Critica Sociale - Anno XX - n. 24 - 16 dicembre 1910

CRITICA SOC[ALE 377 c'è in essi, alle loro modificazioni nel corso del tempo era molto utile. 11 li corso di diritto del Wtnter richiese 17 ore e fu se• guìto con molto interesse cla,:rli allievi, i quali h1lllno sentito la necessità. di un certo corredo di cognizioni giuridiche por i propagandisti e gli organizzatori, molto spesso richiesti di pareri logali 1 e chiamati, magari, ad organizzare un Aegretariato operaio. I laboratori offrirono l'occa!lione a istruttivo discu!l– sionl. nelle quali si parlò del rapporto dei piccoli indu– striali o dei piccoli proprietari col socialismo, del rin– caro della vita e dei mezzi per combatterlo, ecc. La er,uola ha, imomma 1 armato un gruppo di organiz• zatori di uu corredo di cognizioni neces~arie per coprire nuovo (unzioni. " La funziono i11 una organizzazione porta ad altre funzioni; percbè, se è da deplorare che troppo lavoro venga affidato ad un solo, non si può, por ora, far di\'ersamante, data la mancanza <li compagni capaci. T,a scuola del partito ha dato la possibilità cli mettersi a\'anti a molti compagni meno in vista, e così permetterà di alleggerire altri compagni dalle troppe funzioni, di introdurre una divisione del lavoro, van~ taggiosa alle organiz,o:azioni 1 che se ne serviranno. " ~la la somma del sapere dA.tadalla scuola non è tutto. Essa ha insegnato, anche, agli allievi a cousideraro ogni fenomeno nella sua genesi e nella sua interdipendenza cogli altri (enomeni 1 a conoscere, nel suo complesso, la posizione economica o politica del proletariato. E, se di questo insegnamento teorico gli allievi si serviranno, applicandolo, nella prD.tica, la scuola darà larghi frutti nell'azione pratica. t. certo, in ogni modo, che l'iniziativa ddi compagni austriaci merita ogni pla~so e dovrebbe tro\'are imita– zione anello in Jtalia, ovo cosl poco si fa per la cultura dei socialisti e per la prep:\razione cli nuovo forze per la propaganda e l'aziono socialistn. La scuola serale dì legislazione sociale dell'Umanitaria di .Milano, che sarà completiita, quest'anno, da una scuola diurna 1 con inse• gnamento teorico o con esercitazioni pratiche di In.bora• torio, serve, più specialmente, a organizzatori e coope– ratori e manca. in essa, oltre a quello sulla storia poli• tica della scuola austriaca, anche un altro corso, che manca pure nella scuola socialh1h, d'Aa,itria, e che a a noi pare importantissimo, e fondamentale, sulla storia delle dottrine e del movimento socialista. Ma anche una scuola centralo diurna del partito, per la quale non sarebbe difficile trO\'are in Italia ottimi ipsegnanti, non ba'3ta. Occorre, ancho da noi 1 e sopra. tutto, sviluppare corfli 110rali<l'insegnamento per i com– pagni socialisti,· almeno nei principali centri, O\'O sia possibile tro\'are compagni che assumano l'insegnamento. lJn partito 1 per vivere e per svilupparsi, ha bisogno cli forze preparato sempre più abbondanti. L'azione pra– tica non è maestra. sufficiente o vuole essere preceduta e Integrata dalla istruzione teorica. li lento sviluppo delle nostre organizzazioni di ogni genero è dovuto, io buona parte, anche alla mancanza di uomini e alla troppo scar1rn. cultura generica o specifica dei nostri compagni. Dare nuove armi intellettuali ai nostri uomini , è uno del doveri più urgenti del no:jtro partito e delle nostro organizzazioni, che dovrebbero, anche qui, accor– darsi, noi comune interesse, per un'azione comune ..Ed èi nella speranza che gli organi direttivi sl occupino di' questo problema di ronda.montalo importanza, ohe ab– biamo creduto utile ricordare la feconda iniziati\'& del compagni d'Austria, la qua.lo, socondo noi, può essere, senz'altro, copiata. f. p. CARLO DOSSI Flanno il lor fitto e i lihri e gli autori: un fa.to sovente bizzarro e disforrne did loro merito intrin– seco. Per i pii't il tempo finisce poi con rrggiustarn equamente le partite, calcando i pravi ingiu11tamente saliti in ,i.lto e sollevando i buoni rimasti :l tutta prima nell'ombrn. Ma non sempre, neppur dopo lungo \'Olgere di lustri e di generazioni, questa postuma giustizia vien fatta; e così accade che rimangano definìti\'arnente decorati di uno splendor di gloria 1 di g-ran lunga so,·erchiante la luce ch 1 essi sparsero e lasciarono nel mondo, scrittori effettivamente non più alti di molti cubiti dell'1rnrea o bronzea medio· crità; e che, per converso, altri si giacciano inco– gniti o mal noti ch'ebhero una loro proprift e geniale fisionomia e nlla nohiltft e alhl singolarità. del pen· siero seppero disposare una \'irtualità espressiva e raffigurativa originale e possente. I~, per quanto l'i• storia e la Cl'itica letternria si adoprino con indu– stria proba e sottile di rettifìcare così fotte sentenze, queste finiscono, almeno per il 1rnbhlico grosso, con restare cristallizzate e pacifiche. Chè ezian<tio nella liberale repubblica dello h1.1onelettere l'ossequio per la cosa giudicata, ove si tratti di un giudizio vene– rahilo per annosa vetnstf1, è profondo e agguerrito di certa sua accidiosa asprezza, e i pentimenti e le re\'isioni sono assai rade; e la gerarchia t.rndiz'onale dirficilmente si lascia somrnuovere e modificare. Gli clementi e le cause di questa irrazionale e capricciosa vicendtt del desti110 di non radi libelli, come suona il lapidario motto latino 1 son copiosi e di varia natur •i e il sorprenderli e il noverarli con almeno npprossimativa compiutezza ed esatte1.za è tra le più delicate e tra\'ag-liose fatiche che un isto– rico d'-'lla letteratura possa proporsi, o si tratti di opera e scrittore antichi, o, o forse più, di opera e scrittore recenti o contemporanei. Anche, infatti, gli intelletti più sagaci patiscono di molesto presbitismo quando debbano districare il vero e l'essenziale di tra il groviglio delle cose e delle voci e delle par– venze presenti o di poco remote. Ma taluni elementi, alcuna volta, per eccezionale \'Cntura, socconono, che rendono agevole e fortunato pur tale assunto e, anche senza l'ausilio di un peculiare acume e di peregrini strornenti d'indagine, forniscono e disve• lano il secreto della non giusta giustizia che informa certe condanne e certe celehrazioni. Uno scrittore, appunto, della cui ina,leguata nomi– nanza e fortuna riesce facile di scovril·e le cagioni: o almeno la precipua, è Carlo Dossi - al secolo Carlo Alberto Pisani Dos,d -,del \111ale i gioruali, con succinta sobrietà di notizie biografiche e di motivi necrologici, hanno annunziato, è ,,oco piit di un mese, la morte, ponendo in maggior vista il suo grado di ministrn plenipotenziario a riposo e cli ex– segretario par1.icolare di Francesco Cris1>i che non la sua qualità di prosatore cospicuo e doviziosamente versatile e fecondo, e da men che un anno i 'J'reves han cominciato a pubblicare, anzi a ripubblicare. in decorosa e ben ordinata edizione, le opere (1). È, dico, singolarmente agevole di !:!piegare l'inade· guntczza della sua fortuna di artista; ci1(\ mentre i pH1 degli scrittori, e i più e i meno degoi 1 senza quasi eccezione, ai nffat.icnno di mettern in mostrn quanto meglio possono la lor merce e di nttirnre eovra la loro persona e i loro volumi l'attenzione e l'ammirn1.ione del pubblico; egli invece non pure (1) Op,we di CARI.O DOSSI, ~111/l.llO,Tre\·e!:I, 1910, 1" voi.: l.'alll'll)'' • VUo dl Alberto l'lscwt • Elvh·a, eltgli1 • Gorclt d 0 iucl1lostro; con preludio di Primo J.e\·l e due disegni di Tranquillo Cremonn. - 2• voi.: li 1"<J{IIIO dd clell - La co1oui<1 ftllce • Amo,·t · Glon1i di festC1. Con lnterlud1o di l'i-it110 Led.

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