzi, valse la contemporanea e generale diminu– zione dei costi di produzione, realizzatasi mercè lo sviluppo d'un'attività industriale fondata sul pas– saggio rapido dalla piccola alla grande, alla colos– sale impresa, e il ribasso nelle tariffe dei trasporti. - Ci sembra che l'ultimo quinquennio non abbia registrato simili avvenimenti, che spiegherebbero una BibliotecaGino Bianco diminuzione dei costi di produzione, sufficiente ad eliminare gli effetti che sui prezzi avrebbe prodotto un'espansione nella domanda di merci; nè sappiamo accertato da nessuno il fatto d'una maggiore produt– tività del lavoro, che potrebbe venir considerata come uua diminuzione dei costi di produzione. È indiscutibile pertanto come la cresciuta fiumana dell'oro, dopo aver allagato le riserve bancarie e spinto verso il basso il saggio dello sconto, abbia contribuito a suscitare un rincaro dei prezzi. Vera· mente, si dice 1 se i saggi ufficiali dello sconto rima– sero a lungo in !?rancia intorno al 2 ¾, e in Inghil– terra intorno al 2 1/2 ¾, non si deve dimenticare che tali saggi subirono anche forti incrementi, mentre nei prezzi non c'era nessuna tendenza verso il ri– basso. Ma le oscillazioni facili del saggio dello sconto, s1)ecialmente dove esiste un'organizzazione bancaria come in Inghilterra, non possono avere rapporto immediato con la linea dei prezzi correnti, Ja quale si muove per l'azione di molte cause comuni e non comuni, ma che agiscono sempre a distanza di tempo. Comunque, riteniamo che la gran copia del– l'aureo metallo, <lilagando da Londra verso gli Stati d'Europa per il tramite dei rapporti economici, abbia esercitato una notevole influenza sull'inasprimento del costo della vita, non però un'influenza cosi pre•, ponderante come da taluni si crede, perchè il rinvilio del metallo trovò un parziale correttivo in un mag– giore uso, in una domanda più larga, che ora di esso vien fatta. L'altra causa, che alcuni scrittori additano come fondamentale, riflette il grave disquilibrio di rap– porti fra la domanda e l'offerta di prodotti -, e concerne separatamente sia l'uno sia l'altro dei due termini dalla cui combinazione emergono i prezzi. Questa cagione può semhrarci sufficiente per spie– gare Faumento del prezzo corrente d'uno, di due, di dieci prodotti; può fornire la spiegazione della discesa dei prezzi del vino, dell'orzo, del caffè, avve– nuta nell'anno decorso mentre il li vello generale cresceva; ma è impotente a porre in luce il perchè l'asprezza dei prezzi abbia incalzato contemporanea– mente le merci più disparate, dal thè al carbone, dai tessuti al petrolio. I salarì dei lavoratori godet– tero miglioramenti piì1 spiccati negli anni che pre– cedettero il quinquennio testè terminato, e la gra– vità dei flagelli che colpirono alcune regioni, come l'inclemenza delle condizioni meteorologiche, possono solamente spiegare il rincaro dei prodotti proprì delle regioni che maggiormente ne soffrirono e limi· tatamente ad un certo tempo. A questo punto del nostro rapidissimo esame, vogliamo esprimere l'opinione che il problema delle c«use ci appare stra~rdinariamente complesso, e che Je due ragioni, indicate come capaci di .svolp-ere ,un'azione generale, ci sembra abbiano contribuito entrambe in modi e in luoghi diversi a determinare gli incrementi dei prezzi. Non ci sembra possibile fissare la misura delle rispettive influenze, per asso– luta insufficienza di dati concreti; possiamo però affermare che la somma delle influenze promananti dalle due cause indicate come generali, e dalle cause particolari che agiscono qua e là., dev'e8sere enorme per eliminare gli effetti della Uqnidazione della c,·isi, che avrebbero dovuto ribassare il costo della vita. C'è però qualche economi•ta - come il Leroy– Beanlieu - che disconosce la gravità del fenomeno. Egli commenta alcuni dati pubblicati dal Sauerbeck, che rappresentano un raffronto fra la media dei prezzi nel periodo 1867-77, e la media nel 1908: nel raffron to si constata una diminuzione del 28 'lo - quin.di, si conclude, la gravità del fatto è tenue. Ci giova pertanto ricordare due particolari: che gli index nwnbers del Sauerbeck non comprendono i prezzi delle l)igioni e degli articoli comuni di ve-

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