Critica Sociale - Anno XX - n. 24 - 16 dicembre 1910

3i1 CRITICA SOCIALE POLITICA SCOLASTICA Il discorso de/l'on. Credaro. I problemi deIJa scuola italiana Un buon di11cor!lo 1 quello del11on.Credaro, e veramente meritevole delle oneste o llelu accoglienze fattegli, con non nrtltlciale pienezza di conson~I, d11lla Camna ! La qunlo si trovò a e~!ilere,quasi suo mulgrado, vinta, e tra"cinata d.11.llasemplice parola, materida d1 dottrina o d'esperienza e t.uua pervflsa da un vh•ido e divoto fcrvor d'affetto per la scuola, di questo galantuomo non hcaltrito nella furbesca e MJ.Cgirante\'lrtuosità, che a Montecitorio suol trovare pili ~econda ventura, ma, pieno di fede, di dirl1to accor1.r\lnento e di valida e fiera te• 11acia; e, mercé sufi, obliò por qualche ora le piccole cose di che solitamente si cib11o ijl contenta e si elevò 1101più spirabil aero dogli au11torl prol.Jlomi e de' gravi do,·eri dell'1s,ruzioue e dell'eduru~'.ioue 11a·l.ionalo.E, so queMto notabile succe!il.~O del minl.dro dell'Istruzione non rlm11irrà un tutto h1olato e per sè stante, ferane tutt'al plì1 di \'ant.aggi poht1el per il Oabinetto l,uzzattl, ma sef,!'nerà.11cominciamento di una men mortificante con- 11idcrKzìone d..Jle esigenze e delle vlcencte della scuola o earà. adeguatamente e sostanziosameute sfruttato a pro di quest», noi potremo eom1,iacerce11e come di una delle più fortunate o fruttuose pa!Jine della odierna Istoria parlamentare. Non tutte, rerto, le cose che egli disse ci banno con– senzienti. Anzi, a taluno de' concetti e do' propositi da lui enunciati siamo recisamente contrnrt: a quello sopra tutto, in che ci duole di vederlo lnsh1tere con tanta osti• nazione pur dopo Io numcro110 o calzanti ol.Jbiezlonl ohe da ogni parte gli vennero mosse, di abilitare all'Inse– gnamento elementare, mediante uno o due anni di ap– posita preparazione pedago&eicu,I licenziati dal Ginnasio. Jn verità uon si potrebbe lmmaw-inare un provvedimento, per tutti i rìspAtti, pii1 esiziale e al Oinnasio e alla Scuola J)rimaria: a questa, perchè si vedrebbe invasa da una colluvie di maestri mal preparati o inetti; a quello, per• chè a 1 malannt ond'è uià angu~tlnto, e che pur non g\l tolgono di es~ore ancora li meno pellgio de' nostri Isti– tuti secondari, si aggiungerebbe quello, perniciosissimo, cho vi sarclltiero richiamati, In tolta e Importuna copia, nlunni miranti a uno scopo dlsformo dai fini che gli studi chu!'lici si prefig'Cono, o dovrellllero prefiggersi, e dnlla meta a cui tende la grnndo maggioranza degli scolari che eleggono questa via. Hen sappiamo che a un C0Rlffatto spediente. che alla sua competenza di pedagogista non può non apparire Irrazionale, l'on. Credaro si ap1>iglia come a quella che a lui paro l'unica tavola di saheiza nella crisi magi– strale che travaglia la scuola elementare. Ma è un rl• medio peggiore del male. Chò non saranno certamente I maestri per tal motlo ro11glall e abilitati che rinsan– gueranno od eleveranno l'lstru7,lono primaria. Assai più di quel che oggi non accada, sceglieranno l'aspro cur– ric1tlum del magistero elementare gli spostati, i meno capaci di attendere n un luogo cor110di studi o a un me11tioroche richieda alacre Intelletto o fervida lena; I meno idonei, insomma, ad assoh'ero la missione di rigenerare la scuola italiana. li rimedio pertanto non lstà qui; o è questo, per dir meg,io, un rimedio superficialmente quantltati\•o o, nella sua empirica immediatez:r.a 1 affatto ln1rne. Il rimedio consiste piuttosto in una rirorma profonda della Scuola normale e, In pari tempo, In tale un miglioramento degli dlipendi de' maestri, che non I più deboli e I ma– laccortamente illu8i o quelli cui basta a richiamare a queste. delicata e travar,rliosa carriera l'oft"'amiserevole ,11una borsa di studio di so,rimnta o settanta lire il mese, eleggllnO la via dell'in,egn1unento primario, ma i più AdfLltl Occorro ehe, nella soala dd valori economie!, la 14 mls~lono,, didattica si ado&euialmeno alle maestranze 01>eralo mt>gllo retribuite o che Il maestro sia qualche co11adi più di uno 11crivano o di un usciere. Soltanto nllora, lo buone e alte cose che l'oo. Cred11ro ha detto circa l'ufficio e I destini della 11cuolaelementare, cesse– ranno di e<1sere alcunchè di idealmente astratto e 11i Incarneranno tangibilmente nella realtà, e allora la scuola sarà veramente capace di riflettere la vita e, alla sua volta, d'irradiarla di luce, cor,il come si augurava nel 11uoeloquente discorso Pietro Chiesa . ... F: lo stesso ò da dirsi della Scuola media; rirca la q11alo avremmo arnato che 1 1 011.Cro(laro dicesse quello che il dì dopo affermò non la flua. con11ueta pre:tt1111za cd arguzia Ferdinando Martin I: Chfl cioè la prima con• dizione, àffl.nchè l'Istruzione secondaria s'innalzi all'al– tezza <lel suo còmpito ed esca dal di1tagio molesto che 0Jtnl dl più l'adug1tia, è che i professori eieno pagati de• coroiu,mente La ~iù parte di loro langue In angustie mortificanti. Col caro della vita che dappertutto cresce vcrUgiuosameute, i loro stlpeudt 80110assolutameote 1 o di gran lunga, al disotto de' bl:tognl, anche i più dh1creti, del viver chlle. 1 paria, fra e11MI, sono gli insegnanti del Ginnasio inferiore; e noi ralleJ,Cra che ron. Credaro abbia dichiarato di volere, 11onz'altra mora, pensare al loro stato, che non patl1+ce Indugi p vuole premurosa sollecitudine di provvidenze o, comunque, giil. pPr troppi l\nol fu argomento cli lun,:,rho 1>rome11senon mal atte– nute. Ma 1 se pure con un po', com'ogr,rl suona il gergo, di sperequazione, anche gli altri Insegnanti, nessun or• dine escluso, si tra11cinauo frammezzo a'trilloli avvillentl ed esasperanti di una condiziono pitocca. I pii1, s'in– tende. Chè anche fra essi vi sono l fa\·oriti 1 cumulanti - per virtù di quell'immorale consacrazione del mal tolto o del mal dato che è sovente Il rispetto al cosi– detto • diritto acquisito 11 - più stipendi, o tutti I dodici me-.1dell1anno onosti d'Incarichi non magramente re– munerati, o, per qual si sia ragloue, esenti dall'assillo di quella mezza miseria che, dal pedagogo alfierlano e dal Parini In poi, accompagnò, assidua come l'ombra, I precettori; e a costoro non sarebbe malo mozzar le un• gh1e. Ma i più - dicevo - sono trattati con taccognerla Ignominiosa, o costretti a straccar-il, l 1>iùfortunati!, nel lavoro NUppletivo - caninamente disputato - delle classi aggiunte o In quello, anche più fastidioso 1 delle lezioni private. Ed è meraviglia che, con tutto ciò, la loro classe dia un così notabile contrll.Juto all'Incremento della col• tura, sclentiftca e lelterarla, del nostro paese, o abbia trovato e trovi la lena per occuparsi con sl fervente pasrlione delle questioni toccanti la scuola. Ora l'on. Credaro, che queste coso sa e indubbiameuto so ne addolora, non dls~e In proposito ciò che da lui era pur Ie,:clttlmo attendere. SI tenne sulle generali e accennò all'Intenzione di addivenire quando che sia ad nlcun miglioramento, ma... senza incomodare, dio guardi ! 1 Il ministro ,lei Tesoro; Il quale tutti sappiamo che ba severamente ingiunto a tutti I Dlcasteri - . tranne quelli a cui non si dice mo.I di nol - e a' loro dipendenti di non pulsare alla sua porta e di &tarsi contenti alla ridda dlmllionl, Bpesi in più per gt'implnguati stipendi, rlanzant! nella sua lodatissima Esposizione finanziaria. Espresso Il proposito di ìnasprlre lo tasse scolastiche, elevato già, specie per le scuole classiche, a una misura pili che ragionevole, pochi anni fa: proposito, egli disse, emi– nentemente democratico!; e quello di abbinare gli lnso– gnameoti affini, sostituendo la divisione per eluse a quella per materie. 111adovo? Non noi Ginnasio, la cui struttura risponde già all 1 idoa di cosiffatta disposizione; non nel Liceo, dove - eccezion fatta pel latino e greco - altro che un enciclopedico o un presuntuoso si sen– tirebbe di lnseqoare decentemente più discipline! Sola– mente nella Scuola tecnica 1:11 può pensare seriamente e utilmente a mettere In opora una cotal divisione. Ma allora si tratta di un provvedimento parziale, non ge– nerale; e di un provvedimento poi, dal quale non po– tranno derivare tali economie, che con:1entano un rima– neggiamento un po' largo degli stipendi di tutto il personale Insegnante. La via è altra; e l'indicò, come bo tletto, senz'ambagl, nel suo forbitissimo e sensath1slmo dlscoreo, l'on. Mar– tlnll Bisogna chiedere dei mltlonl, e motti, al Ministro del Tesoro, e ammonirlo, con parole pronunciate or fa un anno dall'oo. Luzzattl al Congresso padovano delle selenze, che non è degno di essere nppellato civile uno Stato, che non trova i mezzi adegudl per la :icuola media. Tutti gli altri - anche so abbiano, come quello della ripartizione anzidetta delle mderle scolastlche 1 l'approvazione di quel fervoroso amico della cultura e autorevole petlagoglsta che ò l'on. Ololltll ! - sono po– veri sperlientl, nella speculazione de' quali si perde e al rattrappisce quell'ampia visione de' problemi della scuola

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